Bari, 1 Marzo 2011
La recente notizia relativa all'eventuale approvazione del progetto euro-mediterraneo per le biotecnologie sostenibili (GenEticaMente) ha suscitato diverse perplessità da parte di Associazioni ed Organizzazioni impegnate nel campo scientifico che si sono manifestate attraverso la redazione di documenti e lettere aperte. Repliche alle critiche formulate sull'impianto dell'operazione sono in seguito pervenute dalla Fondazione Diritti Genetici, ivi inclusa la garbata risposta alla nota AISSA (Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie) del 04 febbraio 2011, la quale riportava considerazioni scientifiche opinabili.
L'AISSA, associazione fondata nel 1999, che riunisce le Società/Associazioni scientifiche italiane che si occupano di ricerca in agricoltura e che rappresenta più di 3500 ricercatori del settore sia dell'Università che di altri Enti di ricerca, ha per Statuto, e porta avanti nella quotidiana attività, tra le altre funzioni, quella di "diffondere e promuovere i risultati scientifici conseguiti e stabilire i rapporti con istituzioni internazionali e nazionali".
Fatta questa premessa sulla rappresentatività dell'AISSA, appare inopportuno alimentare ulteriori disquisizioni scientifiche sui temi sollevati dall'iniziativa GenEticaMente. Sono i curricula dei ricercatori, le loro pubblicazioni/brevetti, e l'attività di trasferimento tecnologico che, con obiettività e trasparenza, definiscono l'aspetto quantitativo e qualitativo di qualsiasi contendere scientifico, ivi incluso quello in oggetto. Rispetto alle informazioni riportate dalla stampa ed a quanto successivamente puntualizzato dalla Fondazione Diritti Genetici appare, invece, opportuno riaffermare un principio che si colloca alla base di qualsiasi Programma Nazionale della Ricerca. Ogni forma di finanziamento pubblico deve procedere secondo un sistema di attribuzione meritocratico e trasparente, basato su modelli "peer review" che tengano conto dell'innovazione rispetto ai risultati acquisiti dalla ricerca, della competenza dei proponenti, e che dia la possibilità a tutti i ricercatori di presentare le loro proposte. Si ritiene, quindi, che anche i proponenti del progetto GenEticaMente debbano attenersi a questo sistema di valutazione, qualora attingano a finanziamenti di carattere pubblico.
Si sottolinea di nuovo che qualora la esigua destinazione di fondi per la ricerca dovesse percorrere altre vie, la comunità nazionale tutta (dai letterati ai fisici, biologi ecc.) dovrà essere attiva per manifestare nelle forme più appropriate ed efficaci il proprio dissenso. Si auspica a tale riguardo un forte segnale politico ed una quotidiana, attenta, oggettiva e meritocratica valutazione dei finanziamenti da destinare alla ricerca scientifica.
AISSA rappresenterà sempre uno strenuo difensore di tali principi.
Il Presidente AISSA
Marco Gobbetti
Per coloro a cui fosse sfuggito:
1) "Sono i curricula dei ricercatori, le loro pubblicazioni/brevetti, e l'attività di trasferimento tecnologico che, con obiettività e trasparenza, definiscono l'aspetto quantitativo e qualitativo di qualsiasi contendere scientifico, ivi incluso quello in oggetto."
Tradotto significa che non si può sensatamente discettare di scienza se non si è studiato e lavorato/prodotto (pubblicazioni/brevetti/trasferimento tecnologico). Ne saranno consci alla FDG? Apparentemente no visto che Fabbri, su Science, afferma in risposta a Maccaferri, Presidente ANBI:
I'ld like to inform Dr.Maccaferri that someone can understand science even not having pubblished peer reviewed article on the issue at stakeE' sicuramente possibile per chiunque discutere di scienza e di politica della scienza. Ma affrontare la controversia scientifica (es. meglio la MAS degli OGM) nel merito (cioè scendendo nel dettaglio e giudicando la validità di un argomento) senza averne gli strumenti conoscitivi, no, questo non è possibile. Ci dispiace per loro, ma nemmeno troppo...
2) "Ogni forma di finanziamento pubblico deve procedere secondo un sistema di attribuzione meritocratico e trasparente"
Vogliamo cioè che i soldi siano dati in modo trasparente, secondo criteri trasparenti, che tengano conto delle competenze e che siano sottoposti al giudizio di gente che ha un curriculum che li renda credibili nel settore.
E qui vorremmo che i 7 ministri, le 2 regioni e 1 comune che hanno dato l'avvallo all'iniziativa intendessero.
Ma forse capiscono di più se mettiamo questa immagine...
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