venerdì 7 agosto 2009

Avete (davvero) paura dell'OGM?

Sì, tutti sappiamo che i consumatori non vogliono gli OGM. Così come nessun consumatore vorrebbe il monossido di diidrogeno nel suo piatto (DHMO). Questo non è una novità.

Sfido chiunque a dire, intervistato, che vorrebbe abbuffarsi di grassi o cose che - nella vulgata comune - sono considerate peggio delle scorie radioattive. Anche se poi, nel segreto del proprio privato, non si fa scrupoli a mangiare al "Mec" o a guarnire i propri succulenti piatti con intingoli dalla dubbia salubrità.

Ma se...
invece di chiedere: hai paura degli OGM?
(che suona tanto come il gioco che si faceva da bimbi: Avete paura dell'uomo nero? Sìììììì)

chiedessimo: di cosa hai paura quando mangi?

In che posizione si classificherebbero gli OGM?

Beh, vediamo cosa è emerso dall'ultima indagine della Food Standards Agency inglese...


Ehm... no, non ci sono gli OGM. Per trovarli dobbiamo girare pagina e andare in fondo in fondo, si, guarda, sono lì che se la giocano con la BSE - di cui francamente diciamocelo - non ne sbatte niente a nessuno (prima di spararsi una fiorentina bella al sangue chi si chiede... e se mi pigliassi la BSE?).


Il dato più interessante poi è che, se confrontiamo chi sa che ha paura degli OGM (perchè lo dice spontanemente senza essere imboccato), con chi invece ha questa paura solo a richiesta, vediamo che il numero di "spaventati" si dimezza e scende al 2%.


Insomma, il 2% della popolazione inglese vive con la paura degli OGM (credo che questa percentuale sia inferiore a quella di chi crede negli UFO e si avvicini a quella degli scichimisti...).

Un dato senza dubbio significativo. Sì perchè, per assencondare e (tentare di) ingrossare questo 2% - rumoroso - noi abbiamo una delle normative più surreali del pianeta e subiamo campagne mediatiche che non hanno eguali per nessun altro problema alimentare, fame nel mondo inclusa (da noi ci hanno fatto pure un "referendum"!!).

Insomma, diciamolo, al consumatore non ne sbatte nulla degli OGM. E ammettiamolo, anche a noi non ne frega una cippa. Ci scaldiamo solo perchè è "giusto" scaldarsi, ma nella vita reale su questo tema non siamo nemmeno tiepidi. Siamo dei -80°.


Una provocazione agostana

Eppure, eppure tutti noi dobbiamo/vogliamo avere in etichetta l'indicazione "contiene OGM". Certo, voi direte, è perchè è un'informazione importante, perchè essere informati è un diritto.
Però a tale affermazione verrebbe da replicare:

1) perchè è così importante? contiene forse informazioni di natura sanitaria o salutistica? Peraltro, da quando tali informazioni di salute pubblica sono incluse in etichetta?


2) se è così importante allora perchè interessa, nonostante le intense campagne mediatiche, solo il 2% della popolazione?

3) se questa indicazione in etichetta è ricercata da solo il 2% della popolazione (probabilmente meno) e non fornisce indicazioni legate alla sicurezza alimentare del prodotto, perchè il 100% della popolazione dovrebbe pagare analisi e controlli per averla? Non sarebbe più sensato rendere tale etichettatura volontaria e non obbligatoria?

Immaginatevi se fosse obbligatorio indicare su tutti i prodotti "questo prodotto NON è da agricoltura biologica" e voi doveste pagare di più il prodotto affinchè tutte le aziende subiscano controlli per verificare che effettivamente non usino prodotti biologici nella produzione...

Vi pare una stronzata? Ecco, pure a me...

45 commenti:

Janez ha detto...

Quella percentuale si riferisce all'Inghilterra (buon per loro).
Pensare a valori simili per l'Italia mi sembra estremamente ottimista.

Anonimo ha detto...

sì e no.

Secondo me, se vai per le strade e fai la domanda aperta, non vai sopra il 5% (e arrivi lì solo perchè COOP e compagnia continuano a romperci le palle a martello su questo).

Ti posso garantire che è veramente un problema che interessa il cittadino comune come il numero degli abitanti della Georgia.

A parte alle prove empiriche che ti potrei portare come mie esperienze personali vorrei evidenziare un paio di dati:

1) in inghilterra che hanno avuto davvero l'emergenza BSE, nessuno si preoccupa di BSE

2) nei supermercati, anche se tutti gli intervistati parlano di qualità, sono sempre vuoti gli scaffali primo prezzo.

Secondo me questa storia è come il web usage. Tutti dicono che lo usano per informarsi e far una cultura, però se vai a vedere le chiavi di ricerca più usate (e le notizie più lette) sono sempre quelle legate al sesso.

Non dimentichiamoci mai che tra il dire e il fare c'è sempre di mezzo "e il".

Ciao

Luca Melchiorri ha detto...

A domanda diretta la gente dice che non lo vuole, però a domanda generica l'ogm non compare... a mio modestissimo parere conta più la domanda diretta ad una generica.
Facciamo un altro esempio (idiota), tanto per capire l'assurdo di quello che avete scritto: elencate le patologie che vi fanno paura.. verranno fuori tumori, la suina, pestilenze varie... magari a nessuno frega niente dell'epatite. Secondo voi a domanda diretta l'epatite rientra o no tra le patologie pericolose?!
A mio avviso l'analisi di questo sondaggio non porta alle conclusioni che volevate mostrare.
Se volete dire che c'è disinformazione o altro ok, ci sto. Ma non mi pare che questo sondaggio possa dimostrare alcunchè.

Anonimo ha detto...

Sicuro?

A mio avviso invece è spettacolare perchè dice che la gente non ha paura degli OGM, checchè se ne dica.

Punto.

Aldilà che faccia bene o male a non preoccuparsene. Questo post non vuole dimostrare che gli OGM non sono pericolosi (questo l'abbiamo già fatto in questi 3 anni).

Il tuo ragionamento quindi potrebbe essere corretto, ma non in questo contesto.

Mi spiego.
La gente in Italia non ha paura di prendersi l'epatite. Infatti nessuno di noi adotta comportamenti coscienti per evitare l'epatite.

Ciò significa che non è percepita come un problema, come gli OGM.

Punto.

Nel caso dell'epatite questo atteggiamento può essere pericoloso, nel caso degli OGM no. In ogni caso chiunque affermasse (come Coldiretti) che la gente teme/ha paura/non vuole gli OGM (o l'epatite) direbbe una bugia perchè non è vero. Nessuno di noi vive la sua vita come se gli OGM (o l'epatite) fossero un problema da gestire.

Questo si voleva dimostrare e questo si è dimostrato.

Luca Melchiorri ha detto...

Non la vedo così, la domanda generica non mi esclude in automatico il particolare. Questo è quello che si voleva dimostrare, ma è una lettura personale, decisamente criticabile.

"A mio avviso invece è spettacolare perchè dice che la gente non ha paura degli OGM, checchè se ne dica."

A mio parere invece evidenzia che non pensa agli OGM in toto, ma se si presenta loro la domanda lo vuole o meno in tavola, la risposta è no. Mi sembra abbastanza lampante, le persone pensano ad altre cose quando si parla di sicurezza, molte delle quali sono frodi alimentari (presenza di pesticidi, farmaci ecc).

Così la vedo io, ma ho capito che abbiamo visioni diverse, vabbeh, pazienza =)

Roberta ha detto...

