lunedì 13 dicembre 2010

1/4 di miliardo di € buttati nel cesso...

L'Europa ha rilasciato un nuovo report (A decade of EU-funded GMOs research) che racconta i risultati delle ricerche da lei (invero da noi) finanziate negli ultimi 10 anni (2001-2010) per testare la sicurezza degli OGM e altre azioni collegate.

Questi 50 progetti, che hanno coinvolto più di 400 centri di ricerca, ci sono costati circa quasi suppergiù 200 milioni di €. Per fare cosa? Studiare:
  • L'impatto ambientale degli OGM
  • OGM e sicurezza alimentare
  • OGM per i biomateriali e i biocombustibili - tecnologie emergenti
  • Valutazione e gestione del rischio - supporto e comunicazione delle politiche.

Tutto giusto. Non sono però gli unici che finora abbiamo sborsato. Forse qualcuno ricorderà un altro studio (EC-supported research into the safety of Genetically Modified Organisms) che, tra il 1985 ed il 2000, si è "bevuto", in 81 progetti che hanno coinvolto anche in quel caso circa 400 centri di ricerca, altri 70 milioni di € regalandoci la bellezza di 1.800 pubblicazioni scientifiche.

Tutto bene allora? Non troppo. Vediamo perchè...



I risultati

Per cominciare potremmo chiederci come si è conclusa l'analisi 1985-2000 e questa nuova. E vedere cosa ci dicono.

Philippe Busquin, Commissario alla Ricerca al tempo del libretto "arancio", presentandolo pronunciò queste testuali parole:

Research on GM plants and derived products so far developed and marketed, following usual risk assessment procedures, has not shown any new risks to human health or the environment, beyond the usual uncertainties of conventional plant breeding. Indeed, the use of more precise technology and the greater regulatory scrutiny probably make them even safer than conventional plants and foods. If there are unforeseen environmental effects - none have appeared as yet - these should be rapidly detected by existing monitoring systems.

che tradotte in Italiano suonano più o meno così:

le ricerche dimostrano che le piante geneticamente modificate e i prodotti sviluppati e commercializzati fino ad oggi, secondo le usuali procedure di valutazione del rischio non hanno presentato alcun rischio per la salute umana o per l’ambiente. Anzi, l’uso di una tecnologia più precisa e le più accurate valutazioni in fase di regolamentazione rendono probabilmente queste piante e questi prodotti ancora più sicuri di quelli convenzionali. Se ci sono inattesi effetti ambientali - nessuno se ne è ancora presentato - questi dovrebbero essere rapidamente individuati dai sistemi di monitoraggio esistenti.

Chiaro, no?
In testa poi aveva questo sistemino:


Ovvero una normativa e una gestione del tema che segue i risultati della ricerca. Sensato, no?

Ora vediamo cosa ha detto la nuova Commissaria Máire GEOGHEGAN-QUINN:

According to the findings of these projects GMOs potentially provide opportunities to reduce malnutrition, especially in lesser developed countries, as well as to increase yields and assist towards the adaptation of agriculture to climate change * . But we clearly need strong safeguards to control any potential risks
According to the projects' results, there is, as of today, no scientific evidence associating GMOs with higher risks for the environment or for food and feed safety than conventional plants and organisms. **

Cioè, capiamoci bene. Ora, così come 10 anni fa, gli OGM non presentano rischi diversi dalle colture convenzionali. Però, ecco la prima cosa davvero interessante, sono ancora portatori di opportunità POTENZIALMENTE interessanti. Potenzialità non ancora espresse.

Questo significa che in 10 anni non abbiamo fatto molti passi avanti. Anzi. Forse qualcuno indietro, visto che la "macchina" pensata da Busquin, per raffinare in meglio la normativa e le pratiche di gestione della tematica, non ha mai funzionato e anzi oggi la commissaria ci dice che abbiamo bisogno di (ulteriori?) sistemi di salvaguardia per controllare ogni potenziale rischio (come se non li avessimo!).


Un'osservazione

Questo significa che abbiamo cacciato fuori 200 milioni di € per sapere le stesse cose che sapevamo già 10 anni fa (gli OGM non fanno male a nessuno).
Oggi però, pur con il nostro investimento da più di 1/4 di miliardo di €, abbiamo gente (cittadini europei) ancora più preoccupati dagli OGM e una politica che propone soluzioni ancor più stupide o irrealizzabili. Ma soprattutto in aperta divergenza con i risultati che ci ha fornito il nostro 1/4 di miliardo! ***

Un vero fallimento! 


Sarebbe un po' come pagare una rete sperimentale nazionale per vedere quali sono le varietà migliori e poi acquistare la semente (sì, la semente si acquista ogni anno) senza tenerne conto, anzi conoscendone i risultati, ma ignorandoli volutamente. Una condanna al disastro.

Greenpeace infatti ha raccolto e consegnato all'UE 1 milione di firme per aprire una nuova moratoria sugli OGM.

Buona giornata a tutti!


Note a margine


(*) Più o meno le medesime conclusioni a cui è giunto il workshop dell'Accademia Pontificia, anche se i prelati non vogliono vederle.


(**) Più avanti nel testo si può trovare la seguente affermazione: The main conclusion to be drawn from the efforts of more than 130 research projects, covering a period of more than 25 years of research, and involving more than 500 independent research groups, is that biotechnology, and in particular GMOs, are not per se more risky than e.g. conventional plant breeding technologies.


(***) anche Marc VAN MONTAGU riflette con amarezza su questo: The Precautionary Principle – which some interpret as saying that, if a course of action carries even a remote chance of irreparable damage, then one should not pursue it, no matter how great the benefits may be – gave Europeans a firm philosophical basis for saying no to GMOs. Political leaders and public servants in the Member States and the EU institutions were ill-prepared for this emotional uproar. (...) Now, after 25 years of field trials without evidence of harm, fears continue to trigger the Precautionary Principle. But Europeans need to abandon this knowingly one-sided stance and strike a balance between the advantages and disadvantages of the technology on the basis of scientifically sound risk assessment analysis.


Come nota di colore vi è da rilevare che il primo dei 50 progetti presentati è un progetto italiano. EURICE. Tra il 2000 ed il 2003 (negli anni del grande blocco) ha messo a punto varietà di riso GM resistenti al brusone. Chissà che fine ha fatto.

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