Movimento autonomo, apolitico (e forse anche un po' apodittico) di studenti, laureati e ricercatori in biotecnologie.
Perchè chi ne sa, di OGM e dintorni, è giusto che ne parli...
Vogliamo anche noi ricordare e salutare un'ultima volta Francesco Sala, stimato (anche nostro) professore, che ci ha lasciato ieri.
Gli va ascritto il grande merito di non essersi mai fatto intimidire dai soloni del no-OGM senza se e senza ma, e di non aver mai rinunciato a ripetere quelle banali ovvietà che sembra che quasi più nessuno, nella comunità scientifica italiana, abbia la voglia e il coraggio di dire.
Nei post scorsi, dedicati al Processo a Giorgio Fidenato, abbiamo visto come la competenza e l'etica professionale in questo paese, a quanto pare, sia merce sempre più rara. Dopo però esserci imbattuti anche in questa porcata di Slow Food, spacciata per scienza, appare opportuna una riflessione più ampia.
Riflessione che inizia con il prendere atto che il caso dell' "agronoma" Paola Migliorini non nasce dal nulla, anzi, è l'atteso frutto di quei semi dell'inganno (cit) seminati una decina di anni fa.
I nostri destini incrociati di oggi raccontano dell'incontro tra Paola Migliorini, ricercatrice in agronomia in quel di Pollenzo, e Giorgio Fidenato, agricoltore friulano che ha osato denunciare l'illegittimità del blocco italiano contro la coltivazione di OGM e per questo oggi è sotto processo.
Dopo aver svolto alcune riflessioni sul CV di Paola Migliorini, divenuta ricercatrice pur essendo priva di particolari meriti scientifici, è giunta l'ora di analizzare cosa è avvenuto durante l'incontro tra i due.
Chi ha detto che non c'è spazio per i giovani nelle nostre Università? Chi ha detto che questo paese non dà credito ai talenti emergenti?
Questa bella e giovane signora (per l'anagrafe: Paola Migliorini) non è forse la più sfolgorante negazione di ciò? in particolare dopo la sua performance al processo farsa contro Giorgio Fidenato in qualità di "esperta" Coldiretti e/o Slow-food?
Nell'ultimo post abbiamo raccontato la storia del miele di Bablok (con tracce - non più di 1,2 milligrammi (sic!) per chilo - di polline da OGM) e della "incredibile" sentenza della Corte di Giustizia Europea che ne ha giustificato, in qualche modo, la distruzione.
Concludevamo rilevando come questa "decisione", seppur all'apparenza diretta contro Monsanto, nei fatti danneggerà, anzi distruggerà quel poco che ancora rimane della ricerca pubblica europea in questo settore.
- Per inciso, la nostra impresa agro-biotec più blasonata, la Metapontum Agrobios, di proprietà pubblica, sta chiudendo. Tanto per capirci: il pomodoro San Marzano resistente al virus del mosaico l'avevano fatto loro*! Mica Monsanto! -
Certo, uno potrebbe anche farsene una ragione.
Esiste però un altro effetto collaterale, che, per la sua surrealità, sfiora il ridicolo. Roba da non credere.
Oggi vorremmo però vederne un'altra, della stessa Corte, nella quale, questa volta noi, sottolineamo che sapere di che cavolo si sta parlando dovrebbe essere propedeutico all'emissione di un qualunque giudizio.
Ma veniamo al succo della questione: se in un vasetto di miele ci finisce del polline proveniente da una pianta GM, che si fa?
In sintesi: prendere dei barbiturici e cercare di chiudere lì la questione. Vediamo perchè.
Stando alla sentenza della Corte di Giustizia Europea si direbbe di sì, visto che ha sconfessato la norma con cui la Francia ha impedito (ha tolto la libertà) ai suoi agricoltori di coltivare OGM autorizzati in €uropa, non esistendo rischi legati al loro utilizzo.
Peccato però che si sia limitata ad affermare che:
Ai fini dell’adozione di misure di emergenza (la Clausola di Salvaguardia con cui la Francia ha bloccato l'uso di OGM sul suo territorio), l’art. 34 del regolamento n. 1829/2003 impone agli Stati membri di dimostrare, oltre all’urgenza, l’esistenza di una situazione in grado di comportare un rischio che ponga a repentaglio in modo manifesto la salute umana, la salute degli animali o l’ambiente.