Il fatto è che la gente potrebbe non avere paura degli OGM perché è convinta che gli OGM non ci sono. Allora non lo vedono come un problema che li tocca direttamente, si sentono "tutelati". A questo contribuisce anche l'etichetta OGM-free. Infatti, tra le paure ai primi posti ci sono problemi salutistici più "quotidiani", relativi ad eccessi di grassi, zuccheri, ecc. Questo però non vuol dire che la gente ha paura degli zuccheri o dei grassi in generali. Semplicemente SA CHE CI SONO e ha paura di mangiarne troppi. Gli OGM SA CHE NON CI SONO e allora non ne ha paura per niente.
Interessante comunque, ma ricerche del genere per l'Italia non si decide nessuno a farle?

Roberta ha detto...

Ah, fate caso, poi: tra le altre paure “top ten” ci sono quella per additivi, per i pesticidi, per gli ormoni (per le condizioni in cui gli animali sono allevati? :? ), che sono i “punti forti” della pubblicità del biologico. E si sa che in UK il biologico tira. Certo, il fatto che ci sia anche la “paura per i prezzi” non dovrebbe andare a favore del bio. Ma è una variabile tra le altre, e tutto sommato la gente che può è disposta a spendere di più (la famosa “nicchia”). A me fa l’idea che se il bio costasse meno, parecchi lo comprebbero (io né ora, né ‘in caso che’, sia ben chiaro).
Aggiungo: anche secondo me è vero che degli OGM la gente se ne sbatte, ma a questo punto è un bene o un male? Voi siete tra quelli che qualcosa fanno (bravi!), però se il tema non comincia a passare nei canali di informazione “mainstream” come dovrebbe essere, la vedo dura…

luigia ha detto...

mi spiace ma penso che questo test sia stato studiato appositamente in funzione del prevedibile risultato. cioè, si voleva ancora prima di fare il test dimostrare che in fondo alla gente di fatto gli OGM non spaventano più di tanto.Altrimenti si sarebbe posta la domanda diretta e probabilmente molti avrebbero risposto:"Scusi, cosa sono gli ogm?".
Il 2% che ha dato quella risposta corrisponde alla percentuale di gente che attualmente è informata più degli altri sulle biotecnologie.
C'è pochissima informazione a riguardo, ma penso sia strettamente funzionale al mercato delle biotecnologie, a cui un opinione pubblica scomoda darebbe solo fastidio.

sito ha detto...

Con tutte le cose che ci possono stare nei cibi non è che uno pensa subito agli ogm, naturale che se domandi poi direttamente la cosa la gente non ce li vuole.
Anche perché poi alla fine, uno quando va a comperare le cose da mangiare spesso si fida di quel che compera e certe cose è convinto che non ci siano dunque quando gli si fa la domanda automaticamente esclude quello che solitamente lui pensa non ci sia.

Anonimo ha detto...

@ Roberta

Secondo me, non è vero che la gente non ha paura perchè è convinta che non ci siano. Semplicemente non ne ha perchè non si pone il problema.

In Italia di sondaggi del genere ne fanno coldiretti e coop e ... ogni mese. Sulla qualità dei risultati (vedi anche link nel post) mi permetto di sollevare tutti i dubbi di questo mondo. Poi c'è eurobarometro di cui già parlammo.

Un bene? un male che la gente sappia? Siamo bombardati da informazioni false, fuorvianti o parziali sugli OGM, sarebbe possibile secondo te averne altre di miglior qualità? Dubito.
Non bisognerebbe mai dimenticare che le masse non servono per decidere, ma per supportare decisioni.
Ti faccio un esempio:
Una catena di supermercati ritiene che una data linea di prodotti offra un ritorno economico maggiore? Farà marketing affinchè la gente si convinca che quella linea sia migliore delle altre anche se costa di più (e anche se non è vero che è migliore).

Io sono convinto che se entrassi in un supermercato COOP ed intervistassi 100 persone a caso, grazie alle martellanti campagne che subiscono, circa il 90% mi rispondebbe a domanda diretta che gli OGM non li vuole. Se però gli chiedessi di motivare probabilmente di questi il 90% farfuglierebbe come Fantozzi cercando improbabili vie di fuga, il 9% con posa da intellettuale mi sparerebbe 4 luoghi comuni tratti dai ritagli della rivista che la catena manda loro a casa e che, da buon scichimista, tiene appesi al frigo, il restante 1% più prosaicamente mi manderebbe a quel paese.

@ luigia

Perchè dispiacerti? Che male c'è a pensarla così? C'è gente che pensa anche peggio... in realtà questo test però viene svolto ogni 6 mesi in UK dal 2001 da una autorità pubblica. Pensare che tutto questo sia fatto solo per compiacere qualche bieca multinazionale mi pare alquanto improbabile.

Io credo, e senza dispiacermente, che a volta è meglio avere davanti gente ignorante che gente male informata. Mai provato a distruggere un pregiudizio?

PS. e le campagne anti-OGM di cui abbiamo lungamente riportato (costate miliardi, bellamente ignorate dalla gente, ma usate ampiamente dalla politica) non erano campagne strettamente funzionali a qualcuno?

@ sito

dici? io vedo sempre gli scaffali primo prezzo vuoti...
Vedo frotte di consumatori muoversi di promozione in promozione...
dici che la gente guarda anche qualcos'altro?
Vorrei vedere qualche indagine di mercato sulla stratificazione delle diverse tipologie dei consumatori per esprimere un giudizio più ponderato sulla cosa.

Roberta ha detto...

Nella sostanza concordo con voi: la gente non si pone il problema. Però secondo me rimane la differenza tra le questioni alimentari-salutistiche trattate in maniera abituale sui media e quelle che entrano nell’agenda dei media solo occasionalmente. Non conosco la totalità delle campagne di comunicazione sugli OGM in Gran Bretagna, è ipotizzabile che il caso degli OGM sia assimilabile più alla seconda categoria che alla prima? In tal caso la (dis-)informazione procederebbe “a ondate” con il risultato di non incidere in modo sostanziale sull’atteggiamento generale (anzi, con il rischio di diminuire il ricordo spontaneo: se la comunicazione è troppo sensazionalistica il messaggio viene rigettato), ma rimane comunque un’alta probabilità di essere richiamato dietro domanda diretta. Questo accade generalmente proprio quando la gente NON è informata in modo continuativo su uno specifico argomento e non è esposta a fonti di informazioni alternative; però sinceramente non è che possiamo fargliene una colpa… il risultato sarebbe controproducente.

Il dato che mi insospettisce è quel 2% della open response, che è abbastanza significativo se confrontato con il 4% delle risposte chiuse, ma non lo è affatto se confrontato con i risultati delle altre variabili. Addirittura variabili con percentuali relativamente alte in risposta chiusa (ad esempio, la quantità di zucchero nel cibo, (8%) registrano “solo” un 2% in risposta aperta.

A proposito, alcuni documenti che avete linkato nel post io non riesco ad aprirli… mi si apre una specie di dial-up con richiesta di connessione. Anche altri link, come quelli del riquadro verde in basso, non rispondono… Potete linkare anche il post in cui trattate dell’indagine dell’Eurobarometro? Grazie
Ciao :)

Roberta ha detto...

Volevo sapere anche se i sondaggi di Coldiretti e Coop et al. sono pubblicati in forma integrale sul web. Ci sono link? Io, periodicamente, sono riuscita a trovare solo brevi articoli riepilogativi on line...

Anonimo ha detto...

