mercoledì 31 marzo 2010

Im-potenti (ma qualcuno si fida ancora di questa gente?)

Probabilmente non molti di voi ricorderanno lo studio austriaco di qualche anno fa che sosteneva che i topini alimentati con un OGM (il NK603xMon810) diventavano sterili.

Noi, ad esempio, ne avevamo parlato qui.

La cosa più interessante della vicenda è che non vi fu un comunicato stampa di presentazione dei risultati da parte del governo o dell'ente di ricerca, ma fu direttamente Greenpeace a dare, come fonte primaria, la notizia (e potete immaginarvi i toni). Cosa non proprio ortodossa che aveva, non solo in noi, sollevato perplessità.

L'Austria aveva comunque inserito lo studio nel dossier con cui giustificava l'adozione della Clausola di Salvaguardia e il blocco degli OGM sul suo territorio. Blocco, peraltro, le cui basi scientifiche sono poi state rigettate dall'EFSA.

Bene, è di pochi giorni fa la notizia che l'Austria ha ritirato lo studio per "insufficienza di prove".

Già ad ottobre 2009 le cose non promettevano bene, infatti la Commissione riportava:

La delegazione austriaca ha indicato che i ricercatori non hanno ancora inviato un report soddisfacente sullo studio, in particolare riguardo l'analisi statistica dei dati, e che i Ministeri austriaci non fanno più affidamento di ricevere tale report.

Vi ricorda qualcosa? A noi sì. Pare proprio che la statistica sia il tallone d'Achille dei ricercatori anti-OGM.

In ogni caso, la decisione austriaca di ritirare lo studio è ora ufficiale. Certo, resta da chiedersi come prenderà la cosa Greenpeace. Dopotutto si era spesa così tanto per diffondere la notizia...

...pare comunque che, più che i topi, qui siano certi attivisti ad essere impotenti... almeno davanti al metodo scientifico.

Resta ora solo da capire il perchè, nonostante l'esorbitante numero di bufale e cantonate che questi stanno rimediando da ormai quasi 2 decenni (credo ci si potrebbe scrivere un libro), vi sia ancora gente disposta a credergli e a offrire loro risonanza mediatica a buon mercato.

sabato 27 marzo 2010

La teoria della montagna di merda® e la politica OGM

Dobbiamo fare coming out e ammettere che anche noi siamo sostenitori della "teoria della montagna di merda®". Essa sostiene che un idiota puo' produrre piu' merda di quanta tu non possa spalarne.*

In altre parole essa spiega il perchè vinceranno sempre i cialtroni, ossia perche' la competenza costa piu' dell'incompetenza.

Avevamo in programma di dimostrare l'estendibilità di tale teoria anche al mondo degli OGM dopo l'exploit del de-cretino firmato Zaia, ritenendo che esso avesse raggiunto il limite più basso dello storto diritto e della farloccheria anti-OGM. Peccato ci sbagliassimo.

Abbiamo infatti ricevuto da Piero Morandini, ricercatore dell'Università di Milano, la segnalazione di un'interrogazione parlamentare a firma del Senatore della Repubblica Tomaso (con una m sola) Zanoletti che, a quanto pare, supera il de-cretino di molte lunghezze.

Ci limitiamo pertanto a riportare il testo dell'interrogazione. I commenti sono stati redatti dallo stesso Morandini.

Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 353 del 23/03/2010.

ZANOLETTI - Ai Ministri della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:

le società multinazionali stanno invadendo il mondo con Organismi geneticamente modificati (Ogm) "segretati", di cui non si conosce la modifica apportata ai vegetali perchè coperta da segreto industriale;

L’affermazione è farneticante. Tutti i dettagli del gene, della trasformazione, analisi dei rischi, pubblicazioni, ... sono pubblici e visibili ad esempio qui.

i virus transgenici con cui oggi si realizzano gli Ogm penetrano nel DNA della pianta, modificandola in maniera sconosciuta;

L’affermazione è falsa perchè a) non si usano virus, b) la modifica è conosciuta (la stessa cosa non è possibile dire per migliaia di piante coltivate, tra cui, ad esempio, piante di frumento come Creso, ampiamente usato in Italia per fare pasta).

tali virus transgenici dovrebbero restare latenti, ma nulla può escludere che possano anche riattivarsi in maniera analoga a noti virus tumorali induttori di leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi;