E ci voleva una sentenza della Corte di Giustizia Europea per stabilire questo?
Non bastava leggersi il Regolamento 1829/2003?
Un nostro affezionato lettore ci ha riportato questa interessante esperienza "farmaceutica". Davvero molto istruttiva.
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Oggi mi trovavo in farmacia e stavo commentando la differenza tra un farmaco "di marca" e il suo relativo generico con il farmacista. Nel mentre della discussione mi è sfuggita l' "innocente" frase:
Vi segnaliamo che in Friuli sono stati effettuati nuovi sequesti di campi di Mais perchè (apparentemente) coltivati con OGM (in zone vicine a quelle in cui lo scorso anno erano stati identificati i campi di Giorgio Fidenato).
Il giornale locale ovviamente ci ha marciato sopra sparando le solite vaccate su contaminazioni (addirittura contagio!) e mancato rispetto di leggi (anche se sarebbe meglio chiamarle "grida") varie.
Nell'occasione ci limitiamo a ricordare che il mais GM (Mon810) è autorizzato per la coltivazione in Europa e quindi, finchè ne faremo parte anche noi, anche in Italia.
Tutte le leggi, leggine, leggette anti-OGM scritte da questi politicanti senza alcuna cultura giuridica (nè agricola, nè scientifica) non hanno alcun valore legale essendo esse in contrasto con il Diritto Comunitario. Piaccia o meno è irrilevante(1).
Mi raccomando, ricordatevi di tirare l'acqua, che sennò si intasa il WC con tutta quella carta...
(1) Dal 2000 (epoca del Decreto "Amato") tutti i provvedimenti presi dalla nostra politica in tema di OGM sono stati uno dopo l'altro annullati (e quelli rimasti sono comunque passibili di annullamento per vizi formali e sostanziali). Va comunque riconosciuta alla nostra politica la dote della perseveranza essendo stata capace, dopo ogni fallimento, di riproporre leggi sempre peggiori. Il nostro sentito plauso.
Dopo l'incursione omeopatica (tanto non se n'è accorto nessuno) torniamo a parlare di agricoltura e innovazione agricola. Per il sollievo di tanti nostri lettori che ci hanno bacchettato in questi ultimi mesi per essere andati fuori pista.
Che vita di merda!
Introducendo, qualche tempo fa, la "teoria della montagna di merda®" abbiamo sottolineato che il rifiuto organico è - strutturalmente - superiore in quantità alla nostra forza di spalarlo. Questo non vieta però ogni tanto di riprendere la vanga in mano.
Oggi vorremmo parlare della vulgata che vorrebbe l'agricoltura biologica in grado di produrre tanto quanto quella convenzionale (e ovviamente molto di più di quella con OGM visto che questa produrrebbe meno di quella convenzionale. Lo dice anche Capanna!) e che, di conseguenza, con essa possa essere "sfamato" il mondo a suon di badilate di letame nei campi. Il tutto senza pesticidi e multinazionali e rose e fiori e bla bla bla...
Ieri, per sfizio, siamo andati a guardare un po' di statistiche del blog, avendolo da tempo abbandonato (se si esclude l'escursus referendario su acqua e nucleare) per, pensavamo noi, sopraggiunti limiti d'età.
Tra i vari log, uno ci ha colpito in modo particolare, questo:
Spesso quando si parla di omeopatia ci si concentra sulla parte "centrale" del processo, ossia sullo sbattimento dell'acqua (dinamizzazione), e si tende a trascurare quanto avviene prima e dopo.
Nell'ultimo post abbiamo visto cosa succede "dopo" nel caso dell'Oscillococcinum, ovvero che l'acqua "dinamizzata" 200 volte korsakoffianamente diventa zucchero...
Oggi ci vorremmo concentrare invece su cosa avviene "prima" e di come questo "prima" dimostra all'atto pratico che uno dei "rimedi" omeopatici più "apprezzati" al mondo, omeopatico non è. Vediamo perchè.
Torniamo sul tema perchè con rammarico osserviamo che tutto è rimasto lì, fermo a dove l'avevamo lasciato. Sì, ha parlato della vicenda il British Medical Journal e tizio e caio (tra cui noi miserrimi) gli hanno dato supporto e sempronio e ottavio discettano se esistano o meno da un punto di vista legale gli estremi per la querela della Boiron.
