Poichè riteniamo che questo sia imputabile unicamente o a memoria corta o a mancanza di capacità critica, vorremmo riassumere in sintesi queste tre figurine, giusto per non dimenticare.
Cominciamo con Zaia.
Zaia è stato il ministro capace di scrivere un decretino ad hominem contro Silvano Dalla Libera per impedirgli di coltivare OGM. Dall’alto della sua competenza giuridica nelle premesse del dispositivo ha citato tra l'altro una sentenza del Consiglio di Stato per poi bellamente disattenderla 10 righe dopo. Evviva la legalità!
Non dimentichiamo poi che il suddetto ministro IGNORA che la zootecnia italiana esiste solo perchè importiamo OGM. Se bloccassimo le importazioni di OGM domani, i nostri mangimi subirebbero un incremento compreso tra il 23 ed il 600% mettendo in ginocchio la nostra zootecnia. Per fortuna lui non lo sa. Dopotutto cosa ci si può aspettare da un laureato in Scienze delle Produzioni Animali?
Per finire ha plaudito gli squadristi che hanno distrutto il campo di Giorgio Fidenato a Fanna. Campo, per inciso, che ha dimostrato che la coesistenza non solo è possibile, ma anzi banale. Peccato che il (ex)ministro non se ne sia accorto.
Alemanno
Alemanno, da ministro ha speso 6.2 M€ (nostri, non suoi) per fare una ricerca sugli OGM. Bontà sua, di questi, ne ha spesi 75.000 (e gli altri per cosa?) per fare una prova di campo. Siccome però i risultati non erano confacenti, ha permesso che i dati sulla maggior salubrità degli OGM rimanessero in un cassetto a tempo indefinito (anche Nature Biotech ci ha preso per il fondoschiena per questo).
Si deve a lui anche la Legge 5/2005 che intendeva normare la coesistenza (obiettivo dichiarato quello di rendere praticamente l'intero territorio nazionale non coltivabile con OGM). Il dispositivo prevedeva inoltre sanzioni penali per chi coltivava OGM prima della predisposizione delle norme di coesistenza che nei fatti ne vietavano l'utilizzo. La legge viene abrogata dalla Corte Costituzionale in quanto materia di competenza regionale (tranne per gli articoli 1 e 2).
Alemanno è infine colui che ha messo la parola fine alla ricerca PUBBLICA italiana nel settore biotec nel lontano 2002. Da allora non riaprirà più. Motivazione? Non è dato sapere.
Certo, è anche grazie a lui se gli OGM sono sempre più un'affare delle multinazionazionali. Poi però non ci vengano a versare addosso le loro lacrime di coccodrillo.
Pecoraro
Scanio fu il ministro che nel 2000 fece invocare all'Italia, in un torrido agosto, la clausola di salvaguardia contro 4 farine di mais OGM. Motivazione? Mancava l’impatto ambientale. Fico! E come si fa a fare l’impatto ambientale di una farina? Anche il TAR se l’è chiesto e nel 2004, visto che l’Italia non aveva, in 4 anni, portato uno straccio di prova a supporto della pericolosità di questi OGM ha revocato il decreto “Amato” (dal nome dell'allora primo ministro. Quando fu approvato, l'allora ministro alla salute Veronesi per protesta si alzo e lasciò il consiglio dei ministri).
Cigliegina sulla torta, Pecoraro nel 2001 blocca per la prima volta la ricerca pubblica in Italia (qualcuno ricorda ancora la marcia dei 1000?). Perchè? Perchè così! Eravamo tra i più avanti in Europa e ora siamo lì a guardare le multinazionali che ci invadono. Complimenti. Ridi, ridi che la mamma ha fatto i gnocchi.
Se qualcuno vuole avere questa gente come modello, liberissimo di farlo. Certo non è che gli faccia onore.
Specie se finge di sapere quel di cui va in giro cianciando.
Un bel tacer, a volte, non fu mai detto.
Se vi chiedete perchè abbiamo usato l'immagine dei 4 dell'ave maria e non quella dei 3, è perchè non sapete chi è Hans Berger.
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