A parte che non sono virus e quindi non possono neanche riattivarsi, ma se anche fosse vero, a maggior regione non si dovrebbero mangiare carne, formaggio, latte, frutta e verdura per gli stessi motivi perchè spesso contaminati da virus di varia natura, spesso di origine animale e quindi presumibilmente più pericolosi per l’organismo umano. Per non parlare dell’acqua di mare che contiene tra 10 milioni e 100 Miliardi di particelle virali o virus-simili per litro.

essi possono anche essere portatori di malattie nuove o di malattie abbastanza simili a ben note sindromi purtroppo ancora poco comprese nella loro dinamica (AIDS, Mucca Pazza, eccetera);

Non solo non esiste alcuna evidenza che le piante transgeniche oggi in commercio abbiano causato anche solo un raffreddore, ma c’è ampia evidenza degli enormi benefici ambientali e sanitari. Propagare tali menzogne e illazioni non fa altro che ritardarne l’introduzione in vari paesi negando ai rispettivi popoli i benefici. Per esempio, l’opposizione e l’isteria qui descritta su piante come il mais Bt colpisce i nostri maiscultori oltre che le popolazioni povere del Guatemala costringendole a mangiare mais contaminato da micotossine, che sono causa di malattie come la spina bifida.

il Cauliflower Mosaic Virus (CaMV) utilizzato dalle multinazionali Ogm per modificare geneticamente le piante è in grado di penetrare e di replicarsi anche nelle cellule degli animali, comprese quelle dei mammiferi e anche quelle umane, in quanto possiede particolari promoters (motori di attivazione genetica);

Non viene usato il CaMV, ma solo un pezzo del suo DNA, che risulta quindi tanto efficace a causare infezioni (nei cavli peraltro) quanto la testata di un motore è efficace da sola a far andare una macchina. Il virus intero è peraltro abbondante in molti ortaggi, principalmente piante come cavolo, cavolfiore, broccoli, colza... (Shepherd RJ, 1981. Cauliflower mosaic virus. AAB Descriptions of Plant Viruses No. 243.)

consumando prodotti modificati geneticamente con il CaMV, quest'ultimo può generare un super virus capace di propagarsi nelle piante ad uso alimentare, negli insetti (ad esempio nelle zanzare), e quindi arrivare all'uomo;

Si potrebbe anche ipotizzare che una pianta di mais sia capace di camminare e di andare in giro a strangolare i passanti, ma tale ipotesi valgono solo in universi paralleli a quello conosciuto.

non avendo a disposizione l'informazione di base relativamente agli Ogm "segretati", non è possibile neppure predisporre metodi di analisi e controllo;

Affermazione falsa. Tanto e vero che vengono fatti controlli, anche da privati, sulle migliaia di tonnellate di prodotti importati per la presenza di prodotti approvati e non approvati nell’Unione Europea. La tolleranza zero verso le varietà non ancora approvate rischia di causare un tracollo della zootecnia della UE.

tali Ogm sono prodotti negli Stati Uniti ed altri Paesi dove non vengono separate le filiere Ogm e le esportazioni possono risultare contaminate, rendendo la situazione intollerabile oltre che rischiosa,

Se non li segregano nei paesi di origine vuol dire che le autorità locali non li giudicano pericolosi. Essendo consumati anche da loro e da molti altri paesi risulta difficile credere che tutti questi paesi (produttori o importatori) non si preoccupino minimamente di tutelare la salute pubblica. I complotti globali possono certamente esistere, ma questo sembrerebbe proprio di proporzioni galattiche (e ipotizzato su una enorme serie di informazioni false o comunque fantasiose)

si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno, per motivi di sicurezza e garanzia della salute, ottenere dai Paesi produttori le informazioni di base per programmare e disporre dei metodi di analisi e controllo;

Come specificato le informazioni esistono già, sono accessibili a tutti e già usate da molti enti di controllo, anche italiani.

se non intendano incaricare l'Istituto superiore di sanità e l'Istituto zooprofilattico di approfondire lo studio delle produzioni di Ogm "segretati", vale a dire quelli di cui non si conosce la modifica apportata;

se non ritengano utile, infine, separare le diverse filiere Ogm per evitare possibili contaminazioni nelle esportazioni.
(4-02892)

solo sarebbe più costoso, ma già adesso risulta praticamente impossibile visto che importiamo circa il 90% del nostro fabbisogno di soia e che il 77% della soia coltivata a livello mondiale è transgenica.


