giovedì 29 luglio 2010

OGM: tra autorizzazioni e procurati allarmi

Mentre la Commissione Europea autorizza l'utilizzo ed il consumo (non la coltivazione) nel vecchio continente di 5 nuovi (si fa per dire) eventi OGM in Italia si sta consumando l'ultimo delirio anti-OGM.




I "nuovi" eventi autorizzati

Si tratta di 5 eventi (da non confondersi con le varietà) di mais: TC1507×DAS59122, DAS59122×TC1507xNK603, MON88017xMON810, MON89034xNK603 e Bt11xGA21.

Come potrete notare, spulciandovi le varie schede, trattasi di roba che sta nei campi in giro per il mondo da almeno 5 anni. Ma si sapeva che l'Europa entro il 2010 sarebbe diventata l'economia basata sulla conoscenza più competitiva nel mondo...


Gli inutili allarmi

Come ben saprete intanto in Italia qualcuno, visto l'atteggiamento illegittimo del precedente ministro dell'agricoltura, al secolo Luca - scarpe grosse, cervello piccolo - Zaia, ha deciso di cercare di essere più competitivo e di esercitare i propri legittimi diritti (sanciti dal diritto comunitario e da ben 2 sentenze della magistratura) coltivando OGM.

Come già rilevato, subito i paladini della giustizia a giorni alterni si erano inalberati chiedendo il rispetto di provvedimenti che non rispettavano nè il diritto comunitario nè le sentenze della magistratura.

Ora tornano alla carica chiedendo, dopo aver illegalmente - per l'ennesima volta - invaso proprietà private, il rispetto di una legalità fittizia. Ovvero chiedono la distruzione di un campo di mais, a detta loro OGM.

Le motivazioni addotte da Greenpeace e company ricordano molto quelle dell'allora Presidente del Piemonte Ghigo che, nel 2003, fece distruggere 381 ettari di mais perchè contenenti OGM in quantità variabili tra lo 0,02 e lo 0,1%. Sì, avete letto bene: 0,02 e lo 0,1%.

Ora come allora la principale motivazione addotta è che questo mais potrebbe "contaminare" il mais naturale limitrofo in quanto in grado (è un OGM perdio!) di spargere i sui cangerosi geni fino in Congo.

Ora come allora vorremmo far notare loro alcuni dettagli:

1) la fioritura è già avvenuta e distruggere i campi non serve a una emerita...

2) di mais "naturale" attorno ai campi incriminati siamo pronti a scommettere che non c'è traccia. Il mais naturale infatti si chiama teosinte è sta in Messico. In Italia inoltre il 99% del mais è ibrido. E i semi degli ibridi si riacquistano ogni anno perchè il primo anno hanno una produzione omogenea e molto elevata, negli anni successivi questa si abbassa e diventa disomogenea. E' vero, l'1% del mais italiano è costituito da varietà storiche non ibride e che magari gli agricoltori si fanno in casa (è un po' folle, però...), ma permetteteci di dubitare che si trovi nell'area oggi oggetto di discussione.

3) La "contaminazione", che tecnicamente è una presenza accidentale, è un fatto ben noto in agricoltura. Se non bastasse se ne occupa anche la normativa europea che afferma che è possibile certificare come mais NON-OGM il mais che ha una presenza accidentale di OGM inferiore allo 0,9%.

La domanda è dunque se è possibile stare sotto questa soglia e a che condizioni (ovvero se è possibile la coesistenza tra queste diverse coltivazioni).



La risposta ve la facciamo dare dalle società scientifiche italiane che hanno rilasciato ormai 4 anni fa un inascoltato consensus document proprio sulla coesistenza:

La coesistenza tra i diversi sistemi agricoli è possibile rispettando i criteri indicati dalla Raccomandazione europea: trasparenza, scientificità, proporzionalità e specificità, e promuovendo azioni di monitoraggio e gestione delle pratiche di coesistenza adottate.

La ricerca in campo e i modelli statistici indicano che nel caso del mais, una distanza adeguata (di 25 - 40 metri) tra campi di mais geneticamente modificato e convenzionale è sufficiente al fine di mantenere il livello di impollinazione incrociata sotto la soglia dello 0,9% sancita dalla Ue ai fini della dichiarazione “non-OGM”.

Dopo quel documento è stato peraltro pubblicato sull'European Journal of Agronomy anche un bello studio svolto in Italia sulla coesistenza il quale conclude che:

(1) the 0.9% cross-fertilization threshold was reached within, on average, 10 m in type 1 experiments (but exceptionally at 25 m); 17.5 m in type 2a experiments; 1.5 m for areas contiguous to pollen source or to recipient in type 2b experiments; (2) between pollen source and recipient; (3) buffer maize plants that shed non source pollen, rather than fallow land, were the most efficient barrier against cross-fertilization. Type 3 experiments allowed to conclude that: (1) little or no reduction in pollen flow was observed if there were only up to 3 days of the influence of wind was minor compared to distancedifference in flowering time between pollen source and recipient; (2) when the time interval was 4–5 days a 25% reduction of pollen flow was recorded; (3) when the time interval was 6 days, the reduction was 50%, reaching levels close to 0% when the off-set was higher than 7 days.

Ovvero, se anche il campo di Fidenato fosse OGM, chi dista da esso più di 25 metri può dormire sonno tranquilli, mentre quelli più vicini basta che siano fioriti una settimana prima o dopo per non avere nulla da temere.

