lunedì 2 febbraio 2009

Le figlie di Madama Dorè

Vorremmo per un attimo tralasciare polli, terra e latte (crudo e cotto), per tornare sull’argomento da cui questo blog ha avuto origine e trae la sua linfa vitale, cioè le piante transgeniche e i vari miti che le circondano.

Il mito del giorno

Se facessimo un sondaggio chiedendo in giro quante varietà GM sono in commercio, probabilmente, accanto ad una marea di "non so" e "boh", troveremo che i più informati diranno, magari con un po' di sicumera: "solo 4 colture e solo 2 caratteri".

I più militanti aggiungeranno che: “questo dimostra che gli OGM [parola che ci fa venire l’orticaria per quanto è imprecisa, ndA] non funzionano poi così tanto" e qualcuno anche che "sono una minaccia per la biodiversità naturale, perchè, quando arriva l’oggi M, per prima cosa elimina tutta la moltitudine di varietà - rigorosamente naturali - di una data coltura, soppiantandole, e poi propagandosi nell’ambiente senza alcun controllo e ritegno”.

Sarà vero? o sarà solo l'ennesimo mito propagandato con efficacia?

Per scoprirlo bisogna ricercare.
Fortunatamente, in questo caso, bastano solo un po' di conoscenze informatiche e curiosità per scoprire la verità visto che le informazioni, quelle vere ed incontrovertibili, sono accessibili a tutti. Ma andiamo per gradi.

Cosa si dice in giro.

Se cerchiamo su google: "Biodiversità e OGM", troveremo molti link sul tema e vedremmo subito che le idee sono chiare (almeno sulla carta digitale): “Le specie nuove [quelle GM] non debbono soppiantare quelle preesistenti. La biodiversità deve essere custodita nel mondo perché è una ricchezza di tutti.”

oppure: “il transgenico infatti privilegia la standardizzazione delle colture, la perdita delle loro specificità.”

E così via...

Quindi sembra vero che, almeno nel sentire comune, i transgenici siano un rischio *reale* per la biodiversità sia intraspecifica (ovvero per il numero di varietà della stessa specie), sia per quella generale.


La biodiversità intraspecifica

Oggi vorremmo concentrarci solo sul rischio per la biodiversità intraspecifica, per quella generale promettiamo di tornarci in futuro.

Se la gente, o meglio i detentori della Verità digitale, affermano con così tanta forza che gli OGM distruggono la biodiversità dovranno pur basarsi su qualche dato. Sarà però in qualche modo possibile, popperianamente, verificare (tentare di falsificare) la loro teoria?
Insomma, quali evidenze sono oggi disponibili per sostenere questo rischio?

Pensandoci bene, potremmo andare a verificare quanti sono gli eventi OGM oggi autorizzati su AgBios.
O, ancora meglio, potremmo verificare il numero di varietà GM (non gli eventi) autorizzati.
Se, ad esempio, un tempo c’erano, diciamo, 100 varietà di soia e adesso ce ne fosse solo una, ovviamente la soia GM Roundup Ready (RR), prodotta della madre di tutte le multinazionali brutte e cattive (la Monsanto, giusto per non fare nomi), potremmo anche noi dire, con cognizione di causa, che la soia RR ha ucciso la biodiversità intraspecifica. Giusto?

Bene, partiamo con le nostre ricerche!


Ma quante belle figlie Madama Dorè!

Partiamo da un libro uscito nel 2006 e che raccoglie gli interventi di un convegno del 2003 (Plant Breeding: The Arnel R. Hallauer International Symposium - si può leggere anche online) a pagina 24 del primo capitolo si legge: “Today there are over 1000 Roundup Ready® soybean varieties commercially available in the United States and Canada. Walker (2002) estimated that since 1996 approximately 800 Roundup Ready® varieties have been used commercially and replaced with new Roundup Ready® varieties.

Nell'italica lingua suona più o meno così: "Oggi ci sono più di 1000 varietà di soia RR disponibili sul mercato Americano e Canadese. Walker ha stimato che dal 1996 800 varietà RR sono state usate commercialmente e rimpiazzate con nuove varietà RR".

Senza dubbio quindi, quando dico Soia GM Roundup Ready, NON dico 1 varietà di soia, ma piuttosto centinaia/migliaia di varietà diverse che però presentano ANCHE il transgene e quindi il carattere RR. Insomma per dirla con una vecchia filastrocca: Ma quante belle figlie Madama Dorè!

Per approfondire il tema andiamo anche a spulciare ad esempio l'archivio dell'INASE (Instituto Nacional de Semillas, cioè l’Istituto nazionale delle sementi argentino) con un po' di fatica riuscirete a trovare in una pagina dedicata alla statistica delle sementi, il seguente file:VARIEDADES GENÉTICAMENTE MODIFICADAS (OGM) A ENERO DE 2007 Nel documento troverete la seguente tabella:

I valori rappresentano il numero, anno per anno, di nuove varietà di soia approvate per la semina in Argentina.

2 sono i dati che balzano all'occhio:

1) in 10 anni solo in Argentina sono state registrate più di 650 varietà RR DIVERSE (o, se vogliamo, BIO-diverse), una media di 65 anno! Secondo voi questo per la biodiversità intraspecifica cosa significa? Non significa per caso che questi hanno preso tutte le loro varietà storiche e gli hanno inserito il carattere RR?

2) oggi quasi tutte le nuove varietà registrate sono RR, un carattere genetico che evidentemente non funziona! - (guardate anche la data dell'articolo)

Nel documento dell'INASE trovate anche un altro dato molto interessante ovvero che, la maggior parte di queste nuove varietà RR non è registrata da Monsanto, ma da produttori nazionali! E la tendenza è in crescita!


La più bella l'ho già scelta, Madama Dore!

Sebbene questi dati parlino da sè, lasciateci svolgere un paio di conclusioni.
In primo luogo appare evidente che Madama Dorè ha moltissime belle figlie (e queste sono più belle di quelle degli altri) ed in secondo luogo, ciascuno può scegliersi quella che più gli piace (quella che meglio si adatta al suo stile). Altro che morte della biodiversità intraspecifica!

Con buona pace di coloro che si divertono ad intasare il web con la loro mitologia da 4 soldi.
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