martedì 2 novembre 2010

La mamma de’ grulli è sempre incinta (sarà per colpa degli OGM?) - Il caso dell'India

Così recita un detto toscano e lo troviamo estremamente adatto per descrivere la storia del cotone Bt in India.  Eh, sì, perchè diversa gente (ad esempio qui1, qui2 o qui3) sostiene che gli OGM siano un fallimento, che non rendono di più, anzi! e bla, bla, bla...

Sull’ultimo punto di per sè potremmo anche essere d’accordo, i caratteri di tolleranza ad erbicidi e insetti non sono pensati per aumentare direttamente le rese, ma piuttosto per ridurre le perdite e facilitare la coltivazione.
Prendiamo ad esempio i dati FAO di produzione del cotone in India (confessiamo che il dato ci viene da Morandini, anche se chiunque può comunque recuperarli da FAO-Stat selezionando paese, coltura e annate):




Come si può facilmente vedere, tra il 2002 e il 2007, c’è stato un costante aumento della produzione, aumento che ha permesso di più che raddoppiare il raccolto con un modesto aumento della superficie coltivata (+ 20% circa, cosa da non trascurare vista la scarsità di terra buona su questo pianeta). In pratica un ettaro di cotone Bt (ormai coltivano quasi tutto il cotone con OGM) adesso produce circa il doppio rispetto a 10 o 20 anni fa.

D. Sharma, ad esempio, sostiene che questa è una presa in giro perchè non è un reale aumento di produttività, bensì una riduzione delle perdite:
The crop losses that a farmer minimises after applying chemical pesticide is never (and has never) been measured in terms of yield increases. It has always been computed as savings from crop losses.
If GM crops increase yields, shouldn't we therefore say that chemical pesticides (including herbicides) also increase yields? Will the agricultural scientific community accept that pesticides increases crop yields?*

In effetti, messa così, potremmo anche dargli ragione, ma siamo convinti che al contadino questi sofismi accademici interessino ben poco. A loro, visto che non crediamo che gli agricoltori indiani siano così diversi dai nostri, interessano principalmente due cose: quanto "costa" coltivare (seme, trattore, carburante, pesticidi, fertilizzante, costo del lavoro...) e quanto "guadagnano" dal raccolto e quindi quanto raccolto riescono a fare dalla terra che coltivano. 


Quale contadino nostrano rinuncerebbe** ad esempio ad usare una tecnologia che gli permette di raccogliere il doppio? E infatti usano la chimica e gli ibridi... (ma guai a permettergli di usare gli OGM!)

Andrebbe notato però che nel caso del cotone in India la chimica non basta. Anche Sharma riconosce che il cotone consuma la metà di tutti i pesticidi usati in agricoltura e gli indiani finora ne hanno fatto largo uso. Eppure tutta questa chimica non si è rivelata tanto efficace e sicura come il cotone OGM Bt. 


Quindi che si fa? Si vorrebbe che continuassero ad irrorare con i pesticidi (che poi non è che anche a casa nostra non si usino) solo perchè i semi OGM sono prodotti da una ditta controllata dalla Monsanto o da qualche altra multinazionale? Come se i pesticidi li facesse il gelataio sotto casa...

In ogni caso, aumentare la produttività riducendo l'uso di insetticidi è probabilmente una cosa che qualsiasi contadino sa giudicare se è buona o meno, e, a quanto pare, la maggior parte dei contadini indiani (>80%) ha optato per il cotone Bt. 
Se Vandana Shiva avesse ragione, e gli OGM fossero la causa del loro suicidio... non avremmo - forse - dovuto assistere ad una significativa contrazione della popolazione rurale indiana?

Sia chiaro, è stupido, ma lo ricordiamo, il Bt non è la panacea per tutti i mali: la produttività avrà sempre le sue variazioni perchè dipende da molti altri fattori come le avversità climatiche, altri insetti, malattie... per le quali serviranno altri rimedi, non ultimo il ricorso alla chimica o nuove varietà OGM che sono ancora di là da venire. 


Bisogna però chiedersi se ciò sia un buon motivo per non sfruttare una tecnologia che sappiamo essere efficace e disponibile già ADESSO per risolvere una parte del problema.

La risposta dei contadini indiani è stata chiara, i dati di produttività anche... certo poi ognuno crede a chi vuole.



(*) Per i non anglofoni: la minimizzazione delle perdite agrarie ottenuta grazie all'uso di pesticidi non è mai stata indicata come aumento di resa. Se gli OGM aumentano le rese, non dovremmo allora dire lo stesso dei pesticidi? La comunità scientifica agraria accetterà [la definizione] che i pesticidi aumentano le rese?


(**) Certo, ci sono anche gli agricoli della domenica, quelli che fanno un altro lavoro che li mantiene e poi coltivano 1-6 ettari. Oppure quelli che fanno il biologico (nella maggior parte però fanno pascoli e colture che richiedono poca chimica... insomma, quanti sono i maiscoltori biologici? o i produttori di cotone biologico?)

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