mercoledì 25 marzo 2009

Una bistecca in Cina abbatte un albero in Brasile

Facendo qualche ricerca in pubmed (il database delle principali pubblicazioni scientifiche) mi sono imbattuto in questo interessante articolo che mi ha fatto venire voglia di tornare (brevemente) sul tema polli, terra e innovazione come pre-condizione per una sostenibilità agricola a livello globale.


Non volendo dilungarmi troppo mi limiterò a mostrarvi (e commentarvi) un paio di dati. Ecco il primo.


Come si può notare esistono 3 elementi strettamente correlati tra loro: il boom dell'export di soia brasiliano, il boom della domanda di carne da parte dei cinesi (v. sotto) e la crescita esponenziale delle terre coltivate a soia in Brasile.

Va detto che il primo significativo incremento delle terre a soia brasiliane è stato negli anni '70 ed è avvenuto (tra i vari motivi) per sostenere la crescita dei consumi di carne europei. Il mercato della carne europeo è oggi infatti largamente dipendente dalle importazioni di soia (e in parte mais) dal sud e nord-america.

Se tale incremento è stato rilevante, lo è stato ben di più però quello causato dall'esplosione della domanda cinese (da 20 a 60 kg di carne/anno/persona in circa 15 anni) che ha mostrato tendenze esponenziali.

Per capire cosa è significato per il Brasile il risveglio della Cina (ma analogo ragionamento potrebbe essere svolto anche per l'Argentina) basterebbe guardare l'andamento delle sue esportazioni di soia.

Se dunque il player di riferimento storico del Brasile è stata l'Europa, oggi questo è sempre meno vero. Esiste un mondo asiatico che ha fame di sviluppo e di carne ed è disponibile a pagare per essa (indipendentemente da quanta terra - altrui - possa costare).

Certo, tutto ciò non è una novità, ma fa sorgere 2 considerazioni non così "presenti" nei dibattiti sul futuro agricolo e lo sviluppo sostenibile.


La posta in gioco.

1) La foresta amazzonica è a "rischio" - discutevamo comunque sul fatto che le foreste non stiano comunque contraendosi in modo "violento", il Brasile ha perso "solo" lo 0,5% della sua superficie forestale... - a causa di una significativa domanda di proteine vegetali a fini mangimistici non proveniente dai noi, ma dalla Cina. E' necessario che il vecchio continente se ne faccia una ragione e si sposti dal centro dell'universo.

2) Se l'Europa ha perso il suo posto di "mercato di riferimento" per il sud-america e non se ne rende conto più che in fretta rischia grosso oltre a far danno, infatti:

- L'idea di imporre i suoi standard (perdonate il temine) "da fighetto", si veda ad esempio la richiesta di sementi OGM-free o di produzioni biologiche, oggi non trova più spazio avendo a che fare con un competitor come la Cina che per le medesime derrate pretende standard qualitativi ben più bassi (ed è peraltro un paese OGM-full)

RISULTATO: il sud-america bellamente esporterà verso la Cina snobbandoci sonoramente.

- anche qualora l'Europa riuscisse, con la leva del prezzo (ovvero costringendoci a pagare molto di più le derrate agricole che importiamo*), a convincere il sud-america a seguirci sulla via del biologico e dell'OGM-free, non farebbe altro che costringere quei paesi a produrre con sistemi inefficienti che richiederebbero fino al 64% di terra agraria in più per mantenere le attuali produzioni. Con buona pace della biodiversità e della tutela ambientale.

RISULTATO
: oltre ad esportare i nostri problemi ambientali (non producendo ciò di cui abbiamo bisogno, chiediamo agli altri di mettere a coltura per noi la loro terra - con il relativo impatto) li obbligheremo pure ad usare tecnologie politicamente corrette, ma assolutamente inefficienti, che lo costringono, per soddisfare la nostra domanda di beni, a devastare il loro ecosistema ancor più di quanto già oggi non facciano - e così poi potremmo pure gridare allo scandalo e allo scempio!


