giovedì 10 febbraio 2011

Biotecnologie per un futuro sostenibile

Abbiamo appena ricevuto questa lettera aperta al Governo Italiano e alla comunità scientifica rilasciata da Marc Van Montagu, presidente dell'EFB (insomma, non l'ultimo pirla). E' un po' lunga, ma vale la pena leggerla, specie nelle sue parti conclusive.



L’Unione è Europea sta pianificando il proprio futuro con un ambizioso programma chiamato Europa 2020, nel quale le priorità sono una crescita “intelligente”, “sostenibile” ed “inclusiva”. La Ricerca e l’innovazione giocheranno un ruolo chiave nel consentire alla società di essere all’altezza dei cambiamenti della prossima decade. L’uso delle Biotecnologie è uno strumento importante per consentire lo sviluppo di quella che viene chiamata “economia basata sulle risorse biologiche”.

Una iniziativa lanciata in Italia dalla Fondazione per i Diritti Genetici, una organizzazione non governativa anti-OGM, ha recentemente attirato la nostra attenzione: il loro progetto “GenEticaMente” guarda alla strategia Europa 2020 con l’obiettivo di esportare al resto d’Europa il loro modello di ricerca partecipata. Questa iniziativa ha sollevato una intensa discussione, dal momento che durante la conferenza stampa era stato annunciato che erano possibili investimenti per 20 milioni di euro nei prossimi anni, anche grazie alle risorse rese disponibili da diversi Ministeri. La comunità scientifica italiana ha espresso molte preoccupazioni sul fatto che un budget così considerevole (un quinto del budget totale del programma nazionale PRIN, per tutte le discipline) potrebbe essere allocato da istituzioni pubbliche senza una adeguato processo di valutazione scientifica. La Fondazione ha chiarito che tale cifra non è ancora nella loro disponibilità. Questa somma di denaro sarebbe destinata a diverse attività, inclusa la ricerca e innovazione sulla MAS, “selezione assistita da marcatori”, come alternativa a quelle che loro chiamano biotecnologie controverse basate sugli OGM, e su uno specifico obiettivo di ricerca partecipata su quelle che definiscono biotecnologie “soft”.

Vorrei esprimere il supporto della EFB – Federazione Europea delle Biotecnologie alla comunità scientifica italiana: quello che succede in un paese fa parte di uno scenario più grande, e lo stesso messaggio deve essere inviato chiaro e forte in tutta l’Unione. In tempi di tagli al bilancio e crisi, l’investimento in Ricerca ed Innovazione deve crescere, e i fondi dovrebbero essere accessibili solo sulla base di una valutazione indipendente e fondata su criteri scientifici. Questo è l’unico messaggio che consenta alla gente di avere fiducia nei risultati della ricerca scientifica, e soprattutto che dia ai giovani una motivazione per scegliere una carriera scientifica. Invitiamo tutti i nostri membri, e tutti gli scienziati interessati, a sottoscrivere la petizione online lanciata dai nostri colleghi italiani su www.salmone.org.

Le istituzioni Europee fin dal 1985 hanno supportato centinaia di progetti di ricerca pubblici sulla sicurezza degli OGM, e i loro risultati sono stati distribuiti dalla Commissione Europea proprio per offrire al pubblico un terreno chiaramente scientifico contro i molti miti che vengono evocati dalle lobby anti OGM. Recentemente i risultati di una settimana di studio alla Pontificia Accademia delle Scienze sono stati pubblicati sulla rivista New Biotechnology, edita da Elsevier, con il contributo di premi Nobel e dei più importanti scienziati del settore coinvolti negli argomenti più discussi sulle biotecnologie agroalimentari e impegnati sui paesi in via di sviluppo. Le Biotecnologie sono un fattore chiave per un futuro sostenibile, e nella ricerca biotecnologica non esistono contrapposizioni come biotecnologie cattive e biotecnologie “soft” che dovrebbero limitare i finanziamenti solo ad un settore.

Ho dedicato un’intera vita alle biotecnologie agroalimentari, contribuendo agli avanzamenti più importanti di questo settore: durante tutta la mia vita ho sempre spronato i miei colleghi a confrontarsi con il pubblico, ad aprire discussioni, a considerare sempre altri argomenti. E il confronto con il pubblico e la comunicazione sono una delle attività fondamentali della EFB. Ma la democrazia e il confronto con il pubblico non significano controllo politico sulla scienza, e tanto meno significano mettere da parte le evidenze scientifiche nella valutazione di progetti scientifici, e ancora meno significano supportare iniziative di natura politica sottraendo budget alla ricerca e fondi a tanti brillanti giovani ricercatori.

Faccio un appello agli scienziati di tutta Europa a far sentire la loro voce, a confrontarsi tutti i giorni con il pubblico e con chi prende le decisioni come componente attiva della Società, e invito il Governo Italiano a non investire pesantemente in iniziative che escludono a priori tecnologie importanti sulla base di presupposti non scientifici, come “GenEticaMente”. Speriamo che sia riaffermato ancora una volta che i fondi per le attività di ricerca devono essere sempre soggetti ad un processo aperto di valutazione scientifica.


Professor Emerito Marc Van Montagu
Presidente della Federazione Europea per le Biotecnologie

PS. Si spera che questa volta non finisca come al solito, ma si entri finalmente nel merito della questione.

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