Tutte cose certamente importanti, ma di nessun interesse pratico. Vediamo perchè.
Pare che (minacciare) l'adire le vie legali causa (presunta) lesa maestà non sia però usanza (rigorosamente tipica) del solo padr... pardon, presidente della Fondazione Diritti Genetici, ma sia in realtà abbastanza diffusa tra i nuovi guru del "basta un poco di zucchero...".
PS2. Certo, un post in uno sperduto blog può danneggiare la reputazione di un'azienda e l'azienda può chiedere la rimozione dei contenuti ritenuti "offensivi" e "lesivi", ma uno speduto blog con una manciata di lettori fissi non potrà mai far tanto danno all'azienda quanto se stessa minacciando diffide e azioni legali. Manco fossero Monsanto! Chi gli cura le pubbliche relazioni?
Dopo aver lungamente discusso di acqua pubblica e del perchè se ne stia facendo una tempesta in un bicchiere d'acqua, vorremmo spendere giusto 2, dicasi due, parole sul referendum sul "Nucleare".
Il virgolettato è d'obbligo, perchè in realtà non è in discussione la costruzione di alcuna centrale nucleare, e anzi, la consultazione richiede di abolire proprio il comma che afferma che esse non verranno costruite.
(da Metro-MI) Uno spettacolare
esempio di frittura mista di...
non si trovano nemmeno le parole
In questi giorni in parecchi ci hanno stracciato sui referendum.
L'ultima moda vuole che noi si debba votare comunque, anche se ignoranti (ribadiamo IGNORANTI) nel merito, perchè il voto è un diritto che va esercitato, dopotutto lo dice anche Ciampi e pure Metro!
In genere questa argomentazione fallace è usata dai sostenitori del SI, probabilmente perchè hanno la fifa blu di non raggiungere il quorum, e da qualche sparuto idealista sostenitore del NO(1).
Nulla vieta che possiate parlarne al bar o nel vostro tinello. Altra cosa che vogliate, con le vostre (che poi non sono diverse dalle nostre) chiacchiere da bar o da tinello, decidere le politiche energetiche e idriche di un paese.
Ma veniamo al tema del contendere e vediamo perchè in tutto questo sparlare di acqua pubblica costi quel che costi (ovvero a gratiz), rincari incredibili, ecc ecc ecc, si sia perso il senso di realtà. Per farlo, useremo la matematica (quella dei problemini delle elementari), questa grande sconosciuta.
Vale la pena ricordare che noi ci siamo limitati ad esserire che è discretamente stupido parlare (e votare) di cose che non si conoscono/capiscono (anche se è un diritto), specie se hanno/possono avere effetti sul futuro del paese. Evidentemente, questo banale consiglio dettato dal buonsenso, non è stato da tutti apprezzato.
Questione di tipi umani. Noi ci siamo limitati a identificarne 4. Questi.
Quelli del PD hanno le idee chiare.
Sarebbe la prima volta.
No, il 12-13 giugno non ci sarà un referendum sugli OGM. Ma quello a cui stiamo assistendo ci ricorda molto quanto ha tentato di fare (invero burlescamente) Mario Capanna con il suo finto referendum anti-OGM qualche annetto fa. Per cui, date le analogie, ci siamo sentiti in diritto di dire la nostra. Meglio, di dire cosa faremo noi.
Altro giro, altro regalo.
Con Galan all'agricoltura ci eravamo quasi illusi che si potesse fare una politica un po' meno stupida sugli OGM in questo paese. Purtroppo se ne sono accorti anche loro e quindi l'hanno cambiato.
L'hanno fatto unendo l'utile (la necessità di raccogliere voti per sostenere un governo paralizzato e rantolante) al dilettevole (il desiderio di tornare a raccontare divertenti barzellette sugli OGM). Il nome dunque del nuovo ministro (il minuscolo è d'obbligo) è Saverio Romano.
Mr. Romano, nel tentativo di imitare Mater B., si è subito dato da fare e non ha affatto deluso le attese uscendosene con questa spettacolare barza:
Dico no agli Ogm non perchè sono innamorato di una convinzione scientifica(e che vordì?, ndr) ma perchè difendo strenuamente il mercato italiano che non può competere con i mercati globali in cui spesso si usano anche metodi fraudolenti...