* Il sistema base per convincere qualcuno a fare qualcosa che non vuole fare (senza i lager o i gulag) è pagarlo di più. Il problema con la soia in Brasile (e in Argentina) è che è così comodo usare la soia OGM Roundup Ready (minor erosione dei suoli, meno passaggi e lavorazione nei campi, e così via...) che ormai gran parte delle varietà locali sono GM e non credo che gli agricoltori molleranno così facilmente. Certo, la politica del sud-america è sempre un'incognita, ma all'orizzonte non si vedono grandi mutamenti nei campi, semmai nei flussi (e non a nostro vantaggio)...

martedì 17 marzo 2009

L'avvocato del Diavolo

Proseguendo sull'onda emotiva legata alla calata in Italia degli Schmeiser vorremmo cogliere l'occasione per discutere con voi di un paio di storielle che si sentono spesso in giro quando si parla di OGM:

1) Gli OGM sono sterili

2) I contadini sono obbligati a rifornirsi solo dalle multinazionali

Purtroppo per noi, anticipiamo, che dovremmo fare gli Avvocati del Diavolo ed essere politicamente scorrettissimi difendendo (in parte) quello che da molti viene definito come il "Totem del Male": Monsanto (e le altre multinazionali := brutte e cattive).

Come sempre da "buoni"scienziati (ed in questo caso da "buoni" avvocati) useremo un metodo riduzionista e limiteremo la nostra indagine solo ai 2 punti che ci interessano.

Su tutto il resto, esplicitamente, sospendiamo il giudizio, pur, così a occhio, non considerando, ad esempio, l'invenzione del Round-up questa gran schifezza essendo un erbicida a bassa tossicità (inferiore a quella dell'aspirina) con cui tra l'altro hanno ripulito dalle infestanti pure gli scavi di Pompei e lo stesso Schmeiser (ricordiamolo, il paladino OGM-free che seminò ben 417 ettari con OGM) ne faceva largo uso ben prima di iniziare la sua vicenda giudiziaria.

Partiamo dunque dal primo punto:

Gli OGM sono sterili?

La risposta esatta è: potrebbero, ma non lo sono.

Prima di capire il perchè lasciateci però fare una breve premessa. Il tema della sterilità delle piante, ed in particolare della maschiosterilità (polline non vitale), è un tema assolutamente non nuovo in agricoltura. La maschiosterilità è infatti largamente utilizzata per la produzione di seme in quanto consente di effettuare incroci mirati. Tali incroci (studiati fin dai primi anni del 1900) permettono di creare i cosiddetti ibridi.

Gli ibridi
hanno un grande vantaggio ed un grande svantaggio: 1) producono molto di più dei due genitori che li hanno generati; 2) perdono tale caratteristica nella seconda generazione e pertanto ogni anno la semente ibrida deve essere riprodotta, e quindi spesso riacquistata, per mantenere la produttività (PS. gli ibridi si usano anche in agricoltura biologica!).


Questo perchè spesso i caratteri legati alla produttività, così come quelli GM
(eventi), sono presenti in uno solo dei due genitori dell'ibrido e quindi alla seconda generazione (tutti i caratteri) si distribuiscono nella popolazione in modo non uniforme.

Per questo motivo non conviene riseminare gli ibridi (GM o meno che siano)! Gli ibridi però non sono sterili!

Certo è possibile "costruire" una pianta che produca semi sterili. Ed in effetti esiste una tecnologia sviluppata dall'USDA (il Ministero dell'Agricoltura Americano) che consentirebbe questo: la tecnologia Terminator. Altri approcci simili ma meno "violenti" sono quello del V-GURT e T-GURT che non stiamo a descrive per semplicità. La questione infatti è poco rilevante perchè non esiste nessun OGM in commercio che ne fa uso, nè negli US nè in India (nonostante ciò che va in giro a dire la simpatica Vandana Shiva, strano?) nè altrove nel mondo.

Per questo, sebbene in via teorica e pratica sia possibile creare una pianta geneticamente modificata per essere sterile, oggi gli OGM in commercio non sono sterili (nè lo saranno nel prossimo futuro): semmai sono ibridi.

Veniamo ora, molto brevemente, alla seconda questione: il pacchetto tecnologico e l'obbligo di acquisto da Monsanto.


...e io pago!

Premettendo che Monsanto non è un'azienda di beneficenza, nè ha l'obbligo di essere simpatica (oddio, potrebbe averne l'interesse, ma come si sa, pretendere che un americano capisca certe sottigliezze...) andrebbero comunque rilevate alcune simpatiche note sui suoi contratti americani.