La tua osservazione è buona. Secondo me è principalmente dovuta al fatto che di zuccheri ne sentiamo parlare a iosa, molto di più degli OGM, anche se poi di fatto si interessano e stanno attenti alla cosa, come per gli OGM, solo il 2% di noi. Tu invece che idea te ne sei fatta?

Per quanto riguarda l'Eurobarometro, ne avevamo parlato qui:
http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2008/05/attenti-quei-2.html

Non ho capito bene poi quali link non ti funzionino, se sai essere un po' più specifica riesco ad aiutarti meglio.

Per quanto riguarda coldiretti e sondaggi, ci piacerebbe e molto vedere i dati grezzi anche a noi, ma ad oggi non siamo riusciti ad avere null'altro che comunicati stampa propagandistici... se qualcuno ne sapesse qualcosa di più sappia che qui è sempre ben accetto.

markogts ha detto...

Che percentuale di gente guarda le indicazioni nutritive quando compra un prodotto? Se questa percentuale fosse piccola, sarebbe un motivo sufficiente per toglierla?

Che paura c'è di indicare se ci sono prodotti OGM nel cibo? Coda di paglia?

Anonimo ha detto...

No, nessuna paura è solo una questione di utilità/economicità. Cerco di riassumerti la nostra posizione:

1) Gli OGM non esistono. Esistono diverse piante, ottenute con la tecnica del DNA ricombinante, che presentano caratterisitiche e proprietà particolari, ma diverse tra loro. Indicare dunque: Contiene OGM, non ha alcun significato.

Gli OGM, come categoria generale, non esitono in quanto portatori di rischi/benefici generici in quanto GENERICAMENTE si comportano esattamente come le colture ottenute con metodi convenionali di breeding. Non vi è dunque alcuna necessità "sanitaria" legata all'indicazione della loro presenza GENERICA in etichetta.
Potrebbero esservi caratteristiche e proprietà particolari per taluni OGM (ad esempio per OGM sviluppati per specifiche categorie di individui) e sui prodotti che li contengono andrebbe indicata la loro SPECIFICA presenza. Lì sì.

2) non esistendo un rischio sanitario non si vede per quale ragione si dovrebbe indicare in etichetta (e PAGARE TUTTI NOI il costo aggiuntivo di questo obbligo) qualcosa che non presenta alcuna differenza sostanziale dalle varietà ottenute con altri metodi. Altrimenti non vedo perchè non si dovrebbe richiedere di indicare in etichetta anche: pomodoro ottenuto per variazione somaclonale? lattuga doppio aploide? grano sviluppato per irradiazione con raggi X? melanzane da embriogenesi somatica? cetrioli da semi sintetici? nuova specie da fusione di protoplasti? orzo da sostituzione cromosomica? mais da linee maschiosterili?

Perchè gli OGM sì e tutta la macelleria messicana della genetica più o meno classica no?

Per motivi etico-economici?
Forse indichiamo in etichetta: questo prodotto è protetto da UPOV? è coperto da brevetto?
questo prodotto NON è equo e solidale?

Per motivi di "libera" scelta?
Forse indichiamo in etichetta: questo prodotto NON è biologico? questo prodotto NON è biodinamico?


Per farla breve:
Se non c'è rischio sanitario non si vede perchè sobbarcare tutti noi di costi che non vogliamo sostenere.

Qualcuno vuole avere delle filiere certificate OGM-free per soddisfare le sue paturnie? Che se le paghi lui, ma lasci stare le mie tasche. Così come avviene per il biologico e tutte queste simpatiche amenità.


Spero di averti chiarito.

markogts ha detto...

Io non mi farei scrupoli a comprare cibi OGM. Però voglio saperlo. Quanto al fatto che "gli OGM non esistano", dovresti spiegarmi allora in cosa consistano i test sulla contaminazione da OGM che si effettuano ad esempio sulle sementi.

Il discorso è molto semplice: gli OGM permettono riduzioni di costi e svariati vantaggi economici ai produttori. SE ciò è vero, il mercato li premierà, e questo vantaggio ricardà anche sui consumatori. Il mercato però, per funzionare, deve essere trasparente. Se compro cioccolato con burro di cacao, non è un problema sanitario, ma di qualità: voglio sapere cosa pago. Idem per l'olio extravergine rispetto al normale.

Usi OGM? Scrivilo. Poi lascia a me decidere. Il fatto che non si faccia per altre tecniche è un argomento con una doppia fallacia: primo una scorrettezza non ne giustifica un'altra, secondo gli OGM POSSONO rappresentare un rischio sanitario, nessuno è in grado di escluderlo scientificamente. Le allergie hanno più fantasia degli scienziati. Non è per fare allarmismo, ma per mettere i puntini sulle i.

Ripete il mio punto di vista: sì agli OGM, (mangio soia senza farmi pare), ma sì anche alla trasparenza. Voglio sapere cosa mangio.

Anonimo ha detto...

Beh, se vuoi sapere se mangi OGM è un tuo diritto saperlo.
Certo è che per questo tuo diritto/desiderio non dovrei pagare io che non lo voglio sapere.

Attento, parlare di "contaminazione" ogm è fuoriluogo come dire che l'aria è tossica perchè contiene monossido di diidrogeno.

Certo esistono test per identificare gli OGM, ma quel che forse chi non è del settore non sa è che questi test non identificano "gli OGM", ma alcuni OGM, ovvero quelli in corso di approvazione o autorizzati in America o Europa.
E' possibile identificarli perchè per autorizzarli è necessario depositare le sequenze genetiche inserite e sviluppare un metodo di detection.

In soldoni: se non ti dico che cosa gli ho sbattuto dentro a quella pianta hai voglia tu a dirmi se è un OGM oppure no (v. Cina). E' vero, posso in alcuni casi usare dei trucchi per cercare di capirlo, ma se uno è furbo non lo beccherai mai.

Sul fatto che il mercato premierà gli OGM perchè danno dei vantaggi è vero solo in un mercato libero. Infatti in ogni paese in cui non esistono vincoli normativi (moratorie, bandi, norme di coesistenza insostenibili) che di fatto impediscono la scelta degli agricoltori gli OGM vengono premiati. Dove, come in Europa, una legge cervellotica e pensata per biocottare l'innovazione impedisce ricerca, sviluppo e produzione di OGM c'è poco da fare. Se poi pensiamo che siamo pure circondati da EMOZIONALIZZATORI, il gioco è fatto...

Attento anche alla qualità. Un conto è che la legge mi dica il contenuto di burro di cacao di un prodotto o definisca le caratterische dell'olio extra-vergine, ma se il mio prodotto rispetta quei parametri di qualità, che differenza c'è se è derivato da un OGM o no?

Soprattutto perchè non c'è nessun rischio sanitario oggi riportato per nessun OGM in commercio, nè tantomeno per "GLI OGM" in generale (nonostante siano stati messi sotto la lente d'ingrandimento da oltre 7000 pubblicazioni scientifiche, 20 anni di ricerca e un'infinità di gruppuscoli che da anni provano a vendere qualunque bufala pur di spalare merda su questa tecnologia). Se hai prove contrarie comunque portale, le valuteremo. Sia però anche chiaro che naturale non è = a buono e sano. Piante e varietà tossiche "naturali" sono presenti nella storia umana oltre che frutto di programmi di breeding classico. Nessuno però ha mai chiesto un'analisi di sicurezza ambientale e sanitaria prima dell'immissione in commercio di nuove varietà (migliaia ogni anni) e sulle etichette non c'è scritto: varietà NON testata per la sua sicurezza alimentare e ambientale.

