Qual'è dunque il male di cui soffriamo?
Un incredibile malgoverno accoppiato all'uso sistematico della menzogna, favorito anzi dal "culto" della menzogna. E' un culto che mette in pericolo l'esistenza stessa del paese. 
Movimento autonomo, apolitico (e forse anche un po' apodittico) di studenti, laureati e ricercatori in biotecnologie. Perchè chi ne sa, di OGM e dintorni, è giusto che ne parli...
Tra le varie opzioni disponibili ci pare interessante partire dal Prof. Giuseppe Rotilio la cui competenza nel campo delle piante transgeniche è certificata nientemeno che dalla 
gazzetta ufficiale. E' infatti uno degli scienziati ascoltati durante l’audizione parlamentare “Indagine conoscitiva sulla Sicurezza Alimentare” tenuta martedì 13 giugno 2000 presso la Camera dei Deputati, XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI).
Ecco alcuni estratti del suo intervento così come trascritti e pubblicati in gazzetta ufficiale (altro che Nature!):
Sarà, ma a noi pare stia eliminando le malerbe, sì perchè in genere è "più facile" che delle specie selvatiche invadano "naturalmente" habitat "antropici" pittosto che il contrario - insomma questo dovrebbe essere un noto dato di realtà.
Una volta, tanto tempo fa (ed oggi ancora ai bordi di qualche campo o in qualche landa più o meno sperduta), cresceva una specie selvatica (Wild Type - WT) che è improvvisamente divenuta interessante per l'uomo.
Tutto questo modifichio ha sempre fatto ritenere agli operatori del settore che le tecniche di ingegneria genetica legate agli OGM fossero più mirate e meno invasive rispetto a qualunque altro processo di selezione. Fino ad ora però mancava "the smoking gun"...
Partito Democratico
Popolo delle Libertà
PER UNA AGRICOLTURA DI QUALITÀ
Dunque, mentre tutto il mondo innova e ristruttura i suoi sistemi agricoli, noi ci limitiamo ad abbellire il packging di un prodotto sì buono, ma un po' datato, che dipende cronicamente da importazioni che potremmo controllare solo ad un costo spaventoso, e che è costretto a rispettare standard qualitativi e di sicurezza alimentare sempre più elevati senza poter usare strumenti innovativi, cercando - spesso invano - di parare colpi bassi che non sappiamo nè prevedere nè anticipare, ma soprattutto rispettare.
É ormai chiaro che le agrobiotecnologie sono il nuovo Male del mondo (se l'avida e gretta umanità rinunciasse agli OGM infatti vivrebbe in pace, ciascuno avrebbe finalmente un reddito decoroso, sparirebbero le malattie, il dolore, per non parlare della morte e in più, compreso nel prezzo, ci sarebbe anche l'eterna giovinezza per tutti!... devo verificare se sono ancora disponibili anche le 40 vergini... ora non ricordo).
Davanti a questa strepitosa mega-offerta è ovvio che il rifiuto verso gli OGM (e le agrobiotecnologie più in generale) non può che essere radicale: senza se e senza ma, anche quando esse, "piegando il capo", si mettono al servizio di finalità "nobili", come il salvare colture tradizionali dall'estinzione o, ancor piú nobili, l'alleviare problematiche alimentari e malattie che affliggono il nostro povero mondo.
Ma veniamo alla storia di oggi, che vorrebbe raccontare di un ricercatore che, riconosciuto un problema, ha cercato di proporne un rimedio (che sciocco!). La sua soluzione infatti aveva un grosso unico difetto quello di essere "biotecnologica". In questi casi si ha infatti l'obbligo di sostare - lungamente - in Piazza della Vittoria e di transitare per tutte le caselle IMPREVISTO che, imprevistamente appunto, si moltiplicano sul tabellone, anche dove un secondo prima tutti si era letto Vicolo Corto.
I ricercatori si sà sono dei tipi strani che hanno idee balzane, tendono a pensare, alle volte, cose del tipo: "guarda questo problema, fa soffrire milioni di persone, vediamo se riesco, con quel che sono capace di fare, ad aiutare ad alleviarlo". Insomma, credono ancora nell'utilità della ricerca e dell'innovazione per migliorare questo mondo. Poveri illusi (come vedremo, in tutti i sensi).