Occorre alzare un muro altissimo nei confronti degli Ogm che stanno mettendo in ginocchio l'agricoltura italiana.
Vabbè. In ogni caso il punto è chiaro, il nuovo ministrone ritiene (mica per convinzione scientifica si intende, ma così perchè gli pare) che OGM e altri sistemi agricoli siano incompatibili. Di fatto, che non possano coesistere.
Quel che resterà della nostra
agricoltura con l'incoltura o incultura
che dir si voglia
Possiamo fargli fare la figura dell'incolto? Sì.
Allora facciamogliela fare visto che, a suo dire, bisognerebbe addirittura cambiare la parola AgriCOLtura in AgriCULtura(1).
Sia ben chiaro, non è solo, basta fare una semplice ricerca con Google.
Ecco il risultato:
Tra i sostenitori della tesi ministeriale pare siano anche Josè Bovè e molti ambientalisti nostrani. Alcuni peraltro sostengono che, ad esempio in Spagna, unico paese UE con ampie superfici coltivate a OGM (da 13 anni!), ci sarebbero significativi problemi di coesistenza. Bene, noi siamo andati a verificare. Eccovi i dati.
Coesistere in Spagna è più facile che in Italia. Prudono meno le mani.
Cosa ci dice la figura? Che da 13 anni la superficie a mais transgenico cresce (nonostante una riduzione della superficie totale a mais).
Non solo, anche quella complessiva a biologico cresce. Se questi due sistemi fossero veramente incompatibili le due cose non potrebbero accadere in parallelo, perchè uno (quello ovviamente OGM), stando al ministrello, "ucciderebbe" l'altro.
Insomma, con oltre il 20% di media di coltivazione a mais OGM Bt (che sale all'80%-90% nelle aree infestate da piralide) uno si sarebbe aspettato che la coltivazione del biologico, se fosse realmente incompatibile, si sarebbe ridotta al lumicino se non scomparsa del tutto.
% di Mais OGM Bt (resistente a piralide) nelle aree infestate dall'insetto
(secondo voi la tecnologia funziona?)
"Me gustaría aclarar que no se ha producido ni un sólo caso documentado por problemas de cultivos de maíz en el campo español; insisto, no hay ningún tipo de problema", ha remarcado la ministra y ha desmentido informaciones aparecidas en prensa en ese sentido.
Traduciamo:
"Vorrei chiarire che non c'è neanche un caso documentato di problemi con la coltivazione del mais nell'agricoltura spagnola; insisto, non c'è nessun tipo di problema" ha sottolineato la ministra che ha smentito informazioni apparse in tal senso sulla stampa.
O forse il Ministro spagnolo, che la coesistenza la vive tutti i giorni?
A voi la non troppo ardua sentenza...
PS. Alcune settimane fa stavamo scrivendo un post per rispondere a Bera (sul perchè val la pena sperare e credere ancora in questo paese). Tre cose ci hanno trattenuto dal farlo.
Premessa.
Il Giappone è ancora in ginocchio. Non per Fukushima, ma per questa roba qui:
Un pensiero carico di solidarietà (poi vedremo, a bocce ferme, come renderlo concreto) va dunque a tutte quelle persone che hanno visto travolte le proprie vite, i propri cari e anche il proprio futuro che ora sarà tutto da reinventare.
Nella speranza che ciò che sta avvenendo a Fukushima non peggiori uteriormente le cose...
Lo scorso anno abbiamo assistito alla semina dimostrativa di 6 semi (OGM) dimostrativi da parte di Leonardo Facco e Giorgio Fidenato del Movimento Libertario.
Quest'anno hanno deciso di bissare, ma in grande. Ovvero dando a tutti coloro che lo desiderano la possibilità di seminarsi in casa i propria 6 semi di mais OGM. Purtroppo però temiamo non siano adatti per fare i pop-corn.
A continuare a parlare di cose che non si conoscono
si finisce a sparar cazzate.
Certo molti di voi ricorderanno del subdolo tentativo di far passare i proclami MASmediatici della Fondazione Diritti Genetici (FDG) di Mario Capanna attraverso la manipolazione di Wikipedia.
E' però arrivato il momento di dar loro una lezione, di scienza si intende.