PS non vedo alcuna scorrettezza peraltro nel non indicare che una varietà è stata ottenuta per embriogenesi somatica... a un consumatore cosa dice questa informazione? Ha forse qualche significato oltre alla pura curiosità scientifica?

markogts ha detto...

Giuro che non vi capisco. Ci sono degli "emozionizzatori" là fuori. Ok. Non ragionano. Ok. E voi per dare loro contro cosa fate? Difendete la mancanza di trasparenza. Strategia comunicativa suicida. Come fate a non rendervi conto che bisognerebbe fare esattamente il contrario, sfruttare la presenza di OGM come pubblicità? Ci sarà pure qualche vantaggio per il consumatore, no? Altrimenti, a pensar male si fa peccato ma...

PS Condizione necessaria (e non sufficiente) per il libero mercato è la trasparenza.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace. Non posso farci molto, anche se speravo che magari, pur non condividendo, capissi una posizione che è (almeno dal nostro punto di vista) più che ragionevole e che si fonda sull'evidenza scientifica oggi disponibile (se cambierà, allora saremo i primi a cambiare posizione).

Vorrei però tentate di esplicitare che noi non siamo affatto contrari all'etichettatura, diciamo solo che invece che obbligatoria dovrebbe essere volontaria (come ad esempio per il biologico) e che i costi debbano ricadere su chi richiede questi prodotti.

Diciamo che l'etichettatura così com'è pensata non è utile sia perchè dà l'idea di un pericolo che non c'è (questo prodotto CONTIENE OGM... uhhhhh) oltre a creare una categoria (quella degli OGM) che non è sensata perchè ogni OGM è a sè stante. Potrebbero esserci degli OGM che danno problemi altri che invece sono grandiosi, ma l'essere OGM non definisce nè la loro problematicità nè la loro grandiosità.

E' come se sui prodotti per celiaci scrivessi: contiene cereali. Peccato che tra i cereali ci sia sia l'orzo che il riso, l'uno con e l'altro senza glutine. Una indicazione del genere a cosa serve?

E' vero la trasparenza è importante così come la corretta informazione. Non è però la dicitura "contiene OGM" a garantire nè l'una nè l'altra. Così come la trasparenza è garantita anche se non scriviamo "melanzana ottenuta per embriogenesi somatica".

Sulla pubblicità progresso, non spetta a noi farne. L'uso di OGM ha comunque riportato significativi benefici ambientali ed economici per gli agricoltori oltre che sanitari per i consumatori (lo dice pure COOP!)

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2007/11/questi-dati-non-dovevamo-vederli-quali.html

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2007/11/figli-folina-fumonisina-e-ogm.html

Eppure perchè fanno di tutto per emotizzare il tema? per insabbiare questi dati e creare paure irrazionali? A pensar male si fa peccato, ma...

markogts ha detto...

creare paure irrazionali?

Le paure esistono già. Semplicemente, 60 anni di attività delle mutlinazionali (in campi ben diversi dalla genetica, per carità) ci hanno insegnato a diffidare.

Le paure per definizione sono irrazionali.

Sui cibi sta scritto se contiene tracce di arachidi, se contiene fenilanilina, se contiene glutine ecc ecc. Non mi serve che scriva che contenga cereali perché ci arrivo da solo. Mi serve che mi dica se contiene sostanze ottenute tramite ingegneria genetica, con manipolazione diretta del DNA, la definizione esatta trovatela voi.

Perché farlo? Per tranquillizzare chi ha paura. Poi, il mercato farà il suo corso: questa paura che x persone hanno, vale o non vale il delta di prezzo*? E qui entra in gioco un blog come questo, che può spiegare per filo e per segno quali sono le problematiche degli OGM e perché non abbia senso avere paura.

Ma dire "meglio niente etichette perché chi le vuole non capisce un ca$$o ed è meglio che non sappia" è una politica sbagliata oltre che autolesionista, che non condivido.

*Chiaramente, se non ci fosse un vantaggio economico ad usare gli OGM, a che pro farlo?

Anonimo ha detto...

Vedi, è qui che secondo me ti sbagli. La gente non ha paura, anzi se ne frega di sapere se ci sono gli OGM in ciò che mangia (questo è il tema del post). Non c'è questa gran folla che vuole/è interessato a pagare di più (perchè di questo si tratta) per sapere se c'è ogm nei prodotti che compra. E, quel 2% che si pone il problema, può benissimo andare a comprarsi i prodotti OGM-free.*

Sapere se ci sono arachidi, glutine, crostacei (anche in tracce) è fondamentale per la vita di alcune persone. Sapere se c'è DNA ricombinante non è vitale (nel vero senso della parola) per nessuno. Così come non lo è il sapere dell'embriogenesi somatica.

Il metterlo in etichetta non serve a tranquillizzare nessuno, anzi serve a fomentare le paure perchè uno che lo legge è indotto a pensare: "se è obbligatorio scriverlo significa che è importante, che ha a che fare con la mia salute". Ma non è così.

La posizione sulle etichette è chiara: solo informazioni di salute pubblica. Le paturnie se le paghi chi le ha.

Le multinazionali è vero che hanno fatto e fanno porcate (e infatti sono salite sul carro OGM-free), ma ti sei mai chiesto il perchè questo settore, nato pubblico, ora è quasi solo in mano a loro? Sarà perchè accanto alle multinazionali del business ci sono anche le multinazionali dell'ambientalismo d'accatto che ci campano sulle paure che creano e fanno di tutto per propagarle?


*Fossi un produttore vorrei l'etichetta volontaria perchè in questo modo potrei crearmi un mercato differenziale dove poter spuntare un prezzo maggiore. Obbligare tutti oggi ad essere no-ogm (purtroppo è così, il caso olio "giusto" insegna) appiattisce il mercato e anche la possibilità di esprimere liberamente la propria scelta come consumatori.

Se, come tu dici, la gente vuole davvero sapere, vuole la certificazione della presenza/assenza di OGM allora con una certificazione volontaria avremo un bellissimo, consapevole boom di chi comprerà solo prodotti certificati. Cosa c'è di male in questo? nel volere questo?

luigia ha detto...

Scusa lancillotto riguardo a "L'uso di OGM ha comunque riportato significativi benefici ambientali ed economici per gli agricoltori oltre che sanitari per i consumatori (lo dice pure COOP!)"

quali sarebbero i benefici ambientali, o ancora meglio sanitari? www.gmcontaminationregister.org
è il primo registro mondiale sulle contaminazioni da OGM. Informazioni su rinvenimenti di semi, terre, cibi contaminati in tutto il pianeta. serie di denunce suddivise per Paese, materiale contaminato, tipo( effetti collaterali di piantagioni OGM, piantagini illegali,..)e organismo GM coinvolto.
Percy Schmeiser, in Canada,piccolo agricoltore, è stato condannato al pagamento di 200 mila dollari alla Monsanto (nota azienda multinazionale di biotecnologie agrarie) dopo che gli ispettori della Corporation avevano scoperto le sue coltivazioni contaminate da un transgene brevettato. Si ma come ci erano finiti i semi brevettati nelle coltivazioni di questo agricoltore? per impollinazione, portati dal vento dalle coltivazioni limitrofe. Inutile rimarcare le vere motivazioni dinanzi a questa enorm multinazionale.
Tra l'altro ,paradosso, la modificazione genetica in ballo consisteva nella resistenza della pianta in questione ad un erbicida prodotto dalla stessa Monsanto.
Perchè questa avrebbe dovuto dunque effettuare la modificazione genica? per avere un brevetto in più che gli è fruttato non poco denaro.
Tutta questa storiella per dire che è così che nascono e si sviluppano i nuovi OGM: brevetti appetitosi dal punto di vista economico, sviluppati da aziende che possono permettersi l'investimento; contaminazione a danno dei piccoli agricoltori.
I danni ambientali che conseguono sono più che evidenti: erosione genetica a danno della selezione naturale (che in soldoni vuol dire rischi di estinzione per un numero sempre maggiore di specie animali e vegetali)e rottura di equilibri biologici in molti habitat.

