giovedì 30 dicembre 2010

In terra PAS (I) Gressel, gli OGM e le Streghe

Con questo post cominciamo la nostra rassegna dei lavori presentati sugli OGM alla PAS - Pontificia Accademia delle Scienze (sperando di non irritare troppo la sala stampa vaticana, Padre Lombardi e Avvenire).

Il primo lavoro che presentiamo è quello del prof. Jonathan Gressel che insegna al Weizmann Institute in Israele.



Titolo e abstract


Needs for and environmental risks from transgenic crops in the developing world
The developing world has many unique constraints to crop production and, lacking inputs, they are best overcome if solutions are seed borne. Classical breeding cannot overcome many of these constraints because the species have attained a ‘genetic glass ceiling’, the genes are not available within the species. Transgenics can supply the genes, but typically not as ‘hand me down genes’ from the developed world because of the unique problems: mainly parasitic weeds, and weedy rice, stem borers and post-harvest insects, viral diseases, tropical mycotoxins, anti-feedants, toxic heavy metals and mineral deficiencies. Public sector involvement is imperative for genetically engineering against these constraints, as the private biotechnology sector does not see the developing world as a viable market in most instances. Rice, sorghum, barley, wheat and millets have related weeds, and in certain cases, transgenic gene containment and/or mitigation is necessary to prevent establishment of transgenes in the weedy relatives.


Una sintesi (nostra)

Gressel affronta il tema dell'HIV. No, non l'AIDS, ma una HIV che pochi conoscono fuori dall'Africa, ma che rappresenta un problema primario per la produttività agricola. Si tratta della Highly Invasive Vegetation (HIV, appunto).

Cioè?  Erbacce, altresì dette malerbe o infestanti. Insomma la maledizione del contadino e dell’appassionato orticultore. Perchè? Perchè se non si controllano efficacemente le erbacce, si rischia di perdere una buona fetta della produzione. Questo è tanto più vero in paesi dove il controllo delle erbacce avviene per via manuale e non meccanica o chimica come in Africa, e dove la quantità di terreno che riesci a coltivare dipende proprio dalla tua capacità di combattere l'invadenza delle malerbe.

Insomma, spaccarsi la schiena a strappare erbacce sotto il sole equatoriale non è proprio quello che potremmo definire uno spasso. Gressel peraltro sottolinea la gravosità del problema citando uno studio (Akobundu, 1991) che rileva come:
“durante la stagione del diserbo (manuale) l'80% del tempo di veglia delle donne agricoltrici è speso a eradicare erbacce”. 

Non sappiamo se qualcuno di voi ha dei campi, ma crediamo che basterebbero anche solo una paio di ore sotto il sole di maggio con una zappa (sa va sans dir) per trasformarvi in ferventi adoratori di trattori ed erbicidi. Dopotutto non si vede grande nostalgia per le mondine dalle nostre parti: lavoro duro, schiena rotta e paga bassa.

Gressel presenta però anche casi di alcune erbacce che qui da noi, per nostra fortuna, non abbiamo nemmeno mai sentito nominare, come la STRIGA. Queste erbacce non solo rubano l'"aria" alla coltura, ma rubano anche la "linfa" vitale, nel vero senso della parola. Si attaccano infatti alle radici e deviano i nutrienti dalla pianta agraria verso di sè.


Un bel casino, anche perchè, se le strappi o zappi, strappi o spezzi anche la tua pianta. Se diserbi, diserbi anche la tua pianta. Dunque che si fa? Perchè non un OGM? 


Nel campo a sx sono visibili i fiori viola della Striga che ha significativamente debilitato la coltura.
Sulla dx una varietà tollerente all'erbicida che permette una efficace rimozione dell'infestante.
L'erbicida viene posto direttamente sul seme, questo permette di risparmiare fino al 90% di P.A.
Non male, invece di spighe di mais dei bei fiorellini viola!

Gressel conclude che spesso, nei paesi sviluppati, è possibile fare a meno degli OGM. Questo lusso non è però per tutti. Gli OGM possono infatti costituire uno strumento molto potente per affrontare problemi chiave delle agricolture in via di sviluppo specie quando o non esistono efficaci sistemi di gestione o si presentino come troppo complessi o onerosi. Per questo è necessaria una forte ricerca pubblica che sviluppi soluzioni ad hoc e meccanismi per ridurre il flusso genico tra piante OGM e infestanti per mantenerne l'efficacia nel tempo.

La sfida non è proibitiva. Raddoppiare le rese, quando queste sono a 1/3 della media mondiale, è fattibile soprattutto se si offre una tecnologia che sta tutta racchiusa nel seme.  


Se qualcuno però pensa che la miseria, specie se facilmente ovviabile, sia infinitamente più bella degli OGM... zappa in spalla e vada a dare una mano. No, farmville non vale.

Qui potete trovare la sua presentazione.

2 commenti:

simone21 ha detto...

magari una soluzione potrebbe essere un investimento per sperimentazioni in piante antagoniste della striga.potrebbe farlo proprio la mon...,dovrebbe avere ancora dei fondi,per la fornitura al governo americano,di milioni di litri di agente arancio(potente pesticida usato dagli usa nella guerra del vietnam)che ha causato migliaia di morti e malformazioni a bambini...

Anonimo ha detto...

se era una battuta, ti comunico che non faceva ridere.

se era tanto per vedere se la tastiera funzionava, ti comunico che funziona.

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