Sono giorni di tragedia(1) per il Giappone, e quando ci sono i pezzi di carne per terra a buon mercato, si sa, gli sciacalli non riescono proprio a tirarsi indietro.
Il più verbosamente interessante è senza dubbio stato Niki Vendola che, dopo aver appoggiato il progetto luddista anti-OGM di Capanna, ora si diletta nel dileggiare il nucleare per la sua presunta "insicurezza". Probabilmente, secondo lui, dovrebbe andare da uno psicologo.
In realtà in tutto questo sparlare di nucleare giapponese di questi giorni nessuno ha posto l'unica vera domanda che potrebbe davvero interessare all'Italia. Vediamo qual'è.
Forse alcuni di voi ricorderanno come familiare il nome "Seralini". In effetti è un nome ricorrente quando si parla di sicurezza d'uso degli OGM, specie sulla bocca dei vari gruppuscoli che vi si oppongono(1) che amano citarlo in lungo e in largo e invitarlo in giro in qualità di massimo (e per loro anche unico) esperto del settore.
Il personaggio è famoso però anche all'interno della comunità scientifica, sempre in qualità di esperto, ma questa volta però di figure di m... .
Renzo Bossi soprannominato,
dal padre Umberto, il trota. Non propriamente un attestato di stima.
Vi segnaliamo che ora anche l'unica regione italiana apparentemente immune da manie OGMmicide, la Lombardia, avrà la possibilità di discutere la sua proposta di legge regionale anti-OGM. Sopravviverà?
Inutile dire che la proposta è folle. Cosa aspettarsi dopotutto da un testo con secondo firmatario il celeberrimo Trota(1)?
Mentre imperversa ancora il dibattito su Science (che pubblica anche un nostro intervento), vi segnaliamo il testo della lettera di risposta inviata dal prof. Marco Gobbetti, Presidente AISSA, alla Fondazione Diritti Genetici su GenEticaMente.
Un prof. "emerito" della Purdue University, Don Huber, ha comunicato al mondo intero che "MORIREMO TUTTI!!!!"
Non so come, ma anche noi avevamo la sensazione che prima o poi tutti avremmo tirato le cuoia. Che lo si faccia per colpa degli OGM è però tutto un altro paio di maniche.
Lentamente si comincia a far luce su GenEticaMente, il bislacco progetto di Mario Capanna.
E' infatti uscito un pezzo su Science in cui (oltre a dimostrare la pochezza scientifica della FDG) spunta fuori che 300.000€ arrivano da Alemanno (Roma) e 500.000€ dalla Polverini (Lazio). I criteri di assegnazione restano comunque un mistero.
La FDG comunque afferma di aver già raccolto 1,5 M€, e di avere sottoposto richieste per altri 2,5M€ a altri finanziatori nazionali ed europei. Siccome amano una scienza partecipata e trasparente, ovviamente, rifiutano di dire chi dovrebbero essere tali benefattori come brillantemente sottolinea l'ANBI (l'Associazione dei biotecnologi oggetto delle assurde minacce di Capanna) in un suo commento al pezzo. L'ANBI fa poi notare che 1,5 + 2,5 = 4 e non 20M€ di investimento come millantato da Capanna in conferenza stampa. Che fine hanno fatto i 16 milioncini mancanti? C'è ancora molta luce da fare su questa storia...
Questa settimana La Valle del Siele ci ha donato 2 scoop sensazionali.
Il primo è una lettera che la Commissione Europea ha recapitato al nostro Ambasciatore presso l'UE dove, in soldoni, si sollecita l'emanazione delle norme di coesistenza e si sottolinea che, allo stato attuale, non si possa vietare agli agricoltori di coltivare OGM se non per motivi ambientali e/o sanitari (che non ci sono, aggiungiamo noi).
Il secondo è un'altra lettera, questa volta della DG Imprese e Industria dell'UE, che risponde ad una richiesta di chiarimento da parte di Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra. Nella lettera si sottolinea che, se una norma nazionale (nella fattispecie il DLgs 212 - la legge razziale sugli OGM) non è stata notificata a Bruxelles, come previsto dal trattato dell'Unione, non ha alcun valore legale. Ovvero, si possono legalmente coltivare anche in Italia gli OGM autorizzati a livello europeo, visto che la legge che in Italia li vieta non è stata notificata. Si accettano prenotazioni! Calma! Uno alla volta!
