I "nuovi" eventi autorizzati
Si tratta di 5 eventi (da non confondersi con le varietà) di mais: TC1507×DAS59122, DAS59122×TC1507xNK603, MON88017xMON810, MON89034xNK603 e Bt11xGA21.

Gli inutili allarmi
Come ben saprete intanto in Italia qualcuno, visto l'atteggiamento illegittimo del precedente ministro dell'agricoltura, al secolo Luca - scarpe grosse, cervello piccolo - Zaia, ha deciso di cercare di essere più competitivo e di esercitare i propri legittimi diritti (sanciti dal diritto comunitario e da ben 2 sentenze della magistratura) coltivando OGM.
Come già rilevato, subito i paladini della giustizia a giorni alterni si erano inalberati chiedendo il rispetto di provvedimenti che non rispettavano nè il diritto comunitario nè le sentenze della magistratura.
Ora tornano alla carica chiedendo, dopo aver illegalmente - per l'ennesima volta - invaso proprietà private, il rispetto di una legalità fittizia. Ovvero chiedono la distruzione di un campo di mais, a detta loro OGM.

Ora come allora la principale motivazione addotta è che questo mais potrebbe "contaminare" il mais naturale limitrofo in quanto in grado (è un OGM perdio!) di spargere i sui cangerosi geni fino in Congo.
Ora come allora vorremmo far notare loro alcuni dettagli:
1) la fioritura è già avvenuta e distruggere i campi non serve a una emerita...
2) di mais "naturale" attorno ai campi incriminati siamo pronti a scommettere che non c'è traccia. Il mais naturale infatti si chiama teosinte è sta in Messico. In Italia inoltre il 99% del mais è ibrido. E i semi degli ibridi si riacquistano ogni anno perchè il primo anno hanno una produzione omogenea e molto elevata, negli anni successivi questa si abbassa e diventa disomogenea. E' vero, l'1% del mais italiano è costituito da varietà storiche non ibride e che magari gli agricoltori si fanno in casa (è un po' folle, però...), ma permetteteci di dubitare che si trovi nell'area oggi oggetto di discussione.
3) La "contaminazione", che tecnicamente è una presenza accidentale, è un fatto ben noto in agricoltura. Se non bastasse se ne occupa anche la normativa europea che afferma che è possibile certificare come mais NON-OGM il mais che ha una presenza accidentale di OGM inferiore allo 0,9%.
La domanda è dunque se è possibile stare sotto questa soglia e a che condizioni (ovvero se è possibile la coesistenza tra queste diverse coltivazioni).

La risposta ve la facciamo dare dalle società scientifiche italiane che hanno rilasciato ormai 4 anni fa un inascoltato consensus document proprio sulla coesistenza:
La coesistenza tra i diversi sistemi agricoli è possibile rispettando i criteri indicati dalla Raccomandazione europea: trasparenza, scientificità, proporzionalità e specificità, e promuovendo azioni di monitoraggio e gestione delle pratiche di coesistenza adottate.
La ricerca in campo e i modelli statistici indicano che nel caso del mais, una distanza adeguata (di 25 - 40 metri) tra campi di mais geneticamente modificato e convenzionale è sufficiente al fine di mantenere il livello di impollinazione incrociata sotto la soglia dello 0,9% sancita dalla Ue ai fini della dichiarazione “non-OGM”.
Dopo quel documento è stato peraltro pubblicato sull'European Journal of Agronomy anche un bello studio svolto in Italia sulla coesistenza il quale conclude che:
(1) the 0.9% cross-fertilization threshold was reached within, on average, 10 m in type 1 experiments (but exceptionally at 25 m); 17.5 m in type 2a experiments; 1.5 m for areas contiguous to pollen source or to recipient in type 2b experiments; (2) between pollen source and recipient; (3) buffer maize plants that shed non source pollen, rather than fallow land, were the most efficient barrier against cross-fertilization. Type 3 experiments allowed to conclude that: (1) little or no reduction in pollen flow was observed if there were only up to 3 days of the influence of wind was minor compared to distancedifference in flowering time between pollen source and recipient; (2) when the time interval was 4–5 days a 25% reduction of pollen flow was recorded; (3) when the time interval was 6 days, the reduction was 50%, reaching levels close to 0% when the off-set was higher than 7 days.
Ovvero, se anche il campo di Fidenato fosse OGM, chi dista da esso più di 25 metri può dormire sonno tranquilli, mentre quelli più vicini basta che siano fioriti una settimana prima o dopo per non avere nulla da temere.
Chiaro?
Note a margine
Un campo di mais è assimilabile ad un quadrato di lato 100x100 mt. Considerando che la % media di OGM nei primi 25 metri sia del 2-5% (20% a bordo campo - 0,9% a 25 mt) e ammettendo che l'agricoltore lo raccoga tutto insieme (come di solito accade) la presenza di OGM media dell'intero campo scenderà comunque sotto lo 0,9%.

Questo mais inoltre verrà:
1) venduto a trasformatori che trattano partite di materiali molto più grandi di quanto raccolto in quell'ettaro diluendo ulteriormente la presenza di OGM
2) usato in azienda, azienda nella quale si usano mangimi già etichettati come contenenti OGM, ovvero con contenuti di OGM ben superiori allo 0,9%.
Dov'è il problema?