Ad esempio all'interno vi sono un sacco di clausole strambe, tra cui il divieto di risemina e il divieto di ricerca (poi magari se chiedi qualche seme - da ricercatore - te lo danno, ma non è un atto dovuto). Però l'obbligo di usare il Round-up Monsanto, invece di un comune glifosato cinese, ohibò non c'è. In realtà, fino a qualche anno fa, la clausola c'era, ma essendo Monsanto detentrice del brevetto sul glifosato (ed unico produttore autorizzato), aveva però scarso significato. Oggi invece, che il brevetto è scaduto (nel 2001) la clausola non c'è più. Infatti dopo un paio di schermaglie giudiziarie (si veda qui e qui) la strategia, almeno su questo fronte, è cambiata. Oggi sulle loro carte si legge (pagina 19):



Insomma, se vuoi usare un glifosato made in china puoi farlo, ma se ti viene il campo che è uno schifo sono affari tuoi. Tutto sommato un'affermazione onesta, no?

Soprattutto perchè Monsanto non è monopolista e, se il contratto non ti garba, tu puoi sempre scegliere di comprare la tua semente da qualcun altro.



Va detto per concludere che questi contratti che, visti con gli occhi di un europeo, paiono "capestro", in ogni caso da noi non possono esistere grazie alla normativa che ci siamo dati (in particolare la Direttiva 98/44 all'art.11) che recita appunto, già nel 1998:

la vendita (...) da parte del titolare del brevetto ad un agricoltore a fini di sfruttamento agricolo implica l’autorizzazione per l’agricoltore ad utilizzare il prodotto del raccolto per la riproduzione o la moltiplicazione in proprio nella propria azienda

Perchè noi siamo più realisti del re, non abbiamo gli OGM, ma in compenso abbiamo le migliori leggi del mondo su di essi.

Alla prossima.

mercoledì 11 marzo 2009

Percy Schmeiser: the day after...

Eccoci qui... a guardare gli effetti del passaggio dall'Uragano Percy.

Certo, non ha fatto grandi danni (classificato come: tempesta in un bicchiere, viste le misere uscite stampa), ma una riflessione su ciò che ha detto e fatto qui nel nostro paese non farebbe male.

Uno dei nostri è peraltro riuscito a partecipare ad un incontro e quindi potremmo pure presentarvi qualche stralcio in presa diretta del "buon" Percy in azione.

Cominciamo però con l'inquadrare un po' la sua storia.


Percy Schmeiser: chi era costui?

Senza dubbio Percy è un personaggio molto particolare. Che soprattutto possiede un carattere moooolto particolare.

Già attivo nella vita politica della sua cittadina non si può dire che non abbia fatto parlare di sè.

Di interesse il fatto che nel 1996 è riuscito persino a farsi interdire l'accesso agli uffici comunali a causa del suo comportamento poco consono verso alcuni dipendenti e costretto a partecipare telefonicamente ai consigli comunali in qualità di consigliere. Pur avendone poi, nel 2004, riguadagnato l'accesso, il giudice che gli diede ragione (è uno con l'avvocato facile) non potè comunque non stigmatizzare il suo comportamento (per chi volesse farsi una cultura la sentenza è qui):

[37] There is little doubt that Percy Schmeisers conduct towards the Town administration staff had been abusive in varying degrees prior to the 1996 Resolution. There is also some evidence to indicate that Mr. Schmeisers conduct subsequent to the water line break at his home was neither complimentary nor responsible.

Non mancano poi le stranote cause incrociate contro Monsanto di cui abbiamo già in parte discusso. Cause che ha sempre perso o negoziato (poco conta cosa lui dica - si è infatti accordato con Monsanto, extragiudiziariamente, per il pagamento della procedura standard di bonifica per il valore di 660 $ che gli era già stata proposta nel 2005).

Earlier this week, Mr. Schmeiser – through his lawyer – approached Monsanto Canada and offered to settle this matter prior to the scheduled hearing on the case set for Wed. March 19, 2008. Since the outcome was essentially the same offer Monsanto had previously made in the fall of 2005, Monsanto Canada settled with Mr. Schmeiser on terms agreeable to both sides.