Una nostra nota conclusiva

Il nostro sistema prevede che il popolo, con il suo voto, democraticamente elegga dei rappresentati che delega per affrontare e "risolvere", in sua vece, i problemi del paese dedicando il proprio tempo e la propria intelligenza.

A quanto pare il sistema, alla luce dei risultati, andrebbe, almeno un pochino, rivisto (qui ci fermiamo per non diventare scurrili).


(*) E' vero, esiste la Direttiva Nitrati, ma essa non norma la quantità di merda producibile, solo la quantità spargibile. Inoltre si sà che, in quanto a OGM e dintorni, il diritto serve solo per pulirsi al termine delle operazioni di spargimento.

martedì 23 marzo 2010

Esercizio di vita vissuta

Dopo tutti questi post politici è forse il caso di una botta di vita vera, di mondo reale.

Sappiamo che molti dei nostri lettori non sono agricoltori, nè hanno dimestichezza con l'ABC della zappa e dell'aratro. Però... tutti noi andiamo al supermercato e quindi è possibile, vista l'imminente apertura della stagione del giardinaggio, proporre un piccolo gioco di realismo agricolo.


La caccia al tesoro

Bene. Cominciate dunque col recarvi nel vostro supermercato di fiducia.
Una volta all'interno dirigetevi con decisione verso il reparto giardinaggio ed afferrate con perizia e sguardo indagatore una confezione di "prato" (inglese, ma anche no) e guardate cosa è indicato sul dorso della confezione.

Nella foto in testa ciò che era riportato su quella trovata da noi.
Guardiamolo meglio.



Tre cose a noi sono subito balzate all'occhio.

1) Per prima cosa che se le infestanti sono tante e a mano non ci state dietro vi consigliano di usare erbicidi selettivi. Ovvero, se non avete tempo di curare il vostro giardino (per i fortunati che l'hanno) di 50 - 100 - 200 mq potete semplificarvi la vita usando appositi prodotti che vi consentono di avere un bel giardino senza spaccarvi la schiena.

Una domanda: perchè un contadino che ha 1 - 10 - 100 ettari (1 ettaro = 10.000 mq) non dovrebbe fare lo stesso ragionamento? Sarà forse per questo che si usano gli erbicidi e la soia Round-up Ready ha riscosso così tanto successo?


2) La vostra erbetta, che vi consentirà di avere un prato invidiabile, può presentare ben un 4% di altri semi (di erbacce)!

Sì insomma, paiono un po' più di manica larga rispetto agli OGM, per i quali, la normativa italiana pretende un massimo dello 0,05% di presenza accidentale nelle sementi non OGM.
In altre parole per gli OGM esiste una soglia di tolleranza 80 volte inferiore a quella prevista per le infestanti del vostro piccolo angolo di paradiso.


3) Il 20% dei semi che gettate al suolo probabilmente, e non per colpa vostra, non nascerà.

Non sembra affatto poco. Sappiate ad esempio che le ditte sementiere per commerciare del seme di mais devono garantire una germinabilità di almeno il 92%. Ovvero si tollera non più dell'8% di seme "morto".

Visto quante cose si possono imparare frequentando i supermercati!

Bene, ora tocca a voi!
Buona caccia!


lunedì 22 marzo 2010

NO OGM? Gli agricoltori (americani) ringraziano...

In USA si parla di noi. Se questo vi sembra strano, allora vi parrà ancor più strano che si parli di noi e del nostro rapporto con gli OGM.

Il report in questione è stato rilasciato da un network del Ministero dell'Agricoltura statunitense, lo USDA-GAIN (Global Agriculture Information Network), e si intitola: 
The Financial Cost to Corn Growers of Italy's Ban on Biotechnology.

Cosa dice? Beh, più o meno che siamo dei pirla.


Una sintesi

Tradotta liberamente ecco la sostanza del testo:

[In Italia] I coltivatori di mais convenzionale soffrono perdite stimate tra €175 to €400 per ettaro per il fatto che non è loro permesso coltivare il mais Bt, con conseguenti perdite di 150 - 350 milioni di € ogni anno. Calcolando dal 1998 [anno in cui è stata autorizzata in Europa la coltivazione del mais Bt, MON810, NdA], le perdite totali dei coltivatori italiani per il bando degli OGM sono stimate tra i 2,4 e 5,1 MILIARDI di €. I coltivatori fanno dunque meno profitti a causa dei maggiori costi in insetticidi e minori rese dovute al danno causato dagli insetti.


