domenica 27 luglio 2008

Il gioco si fa duro... e qualcuno lo sa.

L'estate è iniziata e con la calura cala anche l'attenzione su un tema interessante più per le sue implicazioni socio-politiche che per la nostra quotidianità (non possiamo e non potremmo fare a meno degli OGM, che piaccia o no).

Se tutto tace però non significa che sotto sotto qualcosa si muova, anzi. Sotto la superficie si stanno preparando le grandi manovre per la ripresa di stagione. In particolare ci sono due segnali che preludono a non trascurabili cambi di rotta per la prossima stagione.


I perchè del probabile cambio di rotta

Tutto nasce dalla drammatica situazione in cui si è ficcata l'Europa che, a causa della sua intricatissima selva normativa per le autorizzazioni, si è trovata a vivere il paradosso di dover rifiutare le derrate di cui ha bisogno per la presenza di tracce di OGM non ancora autorizzati dovendo ripiegare su altri fornitori, ma a costi altissimi.


Sempre a causa della sua intricatissima selva normativa si è pure beccata un pesante contenzioso in WTO che l'ha vista perdente e con il quale sta cercando di fare i conti prima che partano le sanzioni. A dire il vero tutto il problema si risolverebbe facilmente, a patto che la politica (dei nazionalismi e del "io sono contro gli OGM senza se e senza ma") faccia un passo indietro e prima di prendere decisioni "avventate" ascoltasse i pareri che le giungono da coloro che si è scelta come consiglieri, Altrimenti a cosa servono?

Comunque si sà... chi è causa del suo mal, pianga se stesso.


Le contromisure in ebollizzione (a fuoco molto lento)

Innanzitutto pare che l'Europa, stando ad un documento interno della DG Health, si appresti ad abbandonare il porto tempestoso della Tolleranza Zero (*) i cui effetti disastrosi abbiamo potuto ammirare anche in Italia nel 2003 quando il Governatore del Piemonte Ghigo (senza se e senza ma, appunto) fece dstruggere 180 ettari di mais NON OGM per tracce più o meno dello 0,1% di OGM. L'analisi della Regione Lombardia in questo senso è illuminante.

Pare inoltre che Barroso abbia chiesto a ogni governo nazionale di indicare un negoziatore unico sul tema OGM, in modo tale da discutere con un unico interlocutore per ogni paese le vie di uscita dal contenzioso WTO. Vedremo chi indicherà l'Italia.


La controffensiva delle società (civile ed economica)

Nel frattanto i grandi danneggiati da questa politica attendista e inconcludente (e pertanto penalizzante) cominciano a perdere la pazienza e a chiedere il conto. Ed ecco che BASF porta l'EU in tribunale per la sua amflora ancora ferma al palo impantanata nel processo autorizzativo.

Non è da meno un agricoltore tedesco, Christoph Plass di Liebenwalde, che ha sporto denuncia contro il distretto di Brandeburgo, in quanto ritiene che gli 800 metri impostigli come distanza di sicurezza da aree naturalistiche sia eccessiva e vada contro il suo diritto di scegliere cosa coltivare. Certo che, se in Spagna bastano 25 metri (andrebbero bene anche i 50 o magari i 250... ma 800???), come dargli torto?

A loro auguriamo miglior fortuna della nostra Futuragra, del cui ricorso il TAR del Lazio se ne è lavato le mani.


Note a margine

* Sembrerà poco passare da 0 a 0,1%, ma vorremmo ricordare che tra 0 e 0,1 stanno infiniti numeri. E non è poco togliere dalla graticola della gente che non sa se gli rifiutano un prodotto o gli distruggono un campo per traccie dello 0,02% di OGM.
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