giovedì 13 marzo 2008

Golden Rice: La storia infinita

É ormai chiaro che le agrobiotecnologie sono il nuovo Male del mondo (se l'avida e gretta umanità rinunciasse agli OGM infatti vivrebbe in pace, ciascuno avrebbe finalmente un reddito decoroso, sparirebbero le malattie, il dolore, per non parlare della morte e in più, compreso nel prezzo, ci sarebbe anche l'eterna giovinezza per tutti!... devo verificare se sono ancora disponibili anche le 40 vergini... ora non ricordo).

Davanti a questa strepitosa mega-offerta è ovvio che il rifiuto verso gli OGM (e le agrobiotecnologie più in generale) non può che essere radicale: senza se e senza ma, anche quando esse, "piegando il capo", si mettono al servizio di finalità "nobili", come il salvare colture tradizionali dall'estinzione o, ancor piú nobili, l'alleviare problematiche alimentari e malattie che affliggono il nostro povero mondo.

Ma veniamo alla storia di oggi, che vorrebbe raccontare di un ricercatore che, riconosciuto un problema, ha cercato di proporne un rimedio (che sciocco!). La sua soluzione infatti aveva un grosso unico difetto quello di essere "biotecnologica". In questi casi si ha infatti l'obbligo di sostare - lungamente - in Piazza della Vittoria e di transitare per tutte le caselle IMPREVISTO che, imprevistamente appunto, si moltiplicano sul tabellone, anche dove un secondo prima tutti si era letto Vicolo Corto.

Questa è la storia di Ingo Potrykus e del Golden Rice.


Ipovitaminosi A, cecitá, paesi in via di Sviluppo
L'Organizzazione mondiale della sanitá ha stimato che tra i 100 e i 140 milioni di bambini sotto i 5 anni sono a rischio di carenza di vitamina A: il 69% dei bambini del Sud-Est Asiatico e il 49% dei bambini africani si trovano in questa condizione. La carenza di vitamina A (in inglese VAD, vitamin A deficiency) porta a diverse conseguenze, la cui gravitá é proporzionale all'entitá della carenza. La prima manifestazione é la xeroftalmia, cioé l'impossibilitá di produrre lacrime con conseguente secchezza degli occhi, per poi passare alla cecitá notturna fino ad arrivare alla cecitá totale e irreversibile.

Altre conseguenze sono anemia, disfunzioni riproduttive, turbe dell'accrescimento, aumento della suscettibilitá alle malattie, e quindi maggiore mortalitá.
Il fattore fondamentale per cui i bambini dei Paesi in via di sviluppo soffrono di VAD é la malnutrizione: lo scarso accesso a frutta e verdura ricchi in vitamina A, che si aggrava nelle stagioni in cui la frutta manca del tutto, associato in generale alla mancanza di grassi e alimenti di origine animale nella dieta.


L'idea del Golden Rice
I ricercatori si sà sono dei tipi strani che hanno idee balzane, tendono a pensare, alle volte, cose del tipo: "guarda questo problema, fa soffrire milioni di persone, vediamo se riesco, con quel che sono capace di fare, ad aiutare ad alleviarlo". Insomma, credono ancora nell'utilità della ricerca e dell'innovazione per migliorare questo mondo. Poveri illusi (come vedremo, in tutti i sensi).

Nella fattispecie il ricercatore in questione è il prof. Ingo Potrykus di Zurigo che ebbe proprio un'idea di questo tipo alla fine degli anni '80 partendo dalle seguenti considerazioni:

1) il maggior componente della dieta delle popolazioni a rischio di VAD é il riso,
2) il riso é disponibile in tutte le stagioni (anche quando la frutta non c'é)
3) il riso é carente in vitamina e provitamina A (B-carotene)
4) perché non provare a modificare geneticamente il riso perché produca provitamina A?

Ci sono voluti parecchi anni di ricerche ed il supporto della Rockfeller Foundation, dell'UE (sì, il golden rice è anche "roba nostra") e della Svizzera, ma dal 1999 il golden rice c'è. Esiste. Inoltre, dopo un'infinita trafila, prof. e coll. sono riusciti a svolgere anche la prima sperimentazione in campo nel 2004 in Louisiana.