Poi ci stupiamo se le superfici a mais si riducono? Se i nostri agricoltori chiudono? Se le importazioni agroalimentari e zootecniche aumentano?

Mentre l'ambiente ringrazia, così come le multinazionali chimiche, per i trattamenti insetticidi, e gli esportatori americani si strofinano le mani prima di metterle nelle nostre tasche.


Ora è arrivata anche la diabrotica. Si potrebbero usare gli OGM (MON863), ma qui, a quanto pare, tutti pensano che sia meglio tenersi i danni, che quest'anno ammontano tra i 22 e i 90 milioni di €.


E la nostra politica che fa?

Zaia non perde tempo e fa mettere sul sito della rivista on-line del Ministero dell'Agricoltura un"dibattito" tra esperti per capirne di più. Peccato che di esperti non vi sia traccia. Si tratta dei soliti attivisti tra i quali non poteva mancare la corpulenta e pasciuta Vandana Shiva, il riciclato Mario Capanna, l'insulso Mario Tozzi (sì, il gaio geologo che per l'occasione sfodera un paio di cavolate mainstream), il prezzemolino salottaro Slowfood, l'amministratore di condominio Tamino, l'instabile genetista Perrino, il no-global Buiatti... insomma, manca solo l'Altieri.

Di quella comunità scientifica italiana che ha prodotto i consensus document ovviamente, nemmeno l'ombra.



Non pago di ciò, Zaia ci regala poi anche il bel de-cretino liberticida che abbiamo già ampiamente commentato.


A dirla tutta, noi speriamo tanto, e ci dispiace per i veneti, che le prossime elezioni regionali se lo portino via e che il prossimo Ministro finalmente tolga quel sorriso ebete dalla faccia degli americani...

Lo sappiamo che è un sogno utopico e che i Giovanni Marcora* non nascono tutti i giorni, ma non impediteci di sognare...



*Per chi non lo conoscesse e volesse saperne di più.



venerdì 19 marzo 2010

de-cretino anti-OGM

E' così, come da noi anticipato, Zaia ha firmato un decreto in cui rifiuta di ottemperare alla sentenza del TAR e alla sentenza del Consiglio di Stato, e non autorizza gli agricoltori, che ne avevano fatto richiesta, a coltivare OGM.

La storia è raccontata splendidamente, come al solito, da Anna Meldolesi.

Noi qui vorremmo aggiungere un paio di considerazioni più tecniche sul de-cretino.

Innanzitutto appare opportuno rinfrescare la memoria e riprendere in mano le 2 sentenze.


Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha sancito che gli agricoltori hanno il diritto di coltivare nella PROPRIA azienda gli OGM autorizzati in Europa, a meno che non sussistano indicazioni di rischio sanitario o ambientale. Piani di coesistenza approvati o meno.

Poichè indicazioni di rischio non sussistono, il diritto degli agricoltori va rispettato.

"Anche il richiamo al principio di precauzione, a sostegno dell’impossibilità per l’Amministrazione di istruire e concludere i procedimenti autorizzativi, si palesa nella specie inconferente, non avendo l’Amministrazione indicato specifici studi scientifici ai quali potrebbe essere eventualmente ricondotto un rischio per la salute umana, o altri beni o diritti fondamentali


TAR


Il TAR ha sottolineato che la coesistenza, che norma unicamente aspetti economici, non può essere addotta come scusante per bloccare gli OGM.

"Il senso della normativa è stato dettare le regole che garantiscono la tutela dell'ambiente, della vita e della salute di uomini, animali e piante, in modo che l'emissione in campo aperto e la vendita di un prodotto conforme a dette regole, e perciò autorizzato, non possano essere impedite posto che, fino a prova contraria, tale prodotto non deve essere considerato un pericolo".