per quanto riguarda i rischi sanitari possibili, non sono da considerarsi solo quelli diretti, legati al consumo di un possibile prodotto OGM acquistato dal consumatore, ma anche quelli indirettamente legati ai disequilibri ambientali che le biotecnologie agrarie comportano.
Forse tutto questo la COOP non lo dice.

markogts ha detto...

ci sono anche le multinazionali dell'ambientalismo d'accatto che ci campano sulle paure che creano e fanno di tutto per propagarle?-

Mi fai un esempio? Davvero, non capisco a cosa ti riferisci.

Comunque non è vero che le indicazioni in etichetta servono solo a chi ha problemi di salute. Perché vengono indicati ad esempio i coloranti, che pure sono innocui? Eppoi, l'OGM potrebbe scatenare una reazione allergica. Concordo con te che in quel caso la dicitura OGM sarebbe troppo generica, ma bisogna comunque specificare la presenza di una certa proteina.

Mi pare che di fondo ci sia una certa ipocrisia con questo schema di ragionamento:

*alla gente non frega niente quello che mangia (può essere purtroppo vero, ma non certo per me, io passo ore in supermercato a leggere le etichette);
*gli possiamo dare di tutto, anche gli OGM tanto non se ne accorgono;
*però non possiamo mettere le etichette sennò salta il gioco; Sennò, dalla statistica "cosa ti spaventa dei cibi?" passsiamo a quella "ti spaventano gli OGM?" e salta la baracca.

No, io ai giochi sottobanco non ci sto. Gli OGM non fanno danni, se controllati per bene e gestiti con scrupolo. Allora li si mettano in commercio con il loro nome e si dimostri che ci sono vantaggi per tutti (e non solo per la Monsanto).

markogts ha detto...

Attenta Luigia che a Schmeiser li OGM tutto facevano tranne che schifo. Quando se li è trovati sul suo campo, se li è ben che selezionati e trattenuti per la semina successiva. E' stato condannato per il dolo comprovato.

Anonimo ha detto...

Luigia, stai bene? Tutto a posto?

Percy Schmeiser un eroe?

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2009/02/volte-ritornano-percy-schmeiser.html

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2009/03/percy-schmeiser-day-after.html

Le "contaminazioni" da OGM un problema drammatico, ahhhh?

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2009/04/ogm-contaminazione-irreversibile-o.html

L'erosione genetica della biodiversità a causa degli OGM?

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2009/02/le-figlie-di-madama-dore.html

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2009/05/ogm-e-biodiversita-hippo-pippo-dilemma.html

- solo per citare alcune delle tue sparate.

Non posso credere che, lucidamente, tu creda a questo mucchio di scemenze.

Prima di proferire verbo, in ogni caso, sarebbe sempre meglio sapere di che si parla.

Anonimo ha detto...

ci sono anche le multinazionali dell'ambientalismo d'accatto che ci campano sulle paure che creano e fanno di tutto per propagarle?-

Mi fai un esempio? Davvero, non capisco a cosa ti riferisci.


http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2009/08/8-non-pronunciare-falsa-testimonianza.html

http://lists.peacelink.it/consumatori/msg02141.html

Bastano? Comunque, non so da quanto ci segui, ma basta che ti leggi i post sul finto referendum di Capanna e sui soldi che si sono fatti dare per organizzare il teatrino...

NO. Gli OGM - in generale - non danno allergia. Nè - in particolare - i singoli OGM oggi in commercio. I coloranti sono indicati in quanto additivi, gli OGM (mais, soia, ecc...) sono ingredienti e vanno indicati come ingredienti: soia, mais (e non come OGM, così come non è indicata la varietà presente, ma solo la specie agraria che è quella che conta).

L'ipocrisia infine è di chi vorrebbe vendere un problema che non c'è. Tu spendi ore a leggerti le etichette e sei disposto a spendere di più per avere info sulla presenza di OGM, perchè sei intimamente convinto che nascondano in sè una diversità strutturale rispetto alle varietà "naturali"?

(sappi che questo è falso:
http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2008/03/la-scoperta-dellacqua-calda.html)

ottimo. Se c'è mercato c'è offerta. Se con te saranno in milioni vedrai che tutti indicheranno la cosa, senza inutili e onerosi (per tutti) obblighi.

PS le etichette sono già obbligatorie. Risultato? Leggiti bene la storia dell'olio giusto.

Il gioco sottobanco sta in chi crea allarme ingiustificato per pretendere un diritto di scelta astratto e assoluto (ma solo per gli OGM) per il consumatore con il solo scopo finale di creare una categoria facilmente identificabile e colpibile, sentendosi così libero di fare i suoi pogrom da supermercato.

Sì, l'etichetta come è concepita oggi è esattamente come una stella gialla. Ribadisco: Olio giusto insegna.

Roberta ha detto...

La tendenza a registrare percentuali molto più basse (addirittura “negligible” per alcune voci) nelle open response è generale. Sono andata a vedermi il report della FSA al link che avete indicato voi (slide 24). All’asterisco degli item in risposta aperta corrisponde questa didascalia: «* shows a significant difference between open responses and the pre-codes for this wave». Notare che l’asterisco è presente in tutte le voci tranne in quella ‘GM foods’, perché un rapporto ‘una su due’ tra risposte aperte e risposte chiuse non è poco, sebbene i valori assoluti siano a fondo lista.

La nota nella slide spiega la situazione generale per i bassi risultati in risposta aperta: « Reported concern was significantly lower in the majority of food concerns when the responses were open rather than pre-coded, indicating that interviewer coding had a significant impact on the results but also highlighting the relevance of new codes, for example, hygiene/cleanliness, date labels.»

Riflessioni:
1: le risposte chiuse facilitano il ricordo (questo è normale un po’ per tutti i questionari). In questa classifica gli OGM si piazzano all’ultimo posto; a quanto pare, quando vengono richiamati ANCHE altri item, quello degli OGM diventa meno rilevante, non è nella “top of mind”, detta in gergo. A fronte di altre preoccupazioni, quella per gli OGM viene scavalcata.

[scusate, ma ho una curiosità: possibile che nel 2009 la gente debba avere ancora paura dell’avvelenamento dei cibi? Manco nel Medioevo, richiamiamo gli assaggiatori, per essere sicuri-sicuri? ;) Il bello è che scorrendo le slide precedenti sull’andamento della fiducia nell’operato della FSA, questa risulterebbe aumentata nel tempo, alla faccia…]

2. nelle risposte aperte, gli OGM non è che si piazzano benissimo, diciamo, però, che almeno il ricordo spontaneo non è nullo.

Insomma, che dire? Tenendo conto della nota della FSA citata sopra, bisognerebbe considerare altre variabili per l’interpretazione. Perciò, presentare quel 2% come dato significativo solo per gli OGM, secondo me era fuorviante.