Stanno succedendo diverse cose interessanti in questi giorni.
Per prima cosa ci hanno disabilitato l'account di Facebook (come molti avranno certamente notato). Ci stiamo comunque lavorando. Per il momento ci affidiamo a voi per la dissemination! Mi raccomando!
Chi ci segue saprà che è uscito in questi giorni il report 2011 dell'ISAAA sulla diffusione degli OGM a livello globale. Il dato più significativo è che per il 15mo anno consecutivo tali superfici sono in aumento ed oggi raggiungono i 150 milioni di ettari su scala globale, pari a circa 10 volte l'intera superficie agricola italiana. Non male, no?
Certo, non potevano mancare i soliti Coldiretti e Greenpeace che, in un quadro di evidente successo della tecnologia OGM, cercano a tutti i costi di trovare qualcosa, anche la più ridicola, per giustificare la propria posizione ideologicamente contraria ad essi. Fa parte del gioco.
Questa volta si è trattato del "lieve" (-3%) calo delle coltivazioni OGM in Europa, imputando questo dato ad una precisa scelta degli agricoltori europei.
Ci è sempre stato detto che l'etichettatura degli OGM serviva per offrire ai consumatori la possibilità di compiere scelte libere, ancorchè non informate (finchè la comunicazione su questo tema sarà appannaggio dei vari Capanna & Co., di informazione vera su questo tema i consumatori non ne avranno di certo).
Noi non abbiamo mai condiviso tale assunto. Abbiamo sempre pensato che non fosse corretto far pagare tutti per le paturnie anti-OGM di pochi. E di pochi ricordiamoci che si tratta.
Spieghiamoci meglio, noi ad esempio non siamo interessati a sapere se in un prodotto ci siano degli OGM o è da essi derivato. L'EFSA e la Comunità Europea ci garantiscono che è sicuro per l'uomo e per l'ambiente e noi ci fidiamo (anche perchè conosciamo la letteratura che ci sta dietro). Quindi l'indicazione "contiene OGM" è per noi senza significato. Anche se siamo costretti a pagarne il prezzo a causa di una normativa, la 1830/2003, che, sulla base dell'assunto che noi rifiutiamo, ci impone comunque di sostenere un regime di etichettatura obbligatoria.
Servirebbe semmai l'indicazione "non contiene OGM". E' questa infatti l'informazione per la quale della gente sarebbe, il condizionale è d'obbligo, disposta a pagare un sovrapprezzo (dopotutto le tasche sono le loro e possono farci quel che vogliono). Un po' come per il biologico. Se lo vuoi, paga.
Nessuno però si sognerebbe (mai) di chiedere che tutti i prodotti "normali" indicassero in etichetta: "prodotto non biologico". Che senso avrebbe? Giusto?
Questo è comunque un ragionamente ideale. 2 visioni diverse del ruolo dell'etichettatura e su chi dovrebbero ricadere i costi da essa derivanti. Il problema è che in realtà l'etichettatura dei prodotti contenenti OGM non serve a garantire tale assunto iniziale, ovvero la libertà di scelta del consumatore. L'ultima campagna di Greenpeace, se ve ne fosse ancora bisogno, ce lo ricorda.
Che Mario Capanna e la sua Fondazione Diritti Genetici non avesse le idee chiare su biologia e biotecnologie lo sapevamo da tempo, ma con il compendio sulla Marker Assisted Selection (MAS) che trovate a questa pagina potete farvi qualche risata ulteriore (non vi spaventate non sono che poche pagine e per di più divertenti). "La fantasia al potere" era uno degli slogan preferiti del '68, ma in questo caso, occorre riconoscere loro il merito, si è andati oltre.
Abbiamo appena ricevuto questa lettera aperta al Governo Italiano e alla comunità scientifica rilasciata da Marc Van Montagu, presidente dell'EFB (insomma, non l'ultimo pirla). E' un po' lunga, ma vale la pena leggerla, specie nelle sue parti conclusive.
Speriamo che ora il buon Mariolino si senta soddisfatto e magari cominci, invece di inveire e minacciare a destra e a manca, anche ad entrare nel merito del questioni, tipo: quanti soldi pubblici ha preso per il progetto, in base a quali criteri gli sono stati assegnati, che tipo di accordi hanno siglato con lui i 7 ministeri...