In sintesi entrambi dicono: finchè non provate che esiste un pericolo sanitario o ambientale, non potete vietarli. Se poi volete normare anche la coesistenza: meglio. Ma questo è affar vostro e se non lo fate non potete usare la vostra inefficienza per ledere il diritto di semina degli agricoltori... chiaro?



de-cretino

Zaia ha fin da subito chiarito che lui era al di sopra della legge e che non avrebbe permesso il rispetto del diritto di questi agricoltori. E così è stato. E' così che è nato l'attuale decreto.

Sarà per pudore, ma on-line non si trova.

Siamo comunque riusciti a rintracciarne una copia e possiamo dirvi che effettivamente, se questa è la cultura giuridica di questa gente, siamo messi davvero male.

Anna Meldolesi ha già ampiamente riportato il suo contenuto. Noi siamo però stati particolarmente colpiti da 3 elementi del testo:

1) Vuoto normativo. Il testo cita il parere della Commissione Stato-Regioni per le sementi geneticamente modificate. Peccato che questa, a quanto pare, parli di cose che non conosce. Cita infatti la Raccomandazione europea 556/2003 sulla coesistenza, e ad essa cerca di far risalire la necessità di avere una "contaminazione" dei campi non-OGM pari allo zero tecnico (0,01%).

Peccato che la Raccomandazione non dica nulla di tutto ciò, anzi, semmai affermi il contrario sostenendo che:

Le misure relative alla coesistenza devono rispondere a criteri di efficienza ed efficacia economica ed essere proporzionate. Occorre evitare che esse siano più rigide del necessario per garantire che i residui accidentali di OGM si mantengano al di sotto delle soglie di tolleranza fissate dalla normativa comunitaria.

Ora, la soglia di tolleranza fissata dalla normativa comunitaria, anche per il biologico, non è lo 0,01%, ma bensì il ben più gestibile

0,9%!!*


Ancor più ridicolo il fatto che in Italia è ammesso che la semente abbia, di per sé stessa, una presenza accidentale di OGM dello 0,05%!! Ovvero, i campi, già di per sé, mostrano una presenza - legale - di OGM fino a 5 volte superiore a quella che loro vorrebbero garantire e tutelare!

Viene da chiedersi su che testi normativi i membri di questa Commissione si siano formati. Certo è che non ci si può aspettar molto da un organo strutturalmente illeggittimo in quanto non previsto dall'ordinamento comunitario e non segnalato, come di dovere, dallo stato italiano all'UE. A quanto pare ci troviamo quindi davanti ad una commissione di analfabeti del diritto creata da analfabeti del diritto per impedire l'esercizio di un diritto. Evviva!


2) Gli OGM funzionano. Nel testo vi è l'ammissione che gli OGM riducono l'uso di insetticidi! E questo viene indicato come disvalore dal testo!


3) Ignoranza dell'italiano. Nel testo vi è esplicito riferimento sia alla sentenza del TAR che del Consiglio di Stato. Lì dicono di averle viste, ma evidentemente, non le hanno capite.

Ve le ricordate? Non si può usare la coesistenza come pretesto per vietare gli OGM.

Infatti su che basi respingono la richiesta degli agricoltori?

Non può essere garantita la coesistenza.

Forse i giudici, la sentenza dovevano scriverla in 2 lingue: italiano e veneto. Chissa, magari...



(*) Per amor di completezza, e per fugare il dubbio che la coesistenza sia davvero impossibile, vi riportiamo qui una sintesi delle distanze tra OGM e non-OGM richieste per mantenere la commistione accidentale sotto lo 0,9%.


In sostanza, la scienza dice che 20-40 metri bastano e avanzano. Ecco, per arrivare allo 0,1% arriviamo a 150 metri, ma oltre non si va.

A quanto pare, però, la politica sembra pensarla diversamente.

probabilmente sì, parafrasando Anna Meldolesi, il polline lussemburghese e quello friulano sono davvero superdotati.

lunedì 8 marzo 2010

Addendum biologico - Pubblicità ingannevole? No, grazie!

Dopo la nostra digressione sul cotone biologico, e su come tutto il business è paese, mi sono imbattuto in questa curiosa notizia che riguarda la Santa Fe Natural Tobacco e le sue sigarette prodotte con il 100% di tabacco biologico.