Comunque, in globale, una diminuzione del "concern" verso gli OGM c’è stato (dal 26 al 21%, vedi la slide 16), c’è da sperare :)

Roberta ha detto...

Grazie per il link al post sull’Eurobarometro :)

Nel post è a questo link che mi appare un pop-up per la connessione con password a un archivio.rassegna.it:
http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/search/label/dura%20lex%20sed%20lex.
E a quest’altro:
http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/search/label/flop%20referendum

Per il resto, sono i link della sezione in basso “Le manipolazioni classiche e la transgenesi” a non essere più accessibili (credo che gli URL siano stati modificati alla fonte), e pure quello all’articolo di Morandini.

Roberta ha detto...

Tanto che ci sono dico la mia anche su qualcosa degli altri commenti…

Il discorso sull’etichetta obbligatoria di marcogts terrebbe, se non fosse per il fatto che nei prodotti alimentari gli OGM potrebbero esserci già… almeno fino allo 0,9%, limite oltre cui scatta l’obbligo di segnalazione in etichetta dell’OGM, vedi il regolamento UE. Se fossero così pericolosi, tanto varrebbe chiedere lo 0. O gli allergici non sono tali a dosi minime? Su questo punto, i BBB hanno ragione.

>> «Fossi un produttore vorrei l'etichetta volontaria perché in questo modo potrei crearmi un mercato differenziale dove poter spuntare un prezzo maggiore.»

Quel mercato differenziale esiste, è il biologico :D (differenziale in senso idealistico, visto che la soglia di ammissibilità di OGM dello 0,9 vale anche per loro, hihi).

Sul discorso economico, mi sembra che il problema sia che la convenienza degli OGM non si sia ancora trasferita dall’agricoltore al consumatore in termini di prezzo. È perché la procedura di autorizzazione e di controllo alimentare per l’etichettattura è dispendiosa? Chi la paga? perché se la paghiamo anche noi per via UE, allora io preferirei la “liberalizzazione” degli OGM.

Un’altra cosa la devo dire sul discorso di Luigia:
>> «Tra l'altro, paradosso, la modificazione genetica in ballo consisteva nella resistenza della pianta in questione ad un erbicida prodotto dalla stessa Monsanto.»

Non c’è distorsione, è un normale strumento di marketing, quello dei “beni complementari” applicati ai marchi. Se compro un Nokia, le cover le ricompro da Nokia, se compro una Fiat, per l’assistenza mi rivolgo a un’officina Fiat, eccetera. Il sistema potrebbe essere (malamente) interpretato anche come una forma di monopolizzazione; in realtà però il vantaggio per l’uso del bene complementare “di marca” è superiore grazie alle garanzie offerte dal produttore.
Certo, c’è anche la controversa questione dei brevetti, poi però tutti ancora a comprare la tachipirina e l’aspirina in farmacia ;)
Vorrei sapere, ma da quando il glyphosate è fuori brevetto, quanti sono gli agricoltori che usano ancora il Roundup? Tanti, tanti, mi sa :)

Anonimo ha detto...

Per i link chiederò ad Artù di controllarli quando torna.

Per il pop-up, a me appare solo su flop referendum, basta comunque fare annulla e poi ti lascia vedere tutti i post su quel tema.

Anonimo ha detto...

Per i benefici degli OGM verso i consumatori i problemi sono 3:

1) sono in generale commodities zootecniche e quindi arrivano ai consumatori solo per via indiretta

2) i benefici in termini di contenuto di micotossine, meno trattamenti pesticidi con minor impatto ambientale... vengono accuratamente mascherati e occultati come abbiamo dimostrato per il caso del mais Bt e i dati insabbiati dal ministero

3) il beneficio in termini di costo non può esservi quando la normativa carica un prodotto di controlli e vincoli obbligatori. Tutte le derrate di importazione vengono controllate più e più volte per la presenza di OGM, inoltre se vi sono OGM non ancora autorizzati da noi (per lungaggini burocratiche) queste partite vengono rimandate a casa (vige la tolleranza zero) incidendo significativamente su quantità e prezzi dei mangimi circolanti.

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2008/04/nuove-autorizzazioni-vecchi-inganni-il.html

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2008/08/che-tempo-fa.html

è il gravame dunque legato ad un sistema normativo discriminatorio che costa al comparto zootecnico molto caro e di rimando a tutti noi.

Ecco, se solo i produttori che volessero fare OGM-free pagassero per questi controlli allora sì ci sarebbe una giusta e significativa differenza di prezzo.

Sui mercati che in realtà dovrebbero esistere:

OGM (ogni OGM il suo)
convenzionale (non si cura della cosa)
no-OGM
biologico
biodinamico

Oggi invece esistono solo gli ultimi 3.

Anonimo ha detto...

C'è gente che ama paventare rischi allergenici per gli OGM, magari chiederò ad Artù di scrivere un pezzo sulla cosa.

Per fugare questa "paura" basti comunque sapere che la normativa autorizzativa prevede una verifica preventiva del potenziale allergenico (se esiste non viene autorizzato il prodotto).

Ci fu un caso (lo starlink) dove si supponeva un potenziale medio e ci fu un'autorizzazione negli US sono a fini zootecnici. Tracce però finirono in alcuni tacos. Un tipo disse di aver avuto reazione allergica al prodotto. Gli fu iniettato (in doppio cieco) direttamente in vena per verificare la cosa... nulla. Non era allergico allo Starlink.

Se qualcuno però ha altri dati, li dia, ma dati credibili, please, non vaghe dichiarazioni di supposti esperti.

Roberta ha detto...

>> «Ecco, se solo i produttori che volessero fare OGM-free pagassero per questi controlli allora sì ci sarebbe una giusta e significativa differenza di prezzo.»

In linea di principio avete ragione, però mi è venuta in mente un’altra cosa: se i controlli fossero pagati dai produttori, non ci sarebbe il rischio di un conflitto di interessi? Verrebbe un po’ meno la sicurezza di una “terza parte” giudicante garantita dal fatto che è un’autorità pubblica ad eseguire e finanziare i controlli?


>> «Certo esistono test per identificare gli OGM, ma quel che forse chi non è del settore non sa è che questi test non identificano "gli OGM", ma alcuni OGM, ovvero quelli in corso di approvazione o autorizzati in America o Europa.
E' possibile identificarli perchè per autorizzarli è necessario depositare le sequenze genetiche inserite e sviluppare un metodo di detection.

In soldoni: se non ti dico che cosa gli ho sbattuto dentro a quella pianta hai voglia tu a dirmi se è un OGM oppure no (v. Cina). E' vero, posso in alcuni casi usare dei trucchi per cercare di capirlo, ma se uno è furbo non lo beccherai mai.»

Questo discorso è molto interessante, perché non ci fate un post? (se non c’è già...)


>> «Le multinazionali è vero che hanno fatto e fanno porcate (e infatti sono salite sul carro OGM-free), ma ti sei mai chiesto il perchè questo settore, nato pubblico, ora è quasi solo in mano a loro? Sarà perchè accanto alle multinazionali del business ci sono anche le multinazionali dell'ambientalismo d'accatto che ci campano sulle paure che creano e fanno di tutto per propagarle?»

Ecco, anche questo discorso mi interessa. Cosa significa nello specifico?