Le critiche

Come prevedibile le critiche non si sono fatte attendere. Ma in questo caso i detrattori si sono davvero sprecati. Tra le "standard" c'é il solito argomento del terribile impatto ambientale degli ogm (impatto che è sempre e comunque sconosciuto, ma senza dubbio devastante), obiezione particolarmente risibile in questo caso, ma come ben si sà tutto fa brodo…

Vediamone però qualcuna di cui vale almeno la pena fare menzione:

Provitamina A nel Golden Rice: troppa o troppo poca?
Ebbene sí, sembra assurdo, ma sono state mosse entrambe le accuse al Golden Rice, e ben prima che si mettesse alla prova sul campo.

Nel 2000, poco dopo l'uscita dell'articolo di Science, infatti Vandana Shiva denunciava il potenziale tossico di una esagerata assunzione di vitamina A che poteva scaturire dalla diffusione del riso arricchito. Peccato che la "scienziata" Shiva (sarebbe meglio fosse anche schiva...) sia una cippa in biologia e non sappia distinguere tra vitamina A e pro-vitamina A (il B-carotene prodotto dal GR). La prima è tossica se assunta in grandi quantità, la seconda no. Chapeau alla laurea in fisica della Bandana.

Qualcuno deve aver sparso in giro la voce della cantonata presa ed ecco che, qualche mese dopo, tocca a Greenpeace scandalizzarsi, questa volta di fronte ai contenuti "ridicoli" di B-carotene presenti nella prima linea di Golden Rice sviluppata (1,6 microgrammi/g) dicendo che "un semplice calcolo mostra che un adulto dovrebbe mangiare 12 volte le normali quantitá di riso per ottenere la dose giornaliera raccomandata di provitamina A". Peccato che facendo qualche piccola verifica si scopra che: Greenpeace prende come riferimento i livelli raccomandati per una crescita ottimale (500 e 850 microgrammi/giorno) e non quelli sufficienti a prevenire i segni clinici di ipovitaminosi. In realtà basterebbe leggersi le linee guida FAO/OMS, per scoprire che i livelli riportati da Greenpeace dovrebbero essere tagliati esattamente a metá (come probabilmente anche tutto quello che dicono).

Andrebbe poi aggiunto che è sensato aspettarsi che il Golden Rice non fornisca il 100%, ma magari (tanto per dare una cifra) solo il 30% della provitamina A assunta. Nei casi però dove la carenza è più forte, questo apporto in più potrebbe far passare l'assunzione dal 10% della dose raccomandata al 40%, riuscendo così a prevenire le condizioni patologiche estreme (cecità e suscettibilità alle malattie). Non male per un semplice integratore che non si vede perchè è già contenuto nel riso che abitualmente mangio!

Ma poi c'è da dirla questa cosa... nessun ricercatore si è mai messo in testa di avere LA RISPOSTA, ma semmai di dare un contributo ad essa... visto poi che i metodi attuali per il contenimento della VAD proposti dalla comunità internazionale o dai vari movimenti, quali l'estemporanea coltivazione della Moringa oleifera magari nelle favelas delle megacities, si presentano come ben più che perfettibili, perchè non aggiungere anche questo strumento nella nostra cassetta degli attrezzi per contrastare la VAD?

In ogni caso, negli anni il Golden Rice Project ha saputo sviluppare da quella linea originaria (che aveva solo un pizzico di B-carotene) nuove linee che contengono addirittura 23 volte il livello di beta-carotene originale. Questo processo, per chi non ne fosse al corrente, si chiama MIGLIORAMENTO GENETICO ed è comunemente usato in agricoltura per migliorare le specie agrarie e animali. Può non piacere, ma funziona e stranamente pare essere l'unico metodo che non richiede di procedere allo sterminio di esseri umani.

Il Golden Rice è il cavallo di troia delle multinazionali
Ebbene sí, ci sono delle multinazionali coinvolte nel progetto Golden Rice, e sappiamo che questo fa puzzare subito l'arrosto di bruciato. Ma forse vale la pena di capire se ci sia solo qualche sordido sotterfugio delle corporation o se invece il progetto sia effettivamente umanitario e i beneficiari coloro che ne hanno veramente bisogno (dato che si tratta di una questione di vita o di morte). Per non dimenticare che ci stanno tutti facendo una capa tanta con questa benedetta CSR, ora, se qualcuno un po' di questa responsabilità se la piglia allora benvenga!