Nella notizia si legge che il Procuratore Generale della Pensilvania ha raggiunto un accordo con la suddetta ditta di sigarette "biologiche".
Tema del contendere il fatto che, visto che non risulta da alcuna parte che tali sigarette facciano meno male di quelle "convenzionali", si debba applicare sui pacchetti la seguente dicitura:

"Organic tobacco does NOT mean a safer cigarette"*

Verrebbe però da chiedersi cosa renda tale dicitura non applicabile a qualunque altro prodotto "biologico" **. Giusto?


(*) per i non anglofoni: "Tabacco biologico NON significa una sigaretta più sana"

(**) peraltro la non superiorità del biologico per se, era sancita anche dalla normativa europea sul biologico (articolo 10, comma 2), ma su questo torneremo. Non apriamo troppe finestre che, nonostante il global warming, fa ancora freddo.

domenica 7 marzo 2010

Il prezzo (amaro) dell'ideologia

Se googolate "organic cotton" verrete inondati da link che vi racconteranno come sia bello fare cotone biologico, di come esso renda come, se non più, del convenzionale e, grazie ad un premium price del 20% vi permetta, con meno costi, di guadagnare di più...

Questa bontà del cotone biologico è sancita anche dalla nostra eroina (assunzioni prolungate possono dare assuefazione) Vandana Shiva, con annessa riproposizione del link farlocco tra OGM e suicidi degli agricoltori.

Ci siamo però imbattuti anche in un report che ci ha fatto riflettere. Riflessioni che vorremmo, come al solito, condividere con voi.


"impressive" 20 percent

Il report è a firma dell'Organic Exchange e trionfalmente, il comunicato stampa di lancio, titola:

Global Organic Cotton Production Grows 20% in 2009, New Organic Exchange Report Shows

Insomma un bel balzo in avanti per il cotone biologico, che ora è arrivato a rappresentare ben lo 0,76% del cotone mondiale!


Sì, lo 0,76%!


Lo 0,76%!?!?!?!?!?!?!

E poi ci lamentavamo della retorica dell'ISAAA?!

No, ma se poi vogliamo dirla tutta, il 20% in più che hanno prodotto, non l'hanno neppure venduto!!!

"a number of farmers had planted vast acreage of organic cotton on speculation and in response to what had appeared to be a healthy, burgeoning marketplace. As a result, unsold stocks which represent between 17 and 22 percent of production (some 30,000 to 35,000 tons (137,789 to 160,754 bales) of organic cotton has yet to find buyers."

Insomma, la gente pensava che fosse un sano e fiorente mercato ed invece hanno i magazzini pieni di invenduto, pur rappresentando meno dell'1% del mercato mondiale.


Alcuni temi di riflessione

Tema 1. Biologico vs. OGM.
Il primo tema è generale. Come si può dire che gli OGM, con i loro 134 milioni di ettari, pari al 10% dell'intera agricoltura mondiale (nonostante interessino solo 4 colture*), non funzionano e poi osannare il cotone biologico che non raggiunge nemmeno lo 0,8% del cotone mondiale?
Tra i leader del cotone biologico l'India, il cui cotone però è per l'87% GM. Una domanda: se gli agricoltori indiani preferiscono il biotec ci sarà un motivo secondo voi, o sono tutti stupidi?**


Tema 2. Equità sociale.
Se però, a quanto pare (visto che in pochi lo fanno), fare cotone biologico non è così semplice, resta da chiedersi il perchè alcuni agricoltori compiano tale scelta. Se pensate alla difesa dell'ambiente, a scelte etiche e responsabili... ecco, forse il caso dell'Uganda potrebbe chiarirvi un attimo le idee. In particolare segnaliamo questa frase:

"The report confirms concerns raised by the Cotton Development Organisation (CDO) that farmers especially in the north had been forced to grow organic cotton yet the yields and the income does not help in fighting household poverty."

In soldoni: li hanno obbligati a fare il biologico. Ora hanno rese basse e in più non riescono a vendere (per non parlare del premium price visto solo per il 15% della produzione all'incirca)...

La cosa è spiegata meglio qui, ma il succo non cambia: hanno sfruttato e fregato gli agricoltori.
Se qualcuno pensava che il solo fatto di fare cotone biologico fosse garanzia di equità sociale, altruismo, condivisione, bla, bla, bla... beh, ecco, no. Business is Business.