Sul discorso delle allergie sono pienamente d’accordo: da quel che so i controlli sono fatti anche per prevenire rischi allergici. L’ambito delle allergie (e quello delle intolleranze, che sono un’altra cosa - e io sinceramente non ho ancora ben capito che effetti implicano le intolleranze dal punto di vista medico-scientifico) agli OGM è uno dei più discussi e anche dei più temuti. Le persone hanno sempre paura che possa scatenarsi una nuova allergia anche da prodotti da OGM già testati. Per questo rimarcavo il fatto che gli OGM, anche se entro una soglia minima, già ci sono. Se le persone mangiano OGM “legalmente”, ma senza saperlo non si spaventano :).
Fermo restando che in generale le allergie sono una cosa seria (come quella al glutine ad esempio), ovviamente.

Artù ha detto...

"Mi serve che mi dica se contiene sostanze ottenute tramite ingegneria genetica, con manipolazione diretta del DNA, la definizione esatta trovatela voi."

Caro markogts, il punto cruciale è che tutte le manipolazioni fatte tramite breeding o altri metodi di cui abbiamo parlato in altri posts fanno un macello a livello del DNA.
http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2007/10/quando-una-mezza-verit-diventa-una_27.html

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2007/10/italia-e-europa-liberi-s-ma-dalle-bugie.html

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2008/03/la-scoperta-dellacqua-calda.html

Anche non facendo niente, gli organismi vanno incontro spontaneamente a delezioni, mutazioni puntiformi, traslocazioni cromosomiche, sali di trasposoni...etc. per pure cause naturali. Così nascono nuove varietà e nuovi gusti.
Quello che importa non è chi fa la manipolazione del DNA (o della sua espreessione, per ricordare anche le mutazioni epigenetiche), ma il risultato.
Potresti avere zucchine naturalissime che sono mutanti spontanee e che rischiano di ammazzarti.
Per questo la definizione esatta che richiedi non esiste e la regolamentazione attuale è uno scherzo costosissimo.
Artù

markogts ha detto...

Censurate anche questo:

"A genetically modified organism (GMO) or genetically engineered organism (GEO) is an organism whose genetic material has been altered using genetic engineering techniques. These techniques, generally known as recombinant DNA technology, use DNA molecules from different sources, which are combined into one molecule to create a new set of genes. This DNA is then transferred into an organism, giving it modified or novel genes. Transgenic organisms, a subset of GMOs, are organisms which have inserted DNA that originated in a different species."

Per non essere esperto sono abbastanza più bravo di voi a trovare le definizioni...

Inutile dire che non ho mai detto che una zucchina non transgenica sia più sana di una ogm. Anzi, se leggi quello che ho scritto, sempreché non sia già stato cancellato, ho detto chiaro e tondo che se l'ogm mi costa di meno io non mi faccio problemi a comprarlo. Io ne facevo solo una questione di trasparenza, ma dati i recenti fenomeni di subdola censura (manco un avviso, prese le mie parole, tagliate a metà e usate come edit al post originale) su questo blog, capisco che il concetto di "trasparenza" vi risulti ostico.

Artù ha detto...

Caro markogts,
la definizioni che riporti è usata più o meno, anche nella legislazione, ma non per questo risulta meno insensata o corretta.
In natura capita spesso che "DNA molecules from different sources, which are combined into one molecule to create a new set of genes." Capita nei transgeni naturali (es. agrobacterium) o nei wide area crosses (incroci tra piante appartenenti a generi diversi). Secondo il tuo ragionamento e per essere consistenti dovremmo etichettare anche queste? E che dire delle piante sottoposte a mutagenesi? Queste vanno incontro a modificazioni maggiori e radicali. Etichettiamo anche queste? Per mè è una strada insensata e non porta benefici. Meglio dare informazioni sui rischi reali e non su quelli percepiti.
"Geneticamente modificato" applicato solo ai transgenici è un'idiozia perchè implica che le altre piante (o animali) non siano modificati geneticamente. Usare questa terminologia è maltrattare la ragione e l'intelligenza.
Se domani viene fuori uno che richiede l'etichettatura sulla base delle fasi della luna perchè ha paura del cibo raccolto in luna calante cosa facciamo, lo accontentiamo? Le regole devono essere poche, chiare, sensate e strettamente necessarie. Chi vuol farsi un'etichettatura volontaria che magnifichi le meravigliose proprietà dei propri prodotti lo faccia pure, ma non costringa gli altri a seguirlo.
Per la censura, me ne dispiace. Non possiamo seguire tutte le domande e le provocazioni, anche se ci piacerebbe, perchè abbiamo un lavoro da fare. Preferiamo ogni tanto sacrificare qualcosa e rendere il blog più snello. Magari un giorno cercheremo di rispondere alle tue provocazioni. Se poi credi di aver ragione ci sono numerosi posti dove puoi esporre le tue motivazioni senza appesantire questo blog.
A.

Artù ha detto...

Ecco le sacre parole che condannano l'attuale legislazione sotto una montagna di nonsenso e ipocrisia (perchè ad esempio non si etichettano tutti i prodotti fatti con enzimi ottenuti per ingegneria genetica dei microorganismi?):

The current EU legislation defines a GMO as "an organism in which the genetic material has been altered in a way that does not occur naturally by mating and/or natural recombination". It covers organisms derived from:

· Recombinant nucleic acid techniques;
· Techniques involving injecting heritable material into an organism, prepared outside this organism;
· Cell fusion or hybridisation techniques where live cells with new combinations of heritable or hybridisation genetic material are formed through the fusion of two or more cells by means of methods that do not occur naturally.

Anonimo ha detto...

"Per non essere esperto sono abbastanza più bravo di voi a trovare le definizioni..."

No, in realtà mi pari solo un fighetto saputello un po' borioso.

Soprattutto perchè vieni qui a pontificare senza sapere di cosa stai parlando e soprattutto senza aver nemmeno letto le fonti che ti citiamo rispondendoti.

Per fare il copia incolla di una definizione tecnica non serve una laurea, a capire che cosa significhi probabilmente non basta. Così almeno pare.

Ti invito a leggerti quanto ti avevo già linkato io e poi ora anche Artù, in particolare "la scoperta dell'acqua calda".


Censurate anche questo:

No, oggi sono nel mood giusto e ti rispondo. Questo però non garantisce per il futuro.

Se vuoi la cosa più esplicita, ripeto qui quanto già ti scrissi per mail linkandoti alle FAQ di Uriel (che spero non ce ne voglia per il furto).

Il commenti sono censurati? Se sì non ti vergogni?

I commenti di questo blog sono censuratissimi, per evitare che diventi una bacheca per ogni sciroccato d’Italia, come è il blog di Grillo. E’ vero che cosi’ facendosopravvivono poche decine di commenti (su un numero di ordine maggiore che viene inviato: ne censuro piu’ di 9 su 10), ma e’ anche vero che se paragonate la densita’ dei commenti di questo blog e la loro qualita’ con quelli del blog di Grillo i del blog di Di Pietro, non c’e’ paragone. No, non mi vergogno di censurare: se e’ vero che hai il diritto di dire quel che vuoi, non e’ vero che hai il diritto di farlo QUI. Inoltre, questo e’ uno spazio che pago di tasca mia sia in termini di soldi che di tempo dedicato: di conseguenza, sono nel pieno diritto di vederci scritto solo quel che piu’ mi piace. E i tuoi diritti finiscono dove iniziano i miei. Cioe’, esattamente qui.


Più chiaro? Altrimenti non c'è problema, troverai altrove spazio per le tue garine all'ultimo post(ino).

Ciao.

Anonimo ha detto...

Almeno c’e’ una logica con la quale censuri?