Buffa poi la causa intentata (e persa) dalla moglie Louise (che peraltro non si è mai presentata in tribunale) a Monsanto per 140 $ (sic!), per una presunta "contaminazaione" del suo orto biologico. Certo che, anche supponendo che della colza (GM o no che sia) fosse giunta nel suo orto, resta comunque da chiedersi cosa, di commestibile, avrebbe potuto "contaminare". Si ha come l'impressione che il suo tentativo fosse unicamente quello di continuare ad intentare cause a Monsanto (pagate con le collette raccolte nei suoi viaggi per il mondo) al fine di avere almeno una vittoria "netta" in tribunale da poter sbandierare pubblicamente e con quella coprire le sconfitte (una sorta di gratta e vinci, a forza di comprare biglietti, 5 euro li vinci!). Una vittoria che purtroppo, per lui, non è mai avvenuta.

Insomma, questa è a grandi linee la storia, principalmente giudiziaria, che ha portato Percy Schmeiser, l'uomo da 417 ettari di OGM, in Italia in veste di GURU del biologico.

Vi lasciamo ora a ciò che ha raccontato (inframezzato dalle nostre note) nell'italica penisola, buona visione!






Si ricorda che è possibile guardare i video anche in HQ (aumenta la leggibilità dei link).

In ogni caso se volete saperne di più sui diversi temi trattati li riportiamo anche qui:

- Il processo della Cittadina di Bruno contro Schmeiser
- Aumento delle rese e riduzione degli agrochimici negli OGM
- La sentenza Monsanto vs Schmeiser
- La nota sulla causa a Monsanto della moglie di Schmeiser
- La versione Monsanto dell'accordo extragiudiziario
- La versione di Schmeiser
- La coesistenza
- Il caso Starlink
- L'export di colza canadese
- Le superfici OGM canadesi (1996-2008)
- La Bio-diversità OGM

Buon approfondimento!

martedì 3 marzo 2009

I panni sporchi si lavano a caso

Forse non tutti sanno che ieri era in discussione a Bruxelles la soppressione delle moratorie sugli OGM (in particolare il Mon810) in Austria e Ungheria.

Le cose si sa, in tempo di crisi soprattutto, richiedono decisioni forti. E decisioni forti sono state. Con una maggioranza quasi bulgara (tutti contro 4) i paesi membri hanno deciso di mantenere la moratoria nei 2 stati, e con tutta probabilità la manterranno, quando sarà il momento di decidere, anche in Francia e Grecia.

I motivi della scelta sono stati spiegati bene dalla nostra Ministro.

«Non sono mai stata una ogm-scettica - ha spiegato Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente - quello di oggi è stato un voto sui rapporti istituzionali tra la Commissione europea e gli Stati membri per garantire la possibilità per ciascun Paese di avvalersi della clausola di salvaguardia, che consente ad una singola nazione dei vietare, se lo ritiene, la coltivazione di organismi geneticamente modificati. Non si tratta quindi di una pronuncia sulla autorizzazione alla coltivazione di prodotti transgenici, ma sui rapporti Commissione europea-Stati membri»

Questa affermazione ha però un senso? (oltre a quello politico, ovviamente)


La clausola di salvaguardia

Per capire se essa abbia un suo senso normativo appare innanzitutto fondamentale capire cosa sia questa benedetta clausola di salvaguardia.
Di solito, per vederci chiaro appare opportuno leggersi le leggi, nella fattispecie la Direttiva 2001/18 la quale all'art. 23 recita:

1. Qualora uno Stato membro, sulla base di nuove o ulteriori informazioni divenute disponibili dopo la data dell'autorizzazione e che riguardino la valutazione di rischi ambientali o una nuova valutazione delle informazioni esistenti basata su nuove o supplementari conoscenze scientifiche, abbia fondati motivi di ritenere che un OGM come tale o contenuto in un prodotto debitamente notificato e autorizzato per iscritto in base alla presente direttiva rappresenti un rischio per la salute umana o l'ambiente, può temporaneamente limitarne o vietarne l'uso o la vendita sul proprio territorio.

Ovvero, se scopri strada facendo che un OGM può avere delle controindicazioni sanitarie o ambientali puoi bloccare la sua commercializzazione.