 Nel 2000, poco dopo l'uscita dell'articolo di Science, infatti Vandana Shiva denunciava il potenziale tossico di una esagerata assunzione di vitamina A che poteva scaturire dalla diffusione del riso arricchito. Peccato che la "scienziata" Shiva (sarebbe meglio fosse anche schiva...) sia una cippa in biologia e non sappia distinguere tra vitamina A e pro-vitamina A (il B-carotene prodotto dal GR). La prima è tossica se assunta in grandi quantità, la seconda no. Chapeau alla laurea in fisica della Bandana.
 Qualcuno deve aver sparso in giro la voce della cantonata presa ed ecco che, qualche mese dopo, tocca a Greenpeace scandalizzarsi, questa volta di fronte ai contenuti "ridicoli" di B-carotene presenti nella prima linea di Golden Rice sviluppata (1,6 microgrammi/g) dicendo che "un semplice calcolo mostra che un adulto dovrebbe mangiare 12 volte le normali quantitá di riso per ottenere la dose giornaliera raccomandata di provitamina A". Peccato che facendo qualche piccola verifica si scopra che: Greenpeace prende come riferimento i livelli raccomandati per una crescita ottimale (500 e 850 microgrammi/giorno) e non quelli sufficienti a prevenire i segni clinici di ipovitaminosi. In realtà basterebbe leggersi le linee guida FAO/OMS, per scoprire che i livelli riportati da Greenpeace dovrebbero essere tagliati esattamente a metá (come probabilmente anche tutto quello che dicono).
Ma poi c'è da dirla questa cosa... nessun ricercatore si è mai messo in testa di avere LA RISPOSTA, ma semmai di dare un contributo ad essa... visto poi che i metodi attuali per il contenimento della VAD proposti dalla comunità internazionale o dai vari movimenti, quali l'estemporanea coltivazione della Moringa oleifera magari nelle favelas delle megacities, si presentano come ben più che perfettibili, perchè non aggiungere anche questo strumento nella nostra cassetta degli attrezzi per contrastare la VAD?
In ogni caso, negli anni il Golden Rice Project ha saputo sviluppare da quella linea originaria (che aveva solo un pizzico di B-carotene) nuove linee che contengono addirittura 23 volte il livello di beta-carotene originale. Questo processo, per chi non ne fosse al corrente, si chiama MIGLIORAMENTO GENETICO ed è comunemente usato in agricoltura per migliorare le specie agrarie e animali. Può non piacere, ma funziona e stranamente pare essere l'unico metodo che non richiede di procedere allo sterminio di esseri umani.
Dopo essere stato accusato di essere un folle (e anche di peggio), oggi il prof. Potrykus ha una sola grande frustrazione: il non poter mettere alla prova il Golden Rice a causa di processi di autorizzazione lunghi e enormemente costosi che sono il vero ostacolo che impedisce che un riso arricchito di provitamina A (sic!) arrivi alle bocche di chi ne ha bisogno. Nessuno dice che non ci debbano essere adeguati studi di sicurezza prima di diffondere una nuova pianta geneticamente modificata, il problema é che gli studi dovrebbero essere commisurati al rischio, e non disgiunti dall'analisi dei benefici. Invece per l'approvazione é necessario presentare dati che necessitano anni (oltre che un mare di soldi) per essere prodotti, e la cui utilitá risulta in certi casi assai scarsa se non del tutto assente. Grazie a tutto ciò questo nuovo strumento non sarà disponibile prima del 2014 con buona pace di chi anche per un soffio, grazie ad esso, avrebbe potuto risparmiarsi la VAD. I loro ringraziamenti, a chi a contribuito a ciò, ve li risparmiamo.
A noi, che grazie a Dio di questi problemi non ne abbiamo, verrebbe da dire che di rischi connessi al Golden Rice proprio non riusciamo a vedere, visto anche che ha passato indenne tutta la trafila (non quella UE, ma in termini scientifici una equivalente), ma evidentemente non riescono a trovarne di seri nemmeno quelli che ad esso si oppongono. Eppure, invece di chiedere a gran voce, da paladini della giustizia quali si sentono, di metterlo alla prova dei fatti e nei campi essi continuano ad opporsi, perchè sono convinti che, se esistesse anche un solo OGM buono, perderebbero il super-premio... e l'eterna giovinezza mediatica che tuttora dà loro un tema come questo.
Nota a margine
e cosa pensereste se invece vi dicessero che l'ex responsabile campagna (anti-)OGM di Greenpeace è oggi coordinatore di ben 2 gruppi di ricerca (o lobby che dir si voglia) della Fondazione per i Diritti Genetici (sì, quella di Capanna) dove discetta simpaticamente* di OGM?
Beh certo, vi capiamo, è naturale pensarlo, ma questi sono solo pregiudizi, o no?