Ci sono diverse cose che mi infastidiscono, anche se la fantasia della gente nel darmi fastidio e’ infinita. Innanzitutto, non sopporto gli attacchi alla persona. Nel senso che se mi sento attaccato, quando sono nel mood giusto rispondo, se sono in quello sbagliato casso e basta. La seconda cosa che mi rompe le palle e’ che io scrivo (per forza di cose) in fretta : per forza di cose perche’ rubo tempo al lavoro. Di conseguenza, non ho tempo di correggere, di rileggere o di controllare. A quel punto arrivano le maestrine con la penna rossa che stanno li’ a contestare ogni cosa, giusto per farti vedere quanto sono brave a fare le pulci alla forma di un post. Queste le censuro direttamente, perche’ (a meno che l’errore non devasti il senso del post) si tratta di un argomento che non e’ un argomento e non mi interessa averlo tra i commenti. L’altro tipo umano che mi infastidisce e’ il tipo umano che gareggia: egli arriva a correggerti non tanto perche’ e’ geneticamente programmato ai concorsi per posti nella pubblica istruzione, ma per gareggiare con te e lasciare intendere di saperne di piu’. Dal momento che non ho come obiettivo quello di sbigottire le signore nei salotti che frequento, l’unico settore ove trovo utile mostrare competenza e’ il lavoro. Sul blog, non mi interessa fare trattati. Peraltro la correzione-aggiunta pretende che ogni argomento sia trattato con la precisione di un saggio, mentre non e’ mia intenzione quella di scrivere saggi. Per forza di cose, un articolo che sta in una pagina non puo’ trattare un tema con la precisione di un saggio, quindi le precisazioni possibili sono infinite nel numero, e nulle nella misura, e non aggiungono niente al contenuto. Non ho bisogno di voi per sapere che un campo qualsiasi del sapere umano non si potra’ mai raggruppare in una pagina di post su un blog.Tra le altre cose che censuro, infine, c’e’ il vizio di voler continuare qui le squallide battaglie politiche di qualche partituccio di questo paese. Anche se questo blog parla di politica e di propaganda, NON fa politica e NON fa propaganda. Se siete qui per sostenere un partito ,o un ideale che necessita di consenso (pensando che scrivere una cazzata su ogni angolo di strada la rafforzi) avete sbagliato blog. Dax, come Gliuliani, e’ morto: i vermi lo stanno divorando e no, NON lotta con voi perche’ e’ una fottuta carogna sotto un metro di terra. Fatevene una ragione, e se non mi credete andate pure al cimitero e scoperchiate la tomba. L’ultima cosa che mi urta e’ l’ipse dixit. Se non avete piu’ argomenti, semplicemente tacete: posso leggere da solo gli stessi libri, senza bisogno di voi come intermediari.

Anonimo ha detto...

http://www.wolfstep.cc/faq/

luigia ha detto...

Ah, allora non me lo ero sognato che era SPARITO il mio post. BRAVI BRAVI alla faccia dell'informazione libera.
Io non sostengo nessun partito politico. sono laureata in biotecnologie e ho maturato nel corso degli studi la mia avversione, se così si può dire, più che argomentabile agli OGM.
Ora, se cancellare un post, vuol dire escludere il confronto con dei possibili "colleghi",
mi dispiace ma questo blog HA FALLITO.
E almeno cambiategli il titolo.

Anonimo ha detto...

mi dispiace ma questo blog HA FALLITO

e perchè? perchè lo dici tu? :rolf:

sono laureata in biotecnologie e ho maturato nel corso degli studi la mia avversione, se così si può dire, più che argomentabile agli OGM

si vede che non c'è più l'università di una volta.

Bene, ma se siamo colleghi (?), argomentamelo citando scienza e non paccottiglia alla Greenpeace, o bislacche idee copiaincollate da qualche altro sito, vedrai che qui nessuno mai ti cancellerà per questo... puoi crederci.

In alternativa, anche per te vale l'invito a cercare spazio altrove.

Grazie infine, ma lo sappiamo già che siamo BRAVI BRAVI, però a volte sentirselo dire fa piacere.

Ah, ricorda che le regole di cui sopra sono sempre valide è che stasera sono particolarmente di buon umore.

Guarda, inoltre, come bonus faccio vedere a tutti quel che ti è stato "censurato":

David Schubert, un biologo presso il Salk Institute avverte che fra la popolazione "i bambini hanno più probabilità di soffrire delle tossine e dei problemi nutrizionali" legati agli alimenti geneticamente modificati.
I ratti alimentati con soia transgenica hanno visto la maggior parte dei loro piccoli morire entro 3 settimane dalla nascita - mentre il tasso di mortalità è stato del 10% nel gruppo di controllo nutrito con soia naturale. [3] I cuccioli nutriti con alimenti geneticamente modificati erano inoltre più piccoli e in seguito hanno avuto problemi di fertilità. [4]

Nel 2008, sulla base di referti medici, il Sunday India ha scritto che "il numero di persone che soffrono di prurito è notevolmente aumentato nel corso degli anni ... in connessione con la coltivazione di cotone Bt "[14]


Bello come copia incolla, peccato che tu non abbia incollato anche le referenze bibliografiche così doviziosamente annotate, a naso però ci vedo già lo studio dell'Ermakova e un altro paio di articoli di giornale (evviva la scienza!).

ma mi porti tutti esempi che prendi da questo blog ?non hai altri canali di informazione?
il registro di Green Peace, il Sunday India, e il protocollo di Cartagena mi sembrano abbastanza


Oddio le tue fonti non paiono il non plus ultra. Inoltre credo che questo dimostri molto bene come tu, amante del dialogo e della libera (e corretta?) informazione, non ti prendi la briga di leggere i link altrimenti da attenta osservatrice biotech quale sei (dovresti essere?) ti saresti accorta che ogni rimando ad un nostro post contiene tutti i link necessari a approfondire il tema.

Magari adesso, per l'Ermakova e i suoi miserabili topini, prova a leggertelo il nostro post, per un biotech adulto e laureato non dovrebbe essere una grossa fatica.

http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2007/10/per-un-ratto-pi-pericoloso-vivere-mosca.html

Notte, sperando che ti porti consiglio.

Andrea ha detto...

Caspita, uno torna dalle vacanze e guarda che casino è scoppiato! Credo di essermi perso qua e la. Comunque quella di Schmaiser povero contadino contaminato è davvero forte, come quella del prurito. Sulle etichette non saprei, mi piacerebbe che dicessero chiaramente cosa ci costa questa richiesta. Personalmente non ho paura di vederlo scritto, ma se dovessi davvero pagare per questo concordo con voi. Se la paghino loro.

Taz70 ha detto...

Se permettete, arrivo su questo thread un po' tardi, ho riso per un quarto d'ora all'incipit sul monossido di diidrogeno.
Secondo me, non si parla a sufficientemente del problema, deve esserci una congiura delle multinazionali alla base di tutto questo silenzio.

Anonimo ha detto...

Io sono a favore dell'etichetta OGM FREE perchè:

1 - se un produttore vuole scrivere sul suo prodotto che non è ogm lo faccia pure, si paga lui i controlli e poi alzerà il prezzo per rifarsi.

2 - un sacco di idioti comprerebbero solo prodotti non ogm, di conseguenza gli ogm, migliori e a prezzi più basso, venderebbero di meno che in un mercato dove non regnasse sovrana la propaganda anti ogm.
A una diminuzione della domanda conseguirebbe un ulteriore deprezzamento, con tutto guadagno di quei consumatori più intelligenti e colti ;)

Sbaglio?

Related Posts with Thumbnails