giovedì 15 settembre 2011

Miele OGM II, la vendetta (della realtà)

Nell'ultimo post abbiamo raccontato la storia del miele di Bablok (con tracce - non più di 1,2 milligrammi (sic!) per chilo - di polline da OGM)  e della "incredibile" sentenza della Corte di Giustizia Europea che ne ha giustificato, in qualche modo, la distruzione.

Concludevamo rilevando come questa "decisione", seppur all'apparenza diretta contro Monsanto, nei fatti danneggerà, anzi distruggerà quel poco che ancora rimane della ricerca pubblica europea in questo settore.

- Per inciso, la nostra impresa agro-biotec più blasonata, la Metapontum Agrobios, di proprietà pubblica, sta chiudendo. Tanto per capirci: il pomodoro San Marzano resistente al virus del mosaico l'avevano fatto loro*! Mica Monsanto! -

Certo, uno potrebbe anche farsene una ragione.

Esiste però un altro effetto collaterale, che, per la sua surrealità, sfiora il ridicolo. Roba da non credere.

Miele per tutti

Finito il primo pezzo sul miele ci è venuto subito un dubbio: ma la Germania dei Bablok, l'Italia dei Carlin Petrini, l'Europa dei Bovè... quanto miele produce? O meglio. Produce abbastanza miele?

Abbiamo dunque consultato il nostro fedele FAOSTAT. Inutile dire cosa ne è emerso.


La Germania, l'Italia e l'Europa intera ne sono importatori netti.

Ok, ma da che paesi lo importiamo? Questi paesi coltivano OGM?

La Germania importa prevalentemente dall'Argentina

L'Italia importa prevalentemente dall'Argentina
Inutile dire che l'Europa importa miele prevalentemente dall'Argentina.

Guarda caso però l'Argentina è uno dei più grandi coltivatori di OGM al mondo! Con 23 milioni di ettari (quasi 2 volte l'intera SAU italiana) è terza in classifica dietro solo a US e Brasile.

Cosa facciamo dunque con il miele che viene da lì?
Beh, per ottemperare la sentenza dovremmo controllarlo tutto e, con tutta probabilità, distruggerlo. Ma non pare una soluzione molto intelligente. Potremmo anche decidere di importarlo da altri paesi. Giusto! Vediamo quali:


Mmmmm, allora, vediamo... Cina no (coltiva OGM), Argentina nemmeno (abbiamo già detto), USA non se ne parla neanche, l'India è il paradiso degli OGM, anche sul Messico poi c'è da stare attenti (hanno già qualcosa di più che qualche sperimentazione). Inoltre, in praticamente tutti questi paesi sono coltivati anche eventi GM non ancora autorizzati in UE, oltre al MON810 oggetto della sentenza.

Ci restano dunque Turchia, Ucraina, Russia e Etiopia. E' fattibile? Vediamo...


Uff! Russia e Turchia sono anch'essi importatori netti! Restano solo Etiopia e Ucraina. Basteranno?
Pare proprio di no. Infatti, da sole, Germania e Italia importano dall'Argentina qualcosa come 35.500 tonnellate di miele (28.600 la sola Germania) e l'intero export di Ucraina e Etiopia a malapena raggiunge le 3.500 tonnellate! (1/10 del necessario!!!)

Cosa vuol dire questo?

Semplicemente che, se questa sentenza verrà presa sul serio, l'Europa dovrà rinunciare a buona parte delle sue importazioni di miele (1) e dovremo fare i conti con una disponibilità di miele diciamo del 40% inferiore rispetto a quella attuale. Vale la pena di ricordare che facciamo questo sfozo solo perchè la nostra corte maxima (2) non può tollerare che ci siano nemmeno 24 microgrammi di polline GM in un chilo di miele.

Si prevede un futuro amaro per il vecchio continente. A meno che (ed è quello che ci auguriamo) non finisca tutto a tarallucci e vino come con il GA21.




(1) L'UE (non l'Europa) produce 200.000 tonnellate di miele, ne esporta 115.000 e ne importa 240.000. Il saldo commerciale ci dice dunque che abbiamo un import netto di circa 125.000 tonnellate, pari a quasi il 40% del nostro fabbisogno. Siamo pronti?

(2) Corte che non si pone nemmeno la domanda di cosa sia tecnicamente il miele, per esprimere il suo giudizio.

* E’ possibile, ed infatti è già stato fatto, modificare il genoma del pomodoro San Marzano per renderlo resistente al virus CMV, senza alterare le altre caratteristiche. Questo fatto viene spesso citato dai sostenitori dell’agricoltura transgenica, tra cui il Prof. Sala, forse lo scienziato, con l’ex-ministro Umberto Veronesi, più bersagliato e attaccato dalla fazione Anti-OGM.
Il San Marzano ha anche altri problemi: ad esempio il TSWV (virus dell’avvizzimento maculato). Lo studio dell’università di Milano sostiene che
“sono già stati isolati geni in grado di conferire resistenza ai tre principali virus (CMV, TSWV, CAMV). In Italia molto lavoro sperimentale è stato condotto in istituti pubblici (Istituti Sperimentali del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Università, CNR) e privati (Metapontum Agrobios di Metaponto) con ottimi risultati. Sono già stati prodotti pomodori transgenici resistenti. In alcuni casi la resistenza è stata verificata in prove in campo“
I virus non sono l’unico problema del San Marzano, e non è detto che le biotecnologie possano risolvere anche gli altri. Ma e’ comunque un inizio non credete? (Dario Bressanini 7/11/07)

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