mercoledì 8 luglio 2009

Provereste gli OGM in cambio di 1 miliardo di dollari?


Si chiama Diabrotica, ma sui bilanci dei maiscoltori americani si scrive 1.000.000.000 di dollari di danni ai raccolti l'anno. Ammettetelo, davanti ad una cifra del genere, sareste disposti anche voi a valutare qualsiasi opzione...

Problemi solo loro?

Questo non tanto simpatico nè innoquo insettino (“Western corn rootworm”) è una sorta di regalino targato USA offertoci gentilmente in cambio della nostra Piralide (che è invece di origine europea e loro chiamano appunto European Corn Borer).
Se la Piralide attacca, allo stadio larvale, la spiga, la diabrotica riesce a fare di meglio, infatti la sua larva attacca le radici rendendo "calva" la pianta a livello radicale e facendola cadere al suolo, un fenomeno che si chiama allettamento...



mentre gli adulti si pappano le "sete" impedendo la fecondazione della spiga. Qui vi mostriamo alcune spighe che abbiamo raccolto in un campo nella bergamasca in questi giorni. Secondo voi all'agricolo quando le ha viste che cosa gli è preso?


Nella bergamasca? Sì, nella bergamasca, perchè, grazie alla guerra nei balcani questo ospite indesiderato, questa arma biologica di distruzione di massa è arrivata anche da noi nel 1998 ed oggi è endemica in tutta la pianura padana. Un insetto che è riuscito a guadagnare qualcosa come 50-100 km di superficie l'anno, aspettando.

Cosa?

Che ci fosse un inverno e una primavera umida che permettessero alle larve nel terreno di non morire. Un inverno e una primavera proprio come quelli di quest'anno: A.D. 2009.

E noi nel frattempo noi cosa abbiamo fatto?

Esistono diversi modi per controllare la diabrotica, gli americani, che ce l'hanno in casa da anni, lo sanno bene e da tempo cercano di capire cosa funzioni meglio.

Tra questi senza dubbio il più "semplice" è non coltivare il mais. Poichè le larve si nutrono sulle radici di mais, se non c'è mais muoiono, o almeno dovrebbero (abbiamo già dei ceppi resistenti). In gergo si chiama rotazione. Ha solo un piccolo difetto: chi lo dice ad un allevatore, i cui margini economici si stanno da anni assottigliando, che invece di prodursi il suo mais zootecnico deve andare a comprarlo sborsando fior di quattrini?

L'arternativa a spendere un sacco di soldi in più si chiama agrochimica, e non è nè gratis nè wildlife friendly. I composti sono tanti e si chiamano con nomi strani: Clothianidin, Thiamethoxam, Carbofuran... e molti altri. Solo che il loro uso nella concia dei semi in Italia è stato vietato dal Ministro Zaia per il famoso problema delle Api di cui già parlammo. Ora pare che i neonicotinoidi non siano i responsabili e ci si sta concentrando su altro, per il momento comunque Diabrotica ringrazia per il lauto pasto.

Gli insetticidi possono comunque essere usati anche a coltura cresciuta, ma entrare in un campo con piante alte più di 1 metro non è facile (ci tocca usare i trampoli...) e beccare pure il momento giusto altrimenti serve a poco o nulla. Il nostro amico bergamasco ha dovuto trattare 4 volte. Le prime 2 per uccidere i maschi (i primi a nascere) le altre 2 per le femmine. Ed ora incrocia le dita, anche per l'anno prossimo.

Ci sarebbe un altro strumento: si chiama Mon863 - YieldGard RootWorm. Però è un OGM per cui non se ne parla nemmeno... infatti, dati alla mano è il metodo più efficace.


Per chi avesse difficoltà a leggere (sappiamo che non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere...) i dati raccolti indicano che il 99% delle piante Mon863 non presentano danni radicali significativi e la resa è circa il 20% superiore a quella dei campi trattati con insetticidi e del 40% rispetto a quella dei campi non trattati.

Il tutto senza trampoli (ca. 100 €/ha), senza uso di costosi composti insetticidi (ca. 150 €/ha) e dal significativo impatto ambientale, senza utilizzare litri e litri di acqua e di gasolio per irrorarli.

Niente raffinerie dietro, niente treni carichi di "pericolosi" composti che viaggiano di qua e di là. Solo dei semi che sanno difendersi da soli. Peccato che siano OGM, vero?


ma la domanda nasce spontanea...

Questa volta Coldiretti come farà a convincere i suoi associati che gli OGM all'agricoltura italiana non servono? Cosa racconterà ai suoi associati che li vorrebbero provare? Faranno l'ennesimo sondaggio tra i consumatori? Li blandiranno parlando che l'agricoltura italiana non deve fare "resa", ma "qualità"? E le spighe abortite causa diabrotica che qualità hanno?

Quanti raccolti dovremo ancora buttare in fumo tra piralide (+ fumonisine) e diabrotica prima di smettere di arrampicarci sugli specchi e riconoscere che gli OGM potrebbero aiutarci a contenere questi problemi?

Quante tonnellate di insetticidi dovremo ancora inutilmente spruzzare nei nostri campi e sui nostri piatti pur di non guardare in faccia alla realtà?

La risposta logica sarebbe che questi signori, dovendo rappresentare gli interessi degli agricoltori, chiedessero subito a Zaia la rimozione del bando ai neonicotinoidi (a meno di nuove indicazioni su effetti negativi) e una pronta riapertura della sperimentazione sugli OGM. Ma sappiamo che per quanto potente sia la logica, ben di più lo è l'ideologia.


Nota a margine

A coloro che credono ancora che il Mon863 costituisca un pericolo per la salute di qualcuno (come si potrebbe desumere da una rapida ricerca in Google) invitiamo alla lettura del nostro post sul tema, oltre che del parere dell'EFSA, a nostro avviso ben più titolata di Capanna e Compagnia ad esprimere un giudizio sul tema. Dopotutto, come disse una parlamentare dei Verdi non troppo tempo fa: "l'EFSA è un covo di biotecnologi".
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