Chiaro?



Note a margine

Un campo di mais è assimilabile ad un quadrato di lato 100x100 mt. Considerando che la % media di OGM nei primi 25 metri sia del 2-5% (20% a bordo campo - 0,9% a 25 mt) e ammettendo che l'agricoltore lo raccoga tutto insieme (come di solito accade) la presenza di OGM media dell'intero campo scenderà comunque sotto lo 0,9%.


Questo mais inoltre verrà:

1) venduto a trasformatori che trattano partite di materiali molto più grandi di quanto raccolto in quell'ettaro diluendo ulteriormente la presenza di OGM

2) usato in azienda, azienda nella quale si usano mangimi già etichettati come contenenti OGM, ovvero con contenuti di OGM ben superiori allo 0,9%.

Dov'è il problema?

11 commenti:

AD Blues ha detto...

Pare che gli attivisti di Greenpeace abbiano addirittura ARATO il campo in questione o_O !!!

Peccato non ci siano più i contadini di una volta, quelli che ti rincorrevano con il forcone o che addirittura sparavano cartucce caricate con il sale grosso.

---Alex

Anonimo ha detto...

Guardate che, purtroppo, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
In base al principio di precauzione di questi c.d. ambientalisti, noi tutti dovremmo morire di fame. Purtroppo loro sopravvivono sempre.
Stefano

Luca Simonetti ha detto...

Avete letto questa?
http://sloweb.slowfood.it/sloweb/ita/dettaglio.lasso?cod=C2744B8811d3229F20vKx1B8D1D1
Ciao,

Arques ha detto...

Altro articolo "bufala" di Nature o c'è qualcosa di vero?

http://www.nature.com/news/2010/100806/full/news.2010.393.html

non riesco a trovare il paper con le modalità e i luoghi del campionamento. Per lo meno adesso sarà difficile dire che le piante GM sono sterili....

Anonimo ha detto...

No, più che una bufala è la scoperta dell'acqua calda.

Ti è mai capitato di vedere ai bordi delle strade padane (quelle noi conosciamo meglio) della colza? (una pianta con molti fiori gialli e che fa semi piccolissimi) Eppure attorno si vedono solo enormi distese di mais e qualche campetto di soia. Si tratta in genere di qualche seme caduto da camion o da semi residui di coltivazioni anche di diversi anni prima.

Ecco, negli US hanno trovato della colza ai bordi delle strade: la scoperta dell’acqua calda, appunto. Era OGM? Beh, se coltivano colza OGM, cosa pensavano di trovare?

Ci saranno problemi ambientali? Dubitiamo, anche perchè non stiamo parlando di ecosistemi selvatici, ma di bordi delle strade e parcheggi. Non certo la patria della biodiversità. Resta poi da capire che fitness aggiuntiva potrebbe mai dare la resistenza ad un erbicida in aree “wild” dove per definizione non si usano erbicidi.

Ci saranno problemi agronomici? Probabilmente, soprattutto perchè i bordi delle strade sono diserbati generalmente con roundup (lo stesso erbicida cui molta della colza OGM è resistente).

Cosa cambierà? Principalmente il modo di diserbare i bordi delle strade e i parcheggi. Nella peggiore delle ipotesi, se la colza si dovesse ibridare con delle altre crucifere infestanti e il carattere RR introgredisse in esse (v. sopra), probabilmente in alcune aree la tecnologia RR non funzionerà più adeguatamente e se ne adotteranno altre. Ma questa è la vita, baby. Chi non innova è perduto.

Bestia Bugblatta di Traal ha detto...

Il delirio è giunto al suo apice:
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/friuliveneziagiulia/2010/08/09/visualizza_new.html_1879739338.html
Una delle tante cose tristi di questa vicenda è che tra i facinorosi era presente un ricercatore (assegnista) universitario dell'osservatorio astronomico di Trieste, tal Luca Tornatore, già alla ribalta a Copenaghen negli scontri di contorno al vertice sul clima.

Bestia Bugblatta di Traal ha detto...

Scusate, ma quanto ci mettete a moderare i commenti?
L'altro commento l'ho scritto che era attualità, l'avete pubblicato che era già buono come argomento per il tema dell'esame di maturità. ;)

Anonimo ha detto...

@ Bestia
Maledette queste vacanze!! ;)

Bestia Bugblatta di Traal ha detto...

Maledette queste vacanze!! ;) ?
Se ti sente qualcuno che non le può fare...

Avrei un paio di domande tecniche da porvi.
È praticabile realizzare un OGM senza marcatore di controllo?
Nel caso non sia presente il marcatore, è sempre possibile distinguere un OGM da un organismo trasformato per mutagenesi?
In pratica volevo sapere se è possibile creare un OGM e spacciarlo per un prodotto ottenuto per mutagenesi.

Anonimo ha detto...

sì, è possibile. Ad esempio il MON810, quello seminato da Giogio, non ce l'ha.

Conoscendo però il gene inserito si può sempre risalire alla sua presenza.

Se non si sa che cosa è stato modificato invece no (ad es. i transgeni cinesi).

Per cui basterebbe fare un OGM e non dire a nessuno cosa ci abbiamo messo dentro. Fico, no?

Bestia Bugblatta di Traal ha detto...

Grazie.
E' la risposta che mi aspettavo.

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