Si presuppone dunque che Austria e Ungheria abbiano trovato qualcosa di brutto su questo maledetto Mon810, giusto?


Cosa bolle in pentola

Quando uno Stato trova qualcosa di brutto su un OGM deve comunicarlo subito alla Commissione, la quale tra le varie cose chiede un parere all'EFSA. Vediamo dunque come sono andate le cose in questo caso.

Austria

Sappiamo che l'Austria, da diversi anni ormai, ha una forte passione OGM-free tanto che pare aver delegato la materia all'ufficio stampa di Greenpeace. In ogni caso, il 10 giugno 1999 e l’8 maggio 2000 (9 anni fa!!!), adotta la clausola di salvaguardia per il Mon810 e il T25.

Nel febbraio 2004 e nel novembre 2007 (5 e 7 anni dopo!!!), l’Austria ha fornito ulteriori informazioni a sostegno del divieto introdotto.

La Commissione europea ha richiesto con lettera in data 18 aprile 2008 (8 anni dopo l'adozione della clausola!!!) il parere scientifico dell’Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA), la quale in SOLI 8 MESI (sic!), ha adottato il seguente parere.

"Al termine dell’esame dei riscontri contenuti nella notifica austriaca, il gruppo di esperti scientifici sugli organismi geneticamente modificati (gruppo di esperti GMO) dell’EFSA ha concluso che non sussistono nuovi elementi scientifici idonei a invalidare le precedenti valutazioni dei rischi condotte sul mais MON810 e T25. Ne deriva pertanto che non sono stati prodotti riscontri scientifici specifici, in termini di rischio per la salute umana, degli animali e per l’ambiente, idonei a giustificare l’adozione di una misura di salvaguardia ai sensi dell’articolo 23 della direttiva 2001/18/CE"

Ungheria

Più o meno stessa storia, sennonchè i tempi si accorciano giusto un po'. Infatti l'Ungheria invoca la clausola il 20 gennaio 2005 e la procedura si conclude con il parere dell'EFSA che viene rilasciato già il 2 luglio 2008. Conclusione?

"Non sono state pertanto fornite evidenze scientifiche specifiche, in termini di rischio per la salute umana e animale e per l’ambiente, che giustifichino un divieto all’uso e alla vendita del mais MON810 in Ungheria."


Alcune riflessioni conclusive

Se si può essere concordi, in linea di massima, sul principio che ciascuno è padrone in casa propria, non pare altrettanto condivisibile tale applicazione "disinvolta" della clausola di salvaguardia. Questa clausola infatti è pensata per tutelare la salute dei cittadini e l'ambiente. Adottarla come strumento economico-politico in chiave protezionistica o, ancor peggio, propagandistica, è disperante per almeno 3 motivi:

1) si piega la scienza (o suoi sottoprodotti) per supportare posizioni ideologiche (non è una novità, direte voi, ma non per questo, aggiungo io, è meno fastidioso);

2) si induce il cittadino a pensare che esistano rischi che non esistono, ingenerando false paure solo per calcoli politici;

3) si indeboliscono le istituzioni europee (come l'EFSA) che non si piegano a questi giochi, fino ad arrivare a screditarle quando non si allineano.

Però, ne ha fatte di cose questo voto bulgaro!

Come nota a margine, ditemi se per caso avete visto un qualche articolo di giornale che citasse correttamente la clausola di salvaguardia e che evidenziasse la sua non corretta applicazione... se ve ne sono stati, ovviamente!

Piuttosto ho visto che abbondano eruditi commenti di sedicenti liberati (dagli OGM, ovviamente!) che parlano di difesa dell'agricoltura di qualità (e cosa c'entra?) o di bella lezione politica (ovvero nel trasformare il vino in acqua - una clausola per la tutela dei cittadini in uno strumento di marketing politico), e chi più ne ha più ne metta.

Campa legalità, che l'erba cresce!*

*Sì, perchè uno si fa tutta la trafila europea, spende vagonate di € per far approvare la sua varietà OGM e poi cosa ottiene? una serie di moratorie nazionali, basate su prove farlocche che vengono raccolte e presentate con anni di distanza, che gli impediscono di far uscire un solo seme dal suo magazzino. E poi si domandano perchè gli OGM sono in mano alle multinazionali?!?!?!
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