Tema 3. Sostenibilità ambientale.
Uno potrebbe anche dire, vabbè questi poveracci sono stati gabbati, magari si suicideranno per i debiti (chissà se la Shiva darà anche in questo caso la colpa agli OGM!), ma almeno Madre Natura è salva!! Ecco, vorremmo dissentire anche su questo. Andando su Faostat si può notare che la produzione media per il cotone in Uganda è di circa 700-800 kg/ha. Peccato che con un sistema di produzione biologica ne abbiano prodotti tra i 200 e i 400 kg/ha. Ciò significa che loro sono rovinati, ma anche che, per produrre le medesime quantità servirebbe il doppio della terra. Questo vorrebbe dire, su scala globale che i 33 milioni di ettari coltivati oggi a cotone dovrebbero diventare 66... da dove li prendiamo?


E poi ci dicono che l'agricoltura biologica è sostenibile!


Addendum - 8/3/2010


(*) Queste 4 colture investono globalmente 312 milioni di ettari. Di questi il 43% sono coltivati ad OGM. Non male per una tecnologia che non funziona.

(**) Paradossalmente in India possono fare il cotone biologico anche grazie al cotone Bt, infatti il biologico per funzionare richiede basse infestazioni di insetti. Questo abbassamento generalizzato della popolazione di infestanti è un "effetto collaterale" del Bt. Aggiungeremmo noi... e perchè non fare agricoltura biologica con gli OGM?

La modella in apertura, ovviamente, indossa solo intimo biologico... ;P

giovedì 4 marzo 2010

La patata (la) tira (per le lunghe)

E così hanno approvato Amflora.

Per la storia spiccia, come spesso capita ultimamente, rimandiamo al bel post di Bressanini.

Qui ci vorremmo limitare a svolgere un paio di considerazioni aggiuntive.

1) Un po' di storia

L'idea di Amflora nasce più o meno nel 1990 (sì 20 anni fa) con la pubblicazione di un articolo scientifico in cui si descrive la produzione di una patata che, grazie allo spegnimento di un gene (usando la tecnologia antisenso), produce solo amilopectina (l'amido della patata è costituito da amilosio (20%) e amilopectina (80%)). Questo può essere utile per ottenere un prodotto più efficiente da un punto di vista industriale, visto che la patata in Europa è prima di tutto un prodotto industriale e poi alimentare.

Se noterete l'articolo è pubblicato da ricercatori che operano in strutture pubbliche.

Passano 6 anni e nel 1996 (sì, nel millennio scorso), in Svezia, BASF chiede di autorizzare la sua patatina OGM che ricalca l'idea ed il metodo usato nell'articolo del 1991.

Risultato? Nel 1998 l'Europa decide che la sua normativa (la Direttiva 90/220 (sul rilascio ambientale e la commercializzazione degli OGM) ed il Regolamento 258/97 (sui Novel Food)) non è abbastanza stringente: moratoria.

Amflora entra in congelatore fino al 2003, quando, dopo che l'Europa ha sostituito la vecchia Direttiva con la 2001/18 (rilascio ambientale e commercializzazione) ed il vecchio Regolamento con il 1829/2003 (food & feed) e 1830/2003 (tracciabilità ed etichettatura), BASF ripresenta il Dossier.

Passano gli anni e, tra stop vari e lentitudini, arriviamo fino ad oggi, 2010, e alla Decisione di autorizzarne la coltivazione: 20 anni dalla messa a punto della tecnologia alla base del prodotto, 14 dalla richiesta di autorizzazione.



2) Qualche domanda e riflessione

A cosa sono serviti questi 14 anni? Perchè è questa la domanda. Amflora oggi è forse un prodotto più sicuro o migliore di quello di 14 anni fa?

No, è esattamente il prodotto e la tecnologia di 14 anni fa.

In questi 14 anni abbiamo almeno rassicurato la popolazione che il nostro sistema normativo è serio ed efficace e che non c'è nulla da temere dagli OGM autorizzati?

No, almeno a sentire dal can can che si è subito levato alla notizia, a partire dalle castronate di Carlo Petrini.

Insomma, a cosa sono serviti questi 14 anni?

