Innanzitutto
1) il fatto di trovare, in un'epoca di "estinzioni di massa", un qualcosa che "irreversibilmente" sopravviva, tuttosommato non dovrebbe dispiacere...
peccato però che
2) se questo super-essere dovesse esistere, non sarebbe di certo un OGM oggi in commercio.
eccovi la dimostrazione:

Il caso Starlink
Accanto al lavoro di Crawley che dimostra come le piante coltivate (OGM e non) dopo 3 anni, se non "coltivate" (è un po' cacofonico, ma rende l'idea), spariscono dagli habitat naturali...
Questo mais meriterà in futuro sicuramente un approfondimento. Per ora basti sapere che era stato autorizzato (precauzionalmente) solo ad uso mangimistico perchè secondo i test in vitro erano emerse indicazioni su di una potenziale allergenicità della nuova proteina prodotta (in quanto stabile al calore e agli enzimi digestivi) .
Nel 2000 furono però ritrovate tracce di mais Starlink (a livello di DNA, non di proteina) in alcuni tacos e nel 2001 il mais Starlink fu ritirato dal mercato.
Tralasciando la vicenda sanitaria che ne seguì (che si concluse con una bolla di sapone, perchè non fu provato nessun effetto clinico associabile al consumo di questo mais), ciò che ci interessa è capire cosa successe in termini di "contaminazione" ambientale. Insomma il mais Starlink è irreversibilmente entrato nel nostro ambiente o è sparito? Saremo contaminati dallo Starlink per sempre o è acqua passata?
La risposta ce la dà l'EPA (Agenzia per l'Ambiente Americana) che si è fatta carico di svolgere dal 2001 le analisi per rintracciare la presenza Starlink nelle partite di mais. Il risultato è il grafico che abbiamo inserito in apertura a questo post. Interessante no?
In sostanza di Starlink, da marzo 2005, non se ne trova traccia nelle partite di mais americane (unico paese a coltivarlo). E non stiamo parlando di analisi che avevano come obiettivo quello di cercare la % di Starlink presente nei campioni, ma solo di verificarne la sua eventuale presenza (ovvero tolleranza zero)!
La controprova
Gli scienza-scettici verranno subito a dirci che questi dati non sono affidabili perchè l'EPA è sicuramente stata pagata dalle multinazionali per insabbiare il tutto (P.S. già che ci siamo vorremmo far notare che anche in questo caso Monsanto non c'entra nulla, lo Starlink era infatti prodotto da Aventis, ora Bayer).
Questa volta però abbiamo dalla nostra nientemeno che Greenpeace la quale, seppur assolutamente ottusa nelle sue posizioni, ci fornisce su di un piatto d'argento la controprova della reversibilità della "contaminazione" genetica. Eccovi qui infatti la mappa delle contaminazioni "mondiali" da Starlink che hanno stilato sul loro sito (con tanto di titolone ad effetto).

L'ultima "contaminazione" riportata è del 2004 (5 anni fa!!) e, nonostante tutte queste belle freccine, si è sempre trattato di "contaminazioni" ridicole (tracce o qualche 0,0x%) che in agricoltura prendono il più sensato nome di "presenza accidentale". Tra l'altro solo 2 di queste segnalazioni sono state registrate dopo il ritiro dal mercato del mais Starlink.
2000
Canada, tracce
Egitto, tracce
Giappone, tracce
Sud Corea, tracce
----------- 2001 - ritiro dal mercato ------------
2002
Bolivia, 0,1%
2004
Guatemala, tracce
Canada, tracce
Egitto, tracce
Giappone, tracce
Sud Corea, tracce
----------- 2001 - ritiro dal mercato ------------
2002
Bolivia, 0,1%
2004
Guatemala, tracce
In conclusione, la reversibilità della "contaminazione" genetica, soprattutto per quanto riguarda il mais che non ha specie selvetiche con cui incrociarsi nè in USA nè in Europa, è cosa nota e provata anche da coloro che più si oppongono agli OGM i quali però, nonostante l'evidenza, continuano a dire:
Il rilascio in natura di OGM tramite coltivazione e allevamento o contaminazione accidentale può produrre effetti irreversibili sugli ecosistemi. Diversamente da un inquinante chimico, gli OGM sono organismi viventi e possono riprodursi e moltiplicarsi, estendendo la propria presenza sia nello spazio che nel tempo, sfuggendo a qualsiasi controllo.
Dite che c'è da fidarsi di loro?