300Non é un mistero che per fare ricerca ci vogliano soldi: il progetto iniziò grazie a un finanziamento della Rockefeller Foundation, tuttavia in fasi piú avanzate gli ideatori si sono resi conto che la collaborazione di un'azienda privata con una forte competenza in questo campo era indispensabile (non foss'altro per l'esperienza non solo nella tecnologia, ma anche e soprattutto nelle questioni normative e brevettuali ad esse connessa - questioni su cui torneremo, per ora vi invitiamo a leggervi questo pezzo molto interessante - sapendo inoltre che la procedura d'approvazione degli OGM é particolarmente complessa e lunga). Il primo partner del progetto fu Zeneca, che non nascose di avere interessi commerciali nel "Primo mondo", ma assicurò la diffusione nel "Terzo mondo" a titolo gratuito. Successivamente Syngenta, che ha ereditato questo progetto da Zeneca, ha rinunciato a un qualunque interesse commerciale, non foss'altro perché l'arricchimento del riso con carotenoidi non ha un grande potenziale in termini commerciali in Paesi in cui l'assunzione di vitamina A é piú che sufficiente. Il risultato é che, nonostante ci siano effettivamente dei brevetti sulle tecnologie del Golden Rice, nessuno di questi oggi impedisce che questo riso sia donato ai governi in modo che possa essere reso disponibile gratuitamente agli agricoltori delle aree a rischio.
Che Syngenta faccia di ciò una parte della propria CSR a noi, personalmente, non fa altro che piacere.

Il Golden Rice è una bufala, perchè non ha funzionato, non c'è, chi l'ha mai visto?
Questa è un'obiezione molto cara anche qui da noi. Usata a più riprese anche dal prof. Buiatti e dal nostro magico Capanna. Insomma il Golden Rice se dal 1999 ad oggi a quasi 10 anni di distanza non è ancora entrato in commercio ci sarà un motivo ed il motivo è che non funziona!

Bene, anche noi qui non possiamo che dire che qualche problemino c'è stato, ma spiace però sottolineare che non è stato di natura scientifica.

Dopo essere stato accusato di essere un folle (e anche di peggio), oggi il prof. Potrykus ha una sola grande frustrazione: il non poter mettere alla prova il Golden Rice a causa di processi di autorizzazione lunghi e enormemente costosi che sono il vero ostacolo che impedisce che un riso arricchito di provitamina A (sic!) arrivi alle bocche di chi ne ha bisogno. Nessuno dice che non ci debbano essere adeguati studi di sicurezza prima di diffondere una nuova pianta geneticamente modificata, il problema é che gli studi dovrebbero essere commisurati al rischio, e non disgiunti dall'analisi dei benefici. Invece per l'approvazione é necessario presentare dati che necessitano anni (oltre che un mare di soldi) per essere prodotti, e la cui utilitá risulta in certi casi assai scarsa se non del tutto assente. Grazie a tutto ciò questo nuovo strumento non sarà disponibile prima del 2014 con buona pace di chi anche per un soffio, grazie ad esso, avrebbe potuto risparmiarsi la VAD. I loro ringraziamenti, a chi a contribuito a ciò, ve li risparmiamo.

A noi, che grazie a Dio di questi problemi non ne abbiamo, verrebbe da dire che di rischi connessi al Golden Rice proprio non riusciamo a vedere, visto anche che ha passato indenne tutta la trafila (non quella UE, ma in termini scientifici una equivalente), ma evidentemente non riescono a trovarne di seri nemmeno quelli che ad esso si oppongono. Eppure, invece di chiedere a gran voce, da paladini della giustizia quali si sentono, di metterlo alla prova dei fatti e nei campi essi continuano ad opporsi, perchè sono convinti che, se esistesse anche un solo OGM buono, perderebbero il super-premio... e l'eterna giovinezza mediatica che tuttora dà loro un tema come questo.


Nota a margine

Tanto per capirci su che razza di personaggi girano in questa storia, leggetevi questa chicca dove Potrykus, tra le altre cose, racconta di come Greenpeace ha rubato i semi di Golden Rice destinati all'IRRI. E bravi i nostri eroi.

Chissà cosa si inventeranno per far slittare al 2000 e mai il suo utilizzo, rendendo infinita una storia che dovrebbe essere già una realtà del nostro presente.
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