Beh, andiamo per punti:

1) a distruggere la ricerca pubblica europea in questo settore,

2) a creare una normativa che prevede dei costi esorbitanti e che richiede uno staff che curi i dossier passo passo, attraverso un tortuoso percorso lungo più di 1 decennio. Staff che solo una grande multinazionale può permettersi di creare e mantenere,

3) a impedire di sviluppare una amflora 2/3/4 (e molti altri nuovi OGM)... se non ti approvano la prima (non per motivi o problemi tecnico/scientifici, ma per motivi burocratici) per quale ragione svilupparne una versione migliorata, più efficiente, più sicura? Per ricominciare una trafila lunga 14 anni?

4) a convincere la gente che insomma, se c'è tutta questa opposizione agli OGM, ci sarà un motivo (sì perchè di quello che dice l'EFSA se ne sbattono anche i Commissari Europei).

Questo è quello che questi 14 anni ci hanno consegnato.
Siamo contenti per Amflora, ma non c'è molto di cui stare allegri...


_________________

P.S. Quasi dimenticavamo. C'è stato chi ha fatto una patata tipo Amflora utilizzando metodi tradizionali.
Qualcuno sappiamo che a questo punto esordirà con un bel: "ecco, vedete che gli OGM non servono?".
Vorremmo far umilmente notare che se Amflora e questo prodotto presentano le medesime caratterstiche ciò significa che presentano anche gli stessi rischi (e non cacciamo palle sulla resistenza all'antibiotico. Prima di aprire bocca leggere l'EFSA, pls). Anche se la normativa (nella sua totale miopia) tiene ferma per 14 anni la prima e non si accorge nemmeno del secondo. Come già facevamo notare: due pesi e due misure.

lunedì 1 marzo 2010

Gli OGM non funzionano: ecco la prova!

E' uscito il nuovo report dell'ISAAA, il 41mo della serie, per raccontarci come è stato il 2009 per gli OGM.

Diciamolo subito. A parte la dedica a Norman Borlaug, poco altro è cambiato. Nei toni e nei contenuti.



Sì, avete letto bene, nel mondo:

- 3 piante di soia su 4 sono GM. Sì, la soia convenzionale comincia a scarseggiare. Evidentemente le n-mila viarietà di soia HT finora sviluppate non devono fare poi così schifo.

- 1 pianta di cotone su 2 è GM. In india l'87% del cotone è Bt (cioè quasi 9 piante su 10).

- 1 pianta di mais su 4 è GM (per es. Bt contro la diabrotica, Bt contro la piralide o HT o tutt'e tre). Considerando poi che la piralide e la diabrotica mica ci sono dappertutto (e quindi dove non ci sono non esiste incentivo ad adottare le varietà Bt), e che l'Europa - grande maiscoltrice - di fatto non li lascia usare, il dato è tutt'altro che trascurabile!

- 1 pianta di colza su 5 è OGM. In Canada, patria della colza, siamo praticamente a più di 9 piante su 10 OGM (dopotutto la colza si chiama anche Canola: Canadian oil, Low Acid)


La cosa più increbile è però il tasso di adozione di questa tecnologia da parte degli agricoltori quando vengono lasciati liberi di scegliere. La cosa suona strana in Italia, ma sì, esistono parti nel mondo in cui gli agricoltori possono scegliere cosa coltivare...



Vi lasciamo dunque anche noi con le parole di Norman Borlaug:

“Nell'ultima decade, abbiamo osservato il successo delle biotecnologie vegetali. Questa tecnologia sta aiutando gli agricoltori di tutto il mondo ad ottenere rese più elevate riducendo l'uso di pesticidi e l'erosione dei suoli.

I benefici e la sicurezza delle biotecnologie è stata provata nell'ultima decade in paesi che rappresentano più della metà della popolazione mondiale.

Ciò di
cui abbiamo bisogno è del coraggio dei leader di quei paesi in cui gli agricoltori ancora non hanno scelta se non di usare metodi vecchi e meno efficaci.

La Rivoluzione Verde ed ora le biotecnologie vegetali stanno aiutando a coniugare la crescente domanda di produzione di cibo con la salvaguardia dell'ambiente per le generazioni future.”




P.S. Sì, il titolo serviva per far leggere questo post anche a coloro che credono davvero che gli OGM non funzionino.
Per quelli che comunque non si sono coinvinti, rimane una domanda: chi è che convince i contadini in tutto il mondo a comprare e piantare gli OGM? Pubblicità ingannevole? Tanto sono ricchi e possono buttare i soldi dalla finestra? Non sono capaci a fare i loro interessi? Ai posteri